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Pista da bob olimpica a Cortina: sì o no? A gennaio la decisione finale

E intanto avanza l'idea di un villaggio olimpico a basso impatto

L’appuntamento con le Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 si avvicina ed è tempo di premere sull’acceleratore per completare la scelta delle infrastrutture che ospiteranno i Giochi, e avviare i necessari cantieri per opere di ammodernamento o di realizzazione ex novo. Dopo mesi di aspre polemiche, nelle prossime settimane verrà affrontato in maniera definitiva il delicato punto “pista da bob a Cortina”. Per il 18 gennaio è infatti stata convocata la Conferenza di servizi decisoria per l’esame e l’approvazione del progetto del nuovo Sliding centre di Cortina d’Ampezzo (BL) da adibirsi alle discipline del bob, parabob, slittino e skeleton. Progetto che prevede la riqualificazione della pista da bob “Eugenio Monti”, un simbolo per la città di Cortina. Inaugurata nel 1923 e utilizzata come tracciato nelle Olimpiadi invernali di Cortina 1956, la pista ha subito un netto declino negli ultimi decenni. Nel 2008 l’Amministrazione comunale ne ha disposto al chiusura definitiva per eccessivi costi di gestione.

Riportarla alla luce, smantellandone e ricostruendone gran parte, rappresenterebbe un progetto oneroso e poco sostenibile, come evidenziato dalla CIPRA, la cui approvazione escluderebbe definitivamente l’ipotesi di un utilizzo, con minori costi e impatti, di strutture già pronte all’uso, quali la pista da bob di Innsbruck, in Austria, o quella di Cesana, in Piemonte, risalente alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, che la Città Metropolitana di Torino si è dichiarata pronta a mettere a disposizione delle Olimpiadi di Milano Cortina, assieme al trampolino di Pragelato, in caso di criticità e ritardi non colmabili.

A sostegno della realizzazione dello Sliding Center, evidenziandone l’importante ruolo di conservazione della memoria olimpica di Cortina, a voler tessere un filo invisibile tra i Giochi del 2026 e quelli del 1956, è un teaser diffuso dalla SIMICO (Società Infrastrutture Milano Cortina 2020 – 2026 SPA), società che svolgerà tutte le attività di realizzazione, quale centrale di committenza e stazione appaltante, anche stipulando convenzioni con altre amministrazioni aggiudicatrici, delle opere connesse allo svolgimento dei XXV Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali del 2026.

Un villaggio olimpico sostenibile

Maggiormente improntata alla sostenibilità rispetto allo Sliding Center risulta essere invece l’idea progettuale del villaggio olimpico che sorgerà a Cortina che, come dichiarato di recente dal sindaco Gianluca Lorenzi, dovrebbe essere realizzato in zona Campo, un’ampia spianata sulle rive del torrente Boite, in modalità temporanea, con intento di essere smantellato a fine Giochi per lasciare nuovamente spazio ai prati.

Una ipotesi ancora in fase di valutazione ma, come evidenziato dal Sindaco, con alte probabilità che si realizzi. La zona interessata dal progetto è la medesima in cui si disputarono le gare di fondo nel corso delle Olimpiadi di Cortina del 1956, evento nel corso del quale già furono installate strutture provvisorie, delle casette in legno successivamente rimosse. La località Boite andrebbe così a sostituire la prima location, suggerita nel dossier di candidatura, ovvero Fiames, ove era prevista la realizzazione di alloggi stabili sulla pista del vecchio aeroporto.

In località Campo dovrebbero dunque essere trasferiti per il tempo necessario allo svolgimento dei Giochi dei container navali e prefabbricati. Al pari della questione pista da bob, si spera di disporre di un progetto definitivo entro fine mese.

Nel mentre a Milano procedono i lavori di realizzazione del villaggio olimpico dello Scalo ferroviario di Porta Romana. Anche in questo caso un progetto attento all’impatto ambientale, primo tassello di un più ampio percorso di rigenerazione urbana dello Scalo, che prevede la trasformazione dell’area in un quartiere nel verde, con un grande Parco Centrale, connessioni pedonali e ciclabili, eco-zone, piazze pubbliche e una Foresta Sospesa. Il villaggio, che risulterà funzionale a offrire uno spazio primario per le Olimpiadi Invernali 2026, ospitando oltre 1400 atleti, diventerà poi un bene restituito alla comunità cittadina. Gli edifici saranno riconvertiti in studentato e si prevede per il futuro post olimpico anche la realizzazione di serre e orti, che potranno fornire alimenti a km 0 a studenti e cittadini.

Per minimizzarne l’impatto ambientale si è puntato su una attenta scelta dei materiali di costruzione, prediligendo legno e materiali a basso tenore di carbonio, e una oculata progettazione architettonica e impiantistica. Gli edifici rispetteranno i requisiti NZEB, con utilizzo di sistemi passivi di raffreddamento e pannelli solari. Si prevede che il 30% dell’energia venga fornita da pannelli solari, un +50% di riutilizzo di acque meteoriche e una riduzione del 40% delle emissioni di CO2 per raffreddamento e riscaldamento. La consegna del villaggio è prevista entro il 31 luglio 2025. Al termine dei Giochi, entro il 31 luglio 2026, si prevede la riconsegna degli edifici e degli spazi alla città.

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