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Il video virale che riapre una riflessione sul rischio crepacci

È un video di aprile 2022 ma è stato repostato da numerosi media. È diventato virale e ci siamo chiesti perchè

Da una decina di giorni circola in maniera virale sui social un video che ritrae un free-rider mentre precipita in un crepaccio dopo il cedimento di un ponte di neve. Si tratta di un documento molto interessante, per la chiarezza delle immagini che illustrano in modo esemplare le dinamiche con cui si innesca una tipologia di incidente molto comune sui ghiacciai, come dimostrano i recenti fatti di cronaca.
Il filmato è stato postato sui canali del gruppo francese Les Powtos lo scorso 18 aprile, ma è stato girato un anno prima come ha verificato il Washington Post, che ha giustamente effettuato le dovute verifiche – o fact-checking, se preferite – necessarie ogni volta che ci si trova a maneggiare materiale diffuso sui social. Per la cronaca, l’incidente è avvenuto nella zona della Meije, nel comprensorio francese di La Grave, e si è concluso positivamente per il malcapitato sciatore che è uscito illeso e in autonomia dal crepaccio.

 

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L’autenticità del video ci consente quindi di inoltrarci in alcune considerazioni tecniche analizzando attentamente le riprese, per trarre qualche insegnamento utile a scopo preventivo visto che nelle ultime settimane il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico ha già effettuato diversi interventi per estrarre persone cadute in crepacci soprattutto nella zona del Monte Rosa.

Iniziamo quindi dalle condizioni in cui si trovano attualmente i ghiacciai alpini, durante un prolungato periodo di siccità estrema che li rende particolarmente poveri di copertura nevosa.
È proprio la neve, con la sua naturale capacità di coesione, l’elemento che costituisce i cosiddetti ponti, grazie ai quali è possibile attraversare i crepacci. Ma è anche la prima trappola, perché può crollare sotto il peso di alpinisti e scialpinisti trascinandoli all’interno delle fenditure dei ghiacciai, come si vede bene nel filmato. Le scarse precipitazioni invernali e primaverili rendono più sottili – e quindi instabili – questi ponti. Se aggiungiamo che la neve è ancora incoerente perché le basse temperature della stagione limitano la trasformazione per l’effetto del rigelo, il livello del pericolo aumenta molto.

Il video ci insegna, inoltre, alcuni ulteriori elementi di rischio specifici della pratica dello sci su ghiacciaio. Lo strumento di sicurezza più importante sui terreni crepacciati è la cordata, che consente di trattenere l’eventuale caduta di un compagno. Ma sciare è prima di tutto divertimento: ci vuole molta determinazione per legarsi in cordata in discesa, limitando i movimenti nella parte più emozionante della gita. C’è poi l’aspetto dell’adrenalina che porta il free-rider nel video a procedere a velocità elevata, accorgendosi solo all’ultimo della presenza di un grosso buco a cui si avvicina troppo, provocando il cedimento del ponte di neve.
Ma, come succede spesso in tanti ambiti della vita, oltre alla fatalità e alla catena di piccoli errori che portano all’incidente, ci sono anche la fortuna e la preparazione che evitano conseguenze più gravi. Il filmato mostra come lo sciatore riesca ad arrestare la caduta nel crepaccio grazie alle lamine degli sci, proprio prima di infilarsi in un imbuto dove sarebbe sicuramente rimasto incastrato e probabilmente sepolto dalla neve che continua a cadere dall’altro. Questo avviene grazie alle sue abilità e sangue freddo, ma anche per la conformazione del crepaccio che consente questo tipo di manovra.

E veniamo al lieto fine che non si vede nel video, ma viene raccontato dai protagonisti. Dall’interno del crepaccio, lo sciatore riesce a sganciarsi gli sci, si attrezza con piccozza e ramponi (che correttamente portava nello zaino) e inizia a risalire i bordi ghiacciati. Sopraggiungono in seguito i suoi compagni, che gli calano una corda con cui assicurarsi nel passaggio più delicato verso l’uscita in superficie.
Tutto è bene quel che finisce bene, possiamo concludere. Senza dimenticare che difficilmente si esce da un crepaccio sulle proprie gambe; quindi meglio evitare.

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