AlpinismoAlta quota

Annapurna. Prime vette di stagione tra gioie e imprevisti

L'Annapurna (8091 m), la vetta più letale del Pianeta, tra sabato 15 e lunedì 17 ha visto andare in scena una successione di summit push che è sembrata infinita

La primavera sugli Ottomila inizia a entrare nel vivo e si registrano le prime vette di stagione. Protagonista è l’Annapurna (8091 m), la decima vetta più alta del Pianeta, la più letale, che tra sabato 15 e lunedì 17 ha visto andare in scena una successione di summit push che è sembrata infinita. Tra i primi arrivi a quota 8091 m, realizzati nella mattina di sabato 15 aprile, è da evidenziare l’impresa di Sajid Sadpara, salito senza ossigeno supplementare né Sherpa di supporto. Il giovane pakistano ha toccato quota 8091 metri alle 12:15 (ora locale). Un successo che lo ha portato a guadagnare il titolo di primo pakistano in assoluto ad aver raggiunto la cima dell’Annapurna senza ossigeno.

Per Sajid l’arrivo in vetta ha rappresentato il coronamento di un sogno, un nuovo passo avanti nel suo progetto di salita dei 14 Ottomila senza ossigeno, nel ricordo del padre Ali Sadpara, scomparso nell’inverno 2020/2021 sul K2. Nel video che ha condiviso sui social, girato quasi in vetta, lo si vede sorridente e rilassato, nonostante la quota proibitiva per gli esseri umani.

 

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L’Annapurna rappresenta il suo quinto 8000 salito con successo, dopo K2, Gasherbrum I e II e Manaslu. Come ha raccontato allo staff del “Team Ali Sadpara” in una conversazione telefonica dopo il rientro al C4, la salita in vetta è stata dura, “perché le condizioni meteo non erano ideali” ed erano presenti “neve profonda e forte vento”. Una volta al campo base ha avuto modo di aggiungere qualche dettaglio, descrivendo l’ascesa come una delle sue esperienze alpinistiche più complesse mai vissute finora. Il tempo non era dei migliori, il vento soffiava forte, c’era troppa neve, e i pendii ricchi di crepacci e con elevato rischio di cadute. Realizzarla senza ossigeno ma mantenendo il ritmo della squadra impegnata ad attrezzare la via di salita (con ossigeno supplementare), è stata decisamente una bella prova. Il ringraziamento più grande è andato a Dawa Sherpa (SST) senza il quale “nulla sarebbe stato possibile”, un grazie sia per il supporto tecnico che “per aver reso il Nepal per me come una seconda casa per me”. Una dedica speciale della salita è stata rivolta “al popolo resiliente del Pakistan”, con l’augurio di superare quanto prima la crisi economica che affligge il Paese.

I primi salitori della stagione

La prima squadra a raggiungere la vetta dell’Annapurna (con ossigeno) nella mattina di sabato, alle 11:15, è stata quella dell’agenzia Imagine Nepal, composta dalle guide Kili Pemba Sherpa, Tamting Sherpa, Phur Galjen Sherpa, Dawa Sherpa, Tshering Samduk Sherpa, Suman Gurung e Ngima Nuru, e dai clienti Wang Zhong (Cina), Naoki Ishikawa (Giappone), Sashko Kedev (Macedonia), Maria Alexandra Danila (Romania) e Nadia Lisa Khoso (UK). Alle 11:35 è arrivato in vetta Pasang Nurbu Sherpa aka Makpa, del team di Seven Summit Treks (SST). Nel pomeriggio alle ore 15:35 si sono registrati altri due arrivi in cima del team Imagine Nepal: quello dell’alpinista canadese Jill Wheatly e di Pemba Chhiri Sherpa. Jill è affetta da un 70% di disabilità visiva e sta tentando di scalare i 14 Ottomila. Con l’Annapurna la sua lista di 8000 arriva a 7 su 14, ha infatti già salito K2, Kangchenjunga, Makalu, Dhaulagiri, Manaslu e Broad Peak. All’orizzonte, sempre in questa stagione, dovrebbero esserci per lei Everest e Lhotse.

Alle 16:00 è poi arrivato in vetta il team di Elite Expedition sotto la guida di Nirmal Purja (salito senza ossigeno supplementare), composto da Mingma Tenzi Sherpa, leader della squadra che ha attrezzato la via fino in vetta, Tejan Gurung, Phura Dorjee Sherpa, Pur Bahadur Gurung, Dawa Temba Sherpa, Karma Geljen Sherpa e le clienti Asma Al-Thani (principessa del Qatar, prima donna del Qatar ad aver toccato la cima di Everest, K2 e Lhotse, e ora anche Annapurna), Anna Gutu (USA) e Alasdair Scott McKenzie (Francia). Nims ha confermato le parole di Sajid, dichiarando che “quest’anno sulla montagna le condizioni si sono rivelate complesse, con intoppi dovuti a valanghe e maltempo. Il processo decisionale è stato difficile, a causa dell’arrivo di report meteo contrastanti che non corrispondevano alle condizioni sul campo.”

Tutti gli alpinisti saliti in cima sabato risultano rientrati al CB senza problemi.

 

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Domenica, seconda ondata di arrivi in vetta

Nella giornata di domenica 16 è andato in scena un secondo attacco alla vetta, con supporto di bombole di ossigeno. A raggiungere quota 8091 metri la squadra di SST composta da Pemba Thenduk Sherpa, Mingtemba Sherpa, Pasang Tenje Sherpa, Phurbu Kusang Sherpa, Tenje Chhumbi Sherpa e Chhepal Sherpa insieme ai clienti Alina Pekova (Slovacchia), Amit Kumar (India), Josette Valloton (Svizzera), Afsaneh Hesami Fard (Iran), Dragan Celikovic (Serbia) e Vibeke Andrea Sefland (Norvegia). E la squadra di Pioneer Adventure composta da Pasang Sherpa e dall’alpinista indiano Satish Gogineni.

 

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Hanno raggiunto la vetta nella giornata di domenica anche l’alpinista giapponese Kyoko Iwata con Chhepa Sherpa. e il francese Jonathan Lamy accompagnato da ChongBi Sherpa. Lamy si è ritrovato ad affrontare una situazione di incertezza, come accaduto sul Denali a Jost Kobusch, ovvero una discordanza tra la posizione segnalata dal Garmin (di cui ha reso disponibile il live tracking) e la sua effettiva localizzazione sulla montagna, ma ci sarà tempo per confermare il suo arrivo in cima. Ciò che preoccupa attualmente è la sua discesa. Negli ultimi messaggi inviati ieri tramite il Garmin da C3, l’alpinista ha menzionato dei congelamenti ai piedi, evidenziando che domani, dopo 2 notti in quota, dovrà assolutamente tentare di arrivare al campo base. Qualora non dovesse riuscirci, considerate le sue condizioni, potrebbe rendersi necessaria una operazione di soccorso.

Terzo giorno di vette

Nella mattina di lunedì 17 aprile è giunto in vetta all’Annapurna un team SST composto dagli altri due pakistani compagni di avventura di Sajid Sadpara, Naila Kiani, prima donna pakistana a salire in cima all’Annapurna, con ossigeno e Shehroze Kashif (The Broadboy), l’indiano Arjun Vajpai (che dovrebbe essere salito senza ossigeno supplementare), l’irlandese Noel R. Hanna, Lakpa Nurbu Sherpa, Tashi Sherpa e Dawa Nurbu Sherpa. In cima anche un team di Pioneer Adventure composto dall’alpinista indiano Piyali Basak e Dawanuru Sherpa.

SST ha inoltre reso noto che, dopo una rapida acclimatazione (una singola rotazione svolta nei giorni scorsi), sono saliti a 8091 metri anche i polacchi Oswald Rodrigo Pereira e Bartosz Ziemski, impegnati nel MAD Ski project, progetto che prevede di realizzare nel corso della primavera la salita senza ossigeno e senza Sherpa di supporto di due 8000, Annapurna (8091 m) e Dhaulagiri (8167 m), e di effettuarne la discesa sugli sci. Un exploit un po’ a sorpresa, a distanza di due giorni da un aggiornamento in cui Oswald Rodrigo Pereira riportava difficoltà impreviste, ma siamo positivi e tra qualche giorno scriveremo qualcosa di più”. I due risultano rientrati al C4 (insieme al resto del gruppo di alpinisti arrivati in vetta in giornata). Bartek, secondo quanto riportato da Oswald, sarebbe riuscito a scendere con gli sci dalla vetta a 4800 metri, fin dove la neve lo ha consentito.

 

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Un alpinista disperso

Nella giornata di ieri, accanto ai numerosi arrivi in vetta, si è registrato un primo incidente sull’8000. L’alpinista indiano Anurag Maloo, secondo quanto dichiarato da Seven Summit Treks all’Himalayan Times, sarebbe caduto in un crepaccio tra C3 e C2 mentre era in fase di discesa, dopo aver abbandonato il suo tentativo di vetta a C4. Nella zona è stata avviata una operazione di ricerca. Nell’impossibilità causa meteo avverso di avviare una ricerca aerea, è stato effettuato in giornata un primo sopralluogo da parte di 3 Sherpa che non sono però stati in grado di localizzarlo. Si attendono aggiornamenti.

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