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Tra nuvole e pioggia, il successo dell’Eroica Gran Sasso

Quasi 400 tra bici d’epoca e moderne gravel fianco a fianco su strade e sterrati intorno a Campo Imperatore. L’auspicio di un percorso permanente a vantaggio dei ciclisti. E dello stesso territorio

Una speranza di sole al mattino, poi nuvole, pioggia e freddo a volontà. All’albergo di Campo Imperatore, “Cima Pantani” dell’evento con i suoi 2130 metri di quota, al passaggio dei partecipanti il termometro faceva segnare tre gradi, per fortuna sopra zero.

Non a caso, tra i punti di ristoro sul percorso, ha suscitato entusiasmo quello del vallone della Macina, sull’altopiano, dove nel segno di Bud Spencer e Terence Hill sono stati distribuite ai ciclisti fumanti scodelle di zuppa di fagioli e salsicce. “Ne è valsa la pena!” ha mormorato un partecipante dall’accento veneto prima di rimettersi in sella nella pioggia.

Domenica 24 settembre, il massiccio più alto d’Abruzzo ha mostrato un volto già pienamente autunnale ai 382 cicloamatori che hanno partecipato alla seconda edizione della Nova Eroica Gran Sasso (in realtà era la terza, quella del 2021 a causa delle regole anti-Covid è passata agli archivi come un evento privato), che ha rivelato agli appassionati arrivati da lontano la magia di Campo Imperatore, delle conche che gli si affiancano a sud, dei borghi di Calascio, Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte e Carapelle Calvisio.

“Molti anni fa, quando gli amici abruzzesi mi hanno portato per la prima volta a pedalare sul Gran Sasso, ho capito che queste montagne sono una delle sette meraviglie del mondo. Partecipo con entusiasmo, spero che la nostra passione possa essere utile anche qui. Quando nel 1997 abbiamo iniziato con l’Eroica, a Gaiole in Chianti, il mio paese, c’erano zero posti letto. Oggi ce ne sono più di 1.300”, spiega Giancarlo Brocci, ideatore e oggi patron indiscusso dell’evento per bici storiche più importante d’Italia e del mondo.

Negli anni l’Eroica doc, quella di Gaiole e del Senese, è diventata un evento-monstre con 9.000 partecipanti (e senza numero chiuso sarebbero il doppio o il triplo), presente sul territorio tutto l’anno con un “circuito permanente” di 209 chilometri, in parte su sterrata e in parte su asfalto, percorribile in ogni momento dell’anno e presidiato da alberghi e agriturismi bike-friendly e da punti di assistenza meccanica per le bici.

Negli anni l’Eroica si è moltiplicata in Italia e nel mondo, e ha superato indenne gli anni segnati dal Covid. Oggi, eventi a marchio Eroica si tengono in California, in Inghilterra e in Giappone, sulle colline del Prosecco in Veneto e su quelle del Limburgo in Olanda. Il prossimo 10 febbraio debutterà la prima Eroica Cuba, tra piantagioni di canna da zucchero e spiagge.

L’evento che si tiene a settembre ai piedi delle vette del Gran Sasso rientra nella categoria Nova Eroica, accessibile non solo alle bici storiche o vecchiotte (come quello di Gaiole in Chianti) ma anche alle gravel, cioè i modelli, spesso tecnologici e costosi, che possono viaggiare tranquillamente anche sulle strade sterrate. Gravel, in inglese, significa semplicemente “ghiaia”.

Il 24 settembre i partecipanti potevano scegliere tra il “Percorso corto” di 46 km (con 850 metri di dislivello), due “Percorsi medi” di 80 e 92 km (rispettivamente 1930 e 1810 metri di dislivello), uno con più tratti su sterrata e uno con maggior presenza dell’asfalto. I più allenati hanno affrontato il temibile “Percorso lungo” di 137 chilometri, con ben 2970 metri di dislivello, che comprendeva la discesa fino alle porte dell’Aquila, e la risalita fino ai 2130 metri della Cima Pantani di Campo Imperatore.

Tra i partecipanti italiani, accanto ad abruzzesi e romani, si sono iscritti alla Nova Eroica Gran Sasso italiani arrivati soprattutto dal Nord (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto) e appassionati di tredici Paesi stranieri. Accanto a presenze scontate come Francia, Belgio, Germania, Svizzera e Regno Unito c’erano ciclisti arrivati da Australia, Stati Uniti, Canada, e perfino Costarica e Colombia. Un appassionato aveva il passaporto dell’Iran. Molti stranieri hanno deciso di abbinare l’evento del Gran Sasso con l’Eroica principale, che si terrà domenica 1° ottobre a Gaiole. Una dimostrazione ulteriore che eventi sportivi come questo servono a promuovere il territorio e il turismo.

“Per me il successo di Nova Eroica Gran Sasso è una soddisfazione immensa”, sorride Marco Capoferri, l’albergatore del litorale abruzzese che ha ideato e promuove la pedalata sul massiccio più elevato dell’Abruzzo.

“Gli appassionati locali sanno da sempre che questo è un territorio straordinario per la bici. Il prossimo obiettivo è creare anche qui un circuito permanente, recuperando 53 chilometri di strade sterrate in cattive condizioni, oggi impossibili per le bici gravel. Le ho mappate, ho portato il progetto in Regione. L’intervento di una ditta specializzata di Trento permetterebbe di recuperarle (per le bici, per gli escursionisti a piedi o a cavallo, per gli allevatori e i contadini della zona) senza alcun danno per l’ambiente”.

Sabato 23 settembre, nella cena prima dell’evento, Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo ha ripreso le parole di Brocci e di Capoferri, ha ricordato che “questa è una terra straordinaria per chi ama la bici”, e ha promesso un intervento pubblico in tempi brevi per creare il “circuito permanente” dell’Eroica Gran Sasso.

Domenica mattina, Marsilio si è presentato alla partenza di Castel del Monte insieme ai suoi 381 “colleghi” di un giorno, e ha percorso senza strappi i suoi 40 chilometri tra Santo Stefano di Sessanio, il Lago Racollo e il valico di Capo la Serra. Un interesse genuino, che fa sperare in degli interventi concreti. Rattrista invece, ma non sorprende, l’assenza dalla manifestazione del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nel cui territorio la Nova Eroica si è svolta, e che dovrebbe avere nel suo DNA la promozione dello sport nella natura e dell’ecoturismo.

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