Alta quota

Marc Subirana e Miquel Mas tornano sul Latok II

I due forti alpinisti catalani ancora in Pakistan per completare la scalata su una big wall di 1.000 metri già tentata lo scorso anno

Marc Subirana e Miquel Mas tornano sul Latok II (7.108 m) in Pakistan, per tentare di portare a termine la via che avevano iniziato ad aprire l’anno scorso. La linea corre su una parete di 1.000 metri, e arriva su un’anticima secondaria del Latok II. “Probabilmente sarà la prima ascesa di una vetta vergine di 6.500 metri nell’area dei Latok”, afferma Subirana in un post sui suoi social. “Al momento siamo preoccupati per le condizioni dell’attrezzatura che abbiamo lasciato sul posto l’anno scorso, ma siamo motivatissimi e vogliamo completare il progetto” continua.

 

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La storia del Latok II

La montagna si trova nel Panmah Muztagh, uno dei luoghi più selvaggi e solitari del Karakorum centrale. Il Latok II è stato il primo dei quattro picchi del gruppo ad essere raggiunto. La prima salita è stata realizzata nel 1977 dagli italiani Ezio Alimonta, Renato Valentini e Toni Mase, passando per la cresta meridionale.
Questo non era il piano iniziale della spedizione: i tre avevano chiesto i permessi per scalare l’Ogre, ma dopo aver appreso che un gruppo di alpinisti britannici era già diretto verso quella vetta, avevano deciso di puntare verso il Latok I (7.145 m). Tuttavia, in considerazione dei frequentissimi distacchi di valanghe sulla parete Sud del Latok I, avevano cambiato un’altra volta la meta dirigendosi sul vicino Latok II.
La prima ripetizione della via sulla cresta Sud fu realizzata solo nell’agosto 2006, ben 29 anni dopo, da una cordata americana composta da Mark Richey, Doug Chabot e Steve Swenson. I tre hanno effettuato la salita in stile alpino.

Una montagna con tante vie. Nessuna banale

In seguito, diverse spedizioni hanno messo gli occhi sul Latok II con l’obiettivo di aprire nuove vie. Tra queste quella di Thomas e Alex Huber, Toni Gutsch e Conrad Anker, che nel 1997 completarono una nuova linea di ascesa sulla parete occidentale battezzandola “Tsering Mosong”, ovvero “lunga vita”. Pochi giorni dopo, una cordata composta da Christian Schlesener e Franz Frendt scalò il Latok II per il canale centrale della cresta NW, chiamando la via “Nomadu”.
Nel 2012 una squadra francese riuscì a superare l’inviolata parte destra della parete SW del Latok II, salvo poi doversi ritirare 100 metri sotto la cima a causa del maltempo in rapido avvicinamento. I francesi diedero alla via il nome “Teorema della Sofferenza”. Più chiaro di così!

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