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Kilimangiaro, consigli utili per salire sul tetto D’Africa

La vetta più alta del continente africano (5.895 metri), è meta di un trekking “peak” molto popolare. L’acclimatamento è il problema principale

Il Kilimangiaro è un vulcano, dalla sua vetta il panorama più bello dell’Africa che affaccia sugli altopiani di Tanzania e Kenya. Durante la salita si affrontano ambienti diversi, mai monotoni, passando dalla savana alla giungla, fino ad arrivare a paesaggi prettamente montani con neve. In poche altre zone del mondo si ha una così grande concentrazione di situazioni climatiche ed ambientali tanto contrastanti tra loro.

La salita dura 5 o 6 giorni, in modo da consentire un sufficiente acclimatamento, e si svolge nel Parco Nazionale del Kilimangiaro, dichiarato Patrimonio dell’umanità Unesco nel 1987, e non ha particolari difficoltà tecniche. La quota ed il mal di montagna sono le sfide più temibili, ma che si possono affrontare con una buona preparazione fisica.

L’ascensione si può organizzare solo tramite agenzie specializzate. Lungo una delle vie di salita, la Marango Route, ci sono anche campi con rifugi fissi; sugli altri itinerari di ascesa le agenzie montano i campi tendati. Ogni anno sono circa 35.000 persone che tentano la vetta di questa “seven summit”, ma molte desistono in particolare per le difficoltà dovute all’alta quota.

Maggiori informazioni qui https://www.montagna.tv/160715/kilimangiaro/

Quando andare

L’ascensione al Kilimangiaro è fattibile in qualsiasi periodo dell’anno; tuttavia il periodo migliore per salire sulla montagna è la stagione secca, dalla fine di giugno a ottobre, e dalla fine di dicembre all’inizio di marzo. Gli altri periodi sono piovosi e questo rende più difficile il cammino, di contro in quei periodi le temperature sono più alte.

Le agenzie e i costi

Per salire sul Kilimangiaro è obbligatorio appoggiarsi ad una agenzia. Ve ne sono a centinaia, sia locali che straniere (più care). Il costo parte da circa 1600 € e non è comprensivo di volo. Più si sale con il prezzo più il servizio dovrebbe essere migliore con guide europee, tende e latrine più comode e miglior cibo che viene trasportato dai portatori.

Il costo è dovuto fondamentalmente al permesso di scalata, ai portatori, alle guide ed al cibo. La Marango Route, di solito viene proposta ad un costo inferiore in quanto utilizza strutture fisse. Nel costo delle spedizioni sono escluse le mance (circa 10% del valore della spedizione) ed eventuali extra che si possono acquistare nei pochi rifugi presenti o nell’area di partenza.

L’attrezzatura come bastoncini da trekking, sacco a pelo o altro è affittabile tramite le agenzie o presso gli shop alla base della montagna.

Il cibo offerto consiste soprattutto in uova, frutta e verdure, ogni tanto anche carne. Solitamente a metà giornata viene fornito un pranzo al sacco e a cena si mangia nelle tende o nei rifugi seduti con una zuppa calda.

Come arrivare e formalità

Alle falde del Kilimangiaro e precisamente a Moshi, normalmente si arriva in tre modi.
– Con un’ora di auto (43km) dal JRO – Kilimanjaro International Airport. L’agenzia di solito provvede al transfert.
– Dal piccolo aeroporto di Arusha, che però è collegato solo da voli nazionali ma anche molto vicino all’ingresso del Parco.
– Con il bus da Nairobi (in Kenya), sede del principale aeroporto internazionale dell’area. Da là in 8 ore di viaggio in bus si arriva a Moshi. Possono esserci formalità alla frontiera quali visto e vaccinazione per la febbre gialla, ma sicuramente è la soluzione più economica.

Per entrare in Tanzania è necessario un visto per tutta la durata del soggiorno. Nella maggior parte dei casi puoi facilmente ottenere un visto all’arrivo in aeroporto, oppure fare richiesta del visto turistico per via telematica. Alcune agenzie lo prevedono nella quota, anche con un’assicurazione.

Necessario il vaccino contro la febbre gialla, mentre la profilassi antimalarica potrebbe avere controindicazioni importanti per lo sforzo che deve essere fatto durante il trekking. Evitare comunque vestiti corti specialmente di notte e a basse quote.

Cosa mettere in valigia

Sicuramente, oltre un buon sacco a pelo, del materiale tecnico impermeabile per trekking.
Le racchette da trekking sono fondamentali. Si passa dai 30 gradi ai – 20 è quindi importante anche del materiale pesante per l’arrivo in cima all’alba.
Informarsi con l’agenzia del materiale necessario. E’ possibile affittare e comprare in loco. Si può far portare il proprio bagaglio da un portatore. Le possibilità di lavarsi sono limitate, qualche salvietta rinfrescante può tornare utile.

Le vie di salita

Sono diverse le vie di salita per raggiungere la vetta, l’Uhuru Peak a 5895 metri.

  1. Marangu Route. Il trekking su questo itinerario, anche chiamato Coca Cola Route, è il più popolare e quindi il più trafficato. Ha rifugi dove dormire (stanze da 4 letti. Nei rifugi c’ è elettricità ed il WI- FI. Non servono tende e si patisce meno il freddo, che ad alte quote può essere pungente. La salita è facile e graduale su un terreno senza difficoltà. Si torna sullo stesso itinerario. Le agenzie per questo itinerario chiedono un prezzo inferiore.
  2. Machame Route. Questo percorso, conosciuto anche come Whiskey Route, è la seconda via di accesso più frequentata, prevede una graduale ascesa con una spettacolare giornata di cammino attorno alle pendici meridionali della vetta. E’ un trekking più ripido del precedente e si dorme in tenda come nei percorsi di seguito. Si voleva costruire una cabinovia su questa via.
  3. La Lemosho route. Parte dal lato occidentale e prevede un cammino di otto giorni, attraversa la foresta e, sull’altopiano Shira, si unisce alla Machame Route. Una via ritenuta più semplice e la migliore per un corretto acclimatamento.
  4. L’Umbwe route. É la via più diretta e ripida per arrivare in vetta. La più insidiosa per gli effetti dell’alta quota. La parte finale raggiunge la Western Breach, spesso coperta di neve o di ghiaccio, rendendo il percorso complicato e, a volte, non percorribile. Sino a poco tempo fa era richiesta un’esperienza alpinista per salire lungo questo trail.
  5. La Rongai Route. Nel corso degli anni è diventata sempre più frequentata. Inizia nei pressi del confine con il Kenya e procede lungo il versante settentrionale della montagna, garantendo una ascesa regolare che favorisce l’acclimatamento.
  6. Shira Plateau Route. Chiamata anche Londorosi Route, bel percorso leggermente più lungo delle altre vie. Se partite dall’ingresso di Londorosi è perfetto per un acclimatamento graduale. In alternativa, potete pensare di trascorrere una giornata di sosta allo Shira Hut.
  7. Mweka Route, solo per la discesa, viene spesso utilizzata da chi sceglie di salire seguendo la Machame Route, la Umbwe Route e, talvolta, la Marangu Route.
La cartina degli itinerari
La cartina degli itinerari

Gli highlights

  • Il cono sommitale innevato ed isolato del Kilimangiaro visibile già da prima dell’atterraggio.
  • La simpatia del popolo locale con i suoi modi di dire Pole Pole (piano piano) e Hakuna Matata (nessun problema).
  • La possibilità di aggiungere all’ascesa un safari in Tanzania ad esempio nel parco del Serengeti.
  • Il magnifico cratere di Ngorongoro.
  • Riposarsi dopo le fatiche dell’ascesa presso i resort a Zanzibar.
  • Le Materuni Waterfalls.
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