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Come leggere i bollettini valanghe di AINEVA

Con l’arrivo delle prime nevicate molti appassionati che si sono collegati al sito internet di AINEVA per avere gli ultimi aggiornamenti sul bollettino valanghe si saranno accorti del profondo aggiornamento che il portale ha subito negli ultimi mesi. Si tratta in realtà di novità introdotte già a marzo dall’Associazione Interregionale Neve e Valanghe, ma passate inosservate ai più, causa le esigue precipitazioni della scorsa stagione fredda.

L’obiettivo è rendere più comprensibile e diretta la lettura di uno strumento fondamentale sia per gli enti pubblici interessati a prevenire danni da evento valanghivo su infrastrutture abitative e sulla rete stradale, sia per i privati che si avventurano su percorsi innevati durante le attività del tempo libero in montagna. Il bollettino valanghe è il risultato di un complesso lavoro fatto di studio scientifico, rilievi sul campo e analisi approfondite che deve poi essere tradotto in un linguaggio accessibile e comprensibile ai non addetti ai lavori. In più, trattando una materia, come la neve, tanto evanescente e variabile quanto pericolosa, le difficoltà aumentano ulteriormente.

Per raccontare meglio questo pacchetto di novità abbiamo interpellato Igor Chiambretti, responsabile tecnico di AINEVA e Mattia Faletto di ARPA Piemonte che per AINEVA coordina il gruppo previsori.

Quali sono le principali novità del bollettino valanghe emesso da AINEVA?

Dal punto di vista dell’utenza – esordisce Chiambretti – abbiamo realizzato un prodotto più omogeneo e standardizzato nei contenuti che viene pubblicato contemporaneamente in 7 lingue per favorire la consultazione da parte degli stranieri che intendono avventurarsi sulla neve nel nostro territorio. Inoltre è stata introdotta una suddivisione del pericolo per fasce altimetriche e in ogni bollettino i diversi settori montani vengono aggregati di volta in volta secondo caratteristiche comuni basate sulla copertura nevosa e omogeneità del grado di pericolo. In realtà, a monte di ciò, vi è l’introduzione di una nuova piattaforma che consente ai rilevatori di collaborare direttamente e in tempo reale alla stesura del bollettino per favorire lo scambio di opinioni ed esperienze che inevitabilmente arricchiscono in precisione e attendibilità il risultato finale. Questo tipo di strumento era stato sperimentato e introdotto grazie a un progetto pilota chiamato Euregio sviluppato dal Land del Tirolo e dalle provincie autonome di Trento e Bolzano”.

Perché queste novità?

“Anche grazie ai dati estrapolati dal sito internet – prosegue Chiambretti – ci rendevamo conto che la consultazione del bollettino valanghe avviene secondo modalità estremamente diverse. Si va da chi lo legge e lo analizza con estrema attenzione, a chi lo consulta per pochi secondi. Il nostro obiettivo, condiviso con i partner dell’European Avalanche Warning Services, era realizzare uno strumento in grado di comunicare secondo registri linguistici diversi per trasmettere a tutte le categorie di utenza le competenze per gestire l’esposizione al rischio valanghe. Negli ultimi anni, il numero di persone che frequenta la montagna invernale e i terreni innevati è notevolmente aumentato, spesso senza passare attraverso i canali tradizionali di formazione come le scuole CAI o i corsi organizzati dalle Guide alpine. Questo significa che il bollettino si deve rivolgere a un pubblico che possiede una base di conoscenze molto diversa rispetto a non molti anni fa“.

Concretamente come si consulta il nuovo bollettino?

Aprendo la sezione “bollettino” del sito aineva.it – si inserisce Faletto – compare innanzitutto una mappa dei territori coperti dal servizio AINEVA, cioè le regioni alpine e le Marche, oltre alle principali aree oltralpe. Tutte queste zone sono presentate con i colori relativi al grado di pericolo su cui ci si può spostare con il cursore o zoomare per ottenere una visione più dettagliata. Scorrendo lo schermo con la freccina del mouse, si evidenziano i confini delle aree omogenee individuate dai previsori su cui, cliccando, compariranno le icone relative al grado di pericolo suddiviso per fascia altimetrica e il problema valanghivo prevalente, individuato in base alle criticità del manto nevoso. In questo modo si ottengono rapidamente le principali informazioni di base che si possono ulteriormente approfondire andando a leggere il bollettino testuale relativo a quella zona. Vi è poi la possibilità di accedere alla sezione blog dove le varie organizzazioni regionali o provinciali analizzano nel dettaglio alcuni aspetti significativi legati alla contingenza come condizioni particolari del manto nevoso, scenari di pericolo specifici o analisi di eventi valanghivi e incidenti. I bollettini vengono aggiornati alle ore 17 per il giorno successivo e diffusi attraverso vari canali come, per noi in Piemonte, tramite l’applicazione Telegram. Inoltre, alcuni servizi regionali realizzano anche dei video-bollettini in previsione dei weekend e dei periodi di maggiore frequentazione delle montagne“.

AINEVA esiste dal 1983 e da allora ha diffuso tra le montagne del nostro paese una cultura della prevenzione degli incidenti da valanga con un lavoro prezioso. Quali sono i risultati misurati su una scala di tempo così ampia?

“Le statistiche – conclude Chiambretti – ci dicono che il numero di persone decedute in valanga è rimasto grossomodo stabile in questo quarantennio, ma è aumentato notevolmente il numero di frequentatori della montagna invernale e degli incidenti da valanga senza vittime. Parliamo di una tipologia di episodi in cui la probabilità di sopravvivenza è molto bassa, si aggira intorno al 50%. Quindi questi dati ci dicono che il lavoro di prevenzione è certamente utile come è fondamentale avere con sé Artva, pala e sonda, oltre a saperli usare. Al di là degli obblighi di legge”.

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