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Trail running e allenamento: gli errori da evitare

Il coach Stefano Ruzza ci spiega come limitare i danni e vivere al meglio la corsa in natura

 

Nel caso della corsa in montagna, come in qualsiasi altro sport, “quando parte la scimmia”… parte! E allora, via di allenamento come dei pazzi, con la sensazione che “più si fa e meglio è”, senza tenere conto di limiti fisici e tempi di riposo/recupero che dovrebbero essere sempre rispettati per non rischiare infortuni.
L’infortunio, quello che costringe a fermarsi e a interrompere gare e allenamenti per giorni (a volte mesi!) è la peggior punizione per il runner che, galvanizzato dalla nuova passione, vorrebbe solamente macinare chilometri e dislivello. Invece, e qua gli esperti la sanno lunga, il corpo va ascoltato e rispettato. Anche quando, davanti a una tabella di allenamento che alterna periodi più intensi ad altri di recupero (o recupero attivo), si ha l’impressione di “fare troppo poco”. Fare troppo poco, per l’appunto, è l’eterna paura. Ma ricordiamo che, senza i corretti tempi di recupero, anche il miglioramento sarà più lento ad arrivare.

Con il coach Stefano Ruzza, che ci ha spiegato come approcciarsi al trail running, abbiamo chiacchierato anche degli errori nei quali, soprattutto se si aspira a una lunga “carriera da runner”, non bisogna cadere. Consci di non poter certo elencare tutti gli errori possibili, eccone alcuni che è bene tenere a mente per limitare i danni e godersi al meglio la corsa in natura.

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