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Il Sentiero Glaciologico dell’Alta Valsesia ci spiega geoturismo e geodiversità

C’è un territorio dove geologia e cultura si fondono, dove la roccia diventa pietra, dove l’evoluzione naturale scandisce il ritmo delle attività umane: questo territorio è la Valsesia

Siamo in Alta Valsesia, all’interno del Geoparco UNESCO Sesia-Valgrande. Qui la rilevanza degli aspetti geologici e geomorfologici, legata ai processi di formazione della catena alpina, ha plasmato la cultura delle popolazioni locali. Un esempio: quella straordinaria testimonianza costituita dalla popolazione Walser. Una comunità che ha saputo vivere in stretta connessione con i cicli della natura e con la geologia del territorio. Una comunità che ha costruito le proprie abitazioni sfruttando la morfologia del territorio, anche attraverso l’utilizzo di materiali locali. Potrebbero essere definiti come i precursori di quel tanto ambito km zero. Un territorio dinamico nel quale si percepisce il forte legame geologia-geomorfologia e uomo.

Dalla geodiversità al geoturismo

Per parlare di geoturismo bisogna partire dal concetto di geodiversità. Se tutti hanno sentito parlare di biodiversità e conoscono la sua importanza per gli ecosistemi terrestri e per la società, pochi sanno cosa sia la geodiversità e quali siano i servizi che ne possono derivare.

In termini semplici possiamo dire che la geodiversità non è altro che il corrispettivo della biodiversità per tutto ciò che negli ambienti naturali non è animato. L’uomo, che attribuisce un valore scientifico ma anche culturale al patrimonio geologico e geomorfologico, con le sue scelte può determinare se proteggerlo o metterlo a rischio. Ma è davvero così importante cercare di preservare e valorizzare la geodiversità?

Senza geodiversità non può esserci  biodiversità” – afferma il geologo Marco Giardino, coordinatore scientifico dell’Associazione Sesia Valgrande Geopark. “La geodiversità – aggiunge – va intesa come la qualità che dobbiamo cercare di conservare e la geoconservazione come il tentativo di conservarla”. Così come la biodiversità anche la geodiversità è in grado di offrire alcuni servizi all’uomo e anche per questo motivo rappresenta un importante patrimonio ambientale ma anche culturale da tutelare e se possibile da valorizzare. Il geoturismo rappresenta uno dei possibili tentativi. Una di quelle che vengono definite come buone pratiche spesso capaci di creare il giusto equilibrio tra tutela dell’ambiente naturale, necessità dei turisti e sviluppo delle comunità locali.

Il Sentiero Glaciologico del Parco Naturale Alta Valsesia: un esempio di attività geoturistica

Se camminare immersi nella natura alla scoperta del patrimonio geologico-geomorfologico alpino si può definire come attività geoturistica, farlo in un contesto unico come quello dell’Alta Valsesia e per di più “guidati” diventa davvero un’esperienza imperdibile.

Il Sentiero Glaciologico del Paco Naturale Alta Valsesia è un itinerario a tappe che ha come obiettivo quello di far conoscere agli escursionisti l’evoluzione geomorfologica dell’Alta Valsesia. Un’evoluzione legata alle fasi di espansione e ritiro dei ghiacciai del Monte Rosa. Il percorso è organizzato in tappe, ciascuna delle quali è dotata di specifica cartellonistica con la quale vengo descritte le forme, con i relativi processi, che di volta in volta si incontrano lungo l’itinerario.

Il percorso parte dal parcheggio delle Cascate dell’Acqua Bianca, nel comune di Alagna Valsesia a 1500 metri circa di quota, e in circa 2 ore, con un dislivello di 570 m, raggiunge l’Alpe Fun D’Ekku, bellissimo balcone naturale sugli apparati glaciali della parete sud del Monte Rosa. Un sentiero “guidato” che permette agli escursionisti di leggere e riconoscere in modo autonomo le tracce, peraltro molo evidenti, lasciate dall’evoluzione dei ghiacciai dell’Alta Valsesia.

Ogni tappa del percorso è dedicata a una o più forme glaciali, e non solo, che possono essere racchiuse in tre macrosettori: le forme di erosione, quelle di accumulo e ghiacciai valsesiani, o sarebbe meglio dire quel poco che ne resta.

Quando ci troviamo di fronte a un ambiente glaciale o che in passato è stato tale ci dobbiamo porre queste semplici domande: chi ha fatto che cosa, come e perché? Forre, rocce montonate, marmitte dei giganti, valli sospese e cordoni morenici sono solo alcune delle forme che si possono osservare lungo il percorso; un itinerario spazio-temporale alla scoperta di un ambiente estremamente dinamico.

Conoscere il passato, interpretare il presente e progettare il futuro questo dev’essere il paradigma dello sviluppo sostenibile. Uno sviluppo sostenibile che per essere tale deve necessariamente ricomprendere anche un cambiamento culturale. Senza conoscenza non vi può essere sensibilizzazione, punto di partenza per la crescita delle attività geoturistiche. Il geoturismo può rappresentare una nuova modalità “attiva” di salvaguardare e valorizzare i territori alpini.

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