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Cosa fare e non fare in caso di incontro con un orso

Lo scorso 5 marzo un escursionista è stato attaccato e ferito da un orso in Val di Rabbi (TN). Le aggressioni da parte del plantigrado sugli esseri umani sono eventi rari – ma possibili – che richiedono alcune misure di precauzione da parte di chi si avventura in montagna. D’altronde, la presenza di questo straordinario animale nelle Alpi è una risorsa per gli equilibri ecologici dell’ambiente naturale, ma costringe ad alcune strategie di adattamento tutti coloro che frequentano le montagne per lavoro – gli allevatori, in primis – e nel tempo libero. Per raccogliere alcune norme di comportamento in caso di incontro con un orso, abbiamo coinvolto Alessandro De Guelmi, veterinario ed esperto di plantigradi, già responsabile di 18 catture in Provincia di Trento.

Sta iniziando la stagione di uscita dal letargo degli orsi. Gli attacchi dopo l’inverno sono legati all’appetito con cui i plantigradi si riaffacciano dalla tana?

Assolutamente no, per due motivi. Il primo: il metabolismo degli orsi si attiva molto lentamente dopo il letargo. Occorrono diversi mesi prima che tornino a riacquistare il peso precedente al lungo sonno perché il loro organismo ha bisogno di molto tempo per ricominciare a carburare. Sembra paradossale, ma in questo periodo dell’anno, non sono per niente affamati. Il periodo dell’iperfagia si manifesta verso la fine dell’estate quando avvertono maggiormente la necessità di accumulare grasso in previsione dell’inverno successivo. L’altro aspetto determinante è che gli orsi non attaccano con istinto predatorio.

Quindi, qual è la motivazione delle aggressioni verso gli esseri umani?

Gli attacchi dell’orso sono provocati dalla paura; dal 2015 a oggi, in Europa, se ne contano circa 400 e in nessun caso si è trattato di predazione. Fondamentalmente l’orso è un animale molto timoroso per cui si comporta in maniera aggressiva soltanto se si sente minacciato. Per esempio, nella stragrande maggioranza dei casi, le persone ferite dai plantigradi sono escursionisti soli, che si muovono nei boschi in silenzio e colgono di sorpresa l’animale. Circolano diversi filmati in cui l’orso defeca dopo aver manifestato aggressività perché la sua reazione emotiva è fortissima. In maniera inelegante, possiamo dire che se la fa addosso.

Alcuni anni fa, ha avuto grande circolazione il video di un bambino che assisteva a un incontro molto ravvicinato con un orso. Cosa possiamo imparare da quel documento?

Si tratta di una testimonianza preziosa che ci insegna alcuni aspetti molto importanti. Innanzitutto, è il comportamento tranquillo del bambino che ha convinto l’orso ad allontanarsi evitando conseguenze più gravi. L’animale, che probabilmente non lo aveva sentito arrivare, ha reagito in maniera aggressiva ma non ha visto nel bambino una minaccia per cui non ha sentito il bisogno di attaccare. Inoltre, questo caso dimostra che non aveva intenzioni predatorie, altrimenti avrebbe assalito un obiettivo molto facile come quello.

Perché gli orsi, pur essendo carnivori, non ci considerano delle prede?

Questo è un aspetto che non abbiamo ancora ben capito. Il lupo, l’altro carnivoro opportunista tornato nelle Alpi, ha invece un fortissimo istinto predatorio che viene compensato dal timore atavico nei confronti degli umani. Gli attacchi da lupo sono più rari ma, da quanto si verificava nei secoli passati, rivolti alle prede più facili, molto spesso ai bambini. Invece, l’orso aggredisce più spesso gli adulti, cioè coloro che rappresentano una minaccia maggiore. Quanto accaduto recentemente a Rabbi dimostra che l’obiettivo dell’orso non era uccidere, ma semplicemente rendere inoffensivo l’escursionista che si è trovato davanti.

Veniamo allora ai cosiddetti consigli utili nel caso di un incontro ravvicinato con l’orso.

Intanto, dobbiamo cercare di evitare di imbatterci in un orso semplicemente segnalando la nostra presenza perché lui, per primo, non ha nessun piacere di incontrarci. È importante farci sentire, quindi chiacchierare se siamo in compagnia oppure fare rumore se siamo da soli, per esempio con qualche colpo di tosse o battendo di tanto in tanto i bastoncini. Senza spaventarlo, però, quindi lasciando stare urla e schiamazzi che potrebbero essere percepiti come una minaccia. Così come è fondamentale, oltre che obbligatorio per legge, tenere i cani al guinzaglio perché infastidiscono gli orsi, soprattutto le femmine con i cuccioli.

E se malauguratamente dovessimo trovarcene davanti uno?

Forse è più difficile a dirsi che a farsi, ma non bisogna assolutamente cedere al panico. Come ho detto, l’orso è molto timoroso quindi ogni nostra manifestazione di terrore gli provoca una sensazione analoga e lo porta a comportamenti incontrollati. Allo stesso modo non bisogna scappare perché in quel caso si attiva l’istinto predatorio dell’animale. Insomma, occorre restare fermi senza reagire nemmeno nel caso del cosiddetto falso attacco che molti orsi compiono prima di scappare via. Un altro aspetto da tenere presente è che l’orso non si alza in piedi per aggressività, ma per usare il suo senso migliore, cioè l’olfatto. Se ne incontriamo uno in posizione eretta sulle zampe posteriori, probabilmente ci sta annusando prima di allontanarsi.

Eppure in diversi casi si è proceduto alla cattura di orsi problematici, che rappresentavano una minaccia per gli esseri umani. Perché avviene ciò?

Sono i cosiddetti orsi confidenti, quelli che perdono il loro istintivo timore verso gli umani. E quasi sempre la causa siamo noi, sono i nostri rifiuti che attirano i plantigradi verso i centri abitati alla ricerca di cibo facile, sono le persone che usano esche alimentari per vederli più da vicino. Insegnare questi comportamenti a un orso equivale a ucciderne la natura selvatica e la capacità di vivere nel suo ambiente. Un orso che si abitua a ricevere cibo imparerà a chiederlo e ben presto inizierà a pretenderlo, diventando una minaccia per gli esseri umani e costringendo squadre di guardie faunistiche e veterinari a catturarlo condannandolo a vivere in cattività.

Qual è il modo migliore per approcciarsi all’orso?

Per me, l’orso è simbolo di equilibrio e armonia: se si ha la fortuna di incontrarne uno, bisognerebbe osservarlo con la capacità naturalistica di godere di ciò che si osserva.

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