AlpinismoAlta quota

Alex Txikon è in vetta al Manaslu di inverno! Moro a Kathmandu

Eravamo tutti rimasti con Alex Txikon e i suoi compagni sherpa in salita a fissare i campi e con gli occhi puntati ai bollettini meteo per valutare “le possibili strategie“. Oggi scopriamo che in realtà lo sguardo era fisso sull’obiettivo finale: la vetta.

Questa mattina alle 9.30 locali Alex Txikon, Tenjen Lama Sherpa, Pasang Nurbu Sherpa, Mingtemba Sherpa, Chhepal Sherpa, Pemba Tasi Sherpa e Gyalu Sherpa hanno toccato insieme la cima del Manaslu in inverno, che con i suoi 8163 metri è l’ottava montagna della Terra. Per lo spagnolo è la seconda salita invernale dopo quella del Nanga Parbat, una prima assoluta. Il Manaslu è invece già stato salito in inverno dai polacchi Maciej Berbeka e Ryszard Gajewsk nel 1984.

Purtroppo, nell’elenco dei salitori non c’è Simone Moro. Come avevamo dato notizia ieri, il bergamasco è tornato al campo base dopo aver raggiunto i 6300 metri a causa di problemi intestinali. “Sono rientrato da solo al campo base e ho seguito con gioia la loro, nostra scalata – scrive Simone -. Non sono abituato a intristirmi né a rammaricarmi per un pezzo di vita che ha epiloghi diversi per la mia persona. Sono felice di aver condiviso tanti inverni con Alex e che lui sia andato in cima nel giorno perfetto che avevamo corteggiato e atteso. Il destino ha voluto che io non ci fossi, ma che tutto la squadra realizzasse il progetto. Il destino non ha neppure deciso che io abbia perso la motivazione… Un altro costruttivo arrivederci alle montagne nepalesi e ora aspetto Alex per far festa con lui e tutta la squadra“.

Oggi è stato elitrasportato a Kathmandu per fare alcuni accertamenti medici. “Sto sostanzialmente bene, penso di avere un problema intestinale che mi ha provocato ininterrotta dissenteria negli ultimi 3 giorni. Erano i giorni perfetti per il tentativo alla cima del Manaslu, quelli che aspettavo da 5 anni, ai quali mi sono fatto trovare pronto e che ho iniziato strategicamente a utilizzare per andare in vetta. Il malessere fisico però non era previsto, il meteo non posticipabile, i pericoli annessi ad una forte debolezza fisica non eludibili” fa sapere Moro.

Dispiace per Simone che da cinque inverni insegue questo sogno. Complimenti invece ad Alex e a tutta la sua squadra. La loro è stata una spedizione fortunata per il meteo e le condizioni travate sulla montagna. A loro merito va la programmazione ottimale, la preparazione fisica e la determinazione mentale. I sette sono infatti saliti avendo già allestito solo fino a campo 3, 6900 metri; da qual punto hanno progredito direttamente verso la vetta. Quello che si può ulteriormente dire è che la strategia che gli alpinisti stanno adottando da qualche anno di arrivare al campo base già perfettamente acclimatati per gli 8000 metri si è rivelata certamente vincente. Consente infatti di poter sfruttare tutte le finestre di bel tempo per i tentativi di vetta, senza doverne “sprecare” alcune per allenare il corpo alla quota.

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