AmbienteNews

Beyond Epica Oldest Ice: in Antartide alla scoperta delle temperature e dei gas serra del passato

Ben 130 ricercatori e tecnici partecipano alla spedizione italiana che, attraverso carotaggi fino a 2.700 metri di profondità, cerca di capire alcuni passaggi fondamentali della storia climatica della Terra

È iniziata la 39sima spedizione scientifica italiana in Antartide con la riapertura della stazione “Mario Zucchelli” sul promontorio di Baia Terra Nova. La missione, gestita da Cnr, ENEA e OGS, nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), coinvolge circa 130 tra ricercatori e tecnici con il supporto del personale delle Forze Armate. La campagna estiva durerà oltre 4 mesi. Previsti 31 progetti di ricerca su scienze dell’atmosfera, geologia, paleoclima, biologia, oceanografia e astronomia.

Oltre che presso la stazione “Mario Zucchelli”, le attività di ricerca si svolgeranno anche presso la stazione italo-francese di Concordia e a bordo della nave rompighiaccio Laura Bassi.

La nuova stagione di ricerca estiva nella stazione Concordia, sul plateau antartico a oltre 3mila metri di altezza e a 1.200 chilometri dalla costa, è partita ai primi di novembre coinvolgendo 52 partecipanti tra tecnici e ricercatori. Il 15 novembre sarà aperto il campo di Little Dome C, a 35 chilometri da Concordia, dove proseguiranno le attività legate al progetto internazionale “Beyond Epica Oldest Ice”, finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall’Istituto di scienze polari del Cnr (Cnr-Isp) a cui partecipano per l’Italia anche ENEA e Università Ca’ Foscari Venezia. Presso il campo si svolgeranno le attività di carotaggio del ghiaccio attraverso cui il team di ricerca ricaverà dati sull’evoluzione delle temperature e sulla composizione dell’atmosfera.

Il progetto Beyond EPICA – Oldest Ice è una sfida senza precedenti per gli studi di paleoclimatologia. L’obiettivo è di tornare indietro nel tempo di un milione e mezzo di anni, alla scoperta delle temperature e della concentrazione dei gas serra del passato. Nella scorsa estate antartica tra fine novembre 2022 e fine gennaio 2023, il team internazionale ha raggiunto, in quasi sette settimane di attività, la profondità di 808,47 metri, recuperando il ghiaccio che conserva le informazioni sul clima e l’atmosfera degli ultimi 49.300 anni. Affrontando imprevisti, riparazioni al sistema di perforazione e ritardi dovuti alle condizioni meteorologiche antartiche, il team ha lavorato duramente per raggiungere questo notevole risultato.
E ora si proseguirà nella perforazione per arrivare alla profondità di circa 2700 metri raggiungendo la base della spessa calotta di ghiaccio sulla quale poggia il campo di Little Dome C, un’area di 10 chilometri quadrati situata a 3233 metri sul livello del mare: uno dei luoghi più estremi della Terra.

Quando il ghiaccio “racconta”

La storia climatica e ambientale del nostro pianeta è conservata nel ghiaccio e può fornire informazioni sull’evoluzione della temperatura e sulla composizione dell’atmosfera risalendo fino a centinaia di migliaia d’anni indietro nel tempo. I ricercatori saranno in grado di stabilire le concentrazioni dei gas serra, quali metano e anidride carbonica, nell’atmosfera del passato, mettendole in relazione all’evoluzione delle temperature.

Riteniamo che questa carota di ghiaccio ci possa fornire informazioni sul clima del passato e sui gas serra presenti nell’atmosfera durante la transizione del Medio Pleistocene (MPT), avvenuta tra 900.000 e 1,2 milioni di anni fa”, spiega Carlo Barbante, coordinatore del progetto, direttore dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e professore all’Università Ca’ Foscari Venezia. “Durante questa transizione la periodicità climatica tra le ere glaciali è passata da 41.000 a 100.000 anni; perché questo sia avvenuto è il mistero che ci proponiamo di risolvere”. Il progetto è finanziato dalla Commissione europea con 11 milioni di euro e da significativi contributi da parte delle nazioni partecipanti.

Gli obiettivi della 39sima spedizione sono legati principalmente all’acquisizione ed ampliamento delle misure osservative di lunga durata, incluso l’avvio di nuovi osservatori. Oltre agli osservatori, molteplici progetti saranno implementati nell’ambito dei temi delle scienze dell’atmosfera, geologia, paleoclimatologia, biologia, oceanografia e astronomia, a terra presso le stazioni Mario Zucchelli e Concordia e in mare grazie al supporto della nave Laura Bassi“, dice Alberto Salvati, membro del Concordia Operational Committee (COC) e tecnologo Cnr sul campo in Antartide.

A partire da febbraio 2024, chiusa la campagna estiva 2023/2024, le attività saranno gestite dal nuovo team degli invernanti (“winter over”), composto da 13 membri (5 italiani, 7 francesi e uno svizzero), che rimarranno in completo isolamento fino a novembre 2024 a causa delle temperature estreme che rendono la base inaccessibile.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close