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La vedova del fondatore di The North Face dona 93mila ettari di terreno al Cile: diventeranno un Parco

A fine 2022 la cessione dell’azienda Patagonia a una no-profit che si occupa di tutela dell’ambiente, quest’anno la decisione della vedova del fondatore di The North Face di regalare oltre 93mila ettari di terreno al Cile per farli diventare un parco naturale. E così, due aziende storicamente legate, fondate da imprenditori che erano prima di tutto amici fra loro, che hanno condiviso obiettivi, dirigenti, approccio al business e ovviamente anche un’inevitabile rivalità, finiscono in qualche modo per inseguirsi anche nel fare del bene.

Un’area più ampia del Grand Teton National Park

L’ultima notizia riguarda Kristine McDivitt Tompkins, vedova di Douglas Rainsford Tompkins, fondatore di The North Face scomparso nel 2015, e anche prima CEO di Patagonia: la donna, che oggi è presidente della fondazione benefica che porta il suo nome, ha appunto deciso di restituire al Cile un enorme appezzamento di terreno nel punto più meridionale dello Stato. Gli oltre 93mila ettari di spazio (231mila acri) si trovano un centinaio di chilometri a sud della città cilena di Punta Arenas e nelle intenzioni, secondo quanto spiegato da Tompkins al presidente Boric, dovrebbero costituire la base per la creazione di un Parco Nazionale.

L’idea è quella di riclassificare le proprietà demaniali nelle vicine zone di capo Froward e del río Batchelor e di farne un’enorme area protetta, che sarebbe più estesa del Grand Teton National Park negli Stati Uniti. In gran parte inesplorata, questa regione del Cile è l’habitat naturale di molte specie a rischio estinzione o comunque altamente minacciate, come il cervo guemal e l’oca testa rossa, e anche di molte forme di vita marina, come pinguini di Magellano, delfini, balene, megattere e alghe. Non solo: coperta quasi per metà da una fitta foresta subantartica e da torbiere, l’area oggetto della donazione è in qualche modo anche fondamentale per l’immagazzinamento della CO2 e dunque per il contrasto al cambiamento climatico.

Incontrando il presidente Boric, Kristine Tompkins ha ricordato che “è difficile credere che solo un quarto della Terra sia rimasto intatto, nonostante che ormai sia chiaro che gli ecosistemi completi e vivi sono la principale forza vitale del pianeta” e che “sono orgogliosa che il Cile abbia riconosciuto che i parchi nazionali possono essere benefici sia per la natura sia per le persone”.

Di seguito la mappa dell’area di Capo Froward:

Da dove viene questo terreno?

Abbiamo scritto che Tompkins ha “deciso di restituire al Cile” queste aree perché sono una (relativamente piccola) parte di quelle che lei e il marito acquistarono con lo scopo di salvarle dall’urbanizzazione. I due si sposarono nel 1993, entrambi abbandonarono i loro lavori in Patagonia e The North Face, e proprio in quegli anni iniziarono a comprare larghi appezzamenti di terreno fra Cile e Argentina, creando l’associazione Tompkins Conservation appunto con l’intenzione di farli diventare riserve o parchi nazionali in un futuro che si sperava non fosse troppo lontano.

Non si sa con precisione di quanto terreno si tratti: stime recenti parlano di oltre 2 milioni di acri complessivi fra i due Paesi (cioè quasi 10 volte lo spazio donato al Cile), che Kristine Tompkins sta cercando di proteggere e valorizzare attraverso il lavoro della sua fondazione. Per proseguire il lavoro iniziato insieme con il marito, cioè “l’imprenditore che voleva salvare il paradiso”, prendendo in prestito l’espressione scelta dall’Atlantic per descrivere Tompkins, pochi mesi prima della sua morte.

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