Crozza/Zaia e la polemica sulla pista da bob di Cortina
“Ce l’abbiamo già una pista quasi nuova, l’avevamo fatta per le Olimpiadi di Torino 2006. Ci era costata 110 milioni di Euro. In questo Paese spendiamo più in piste da bob, che in sanità”. Così Maurizio Crozza a proposito dei costi di rifacimento e ammodernamento della pista da bob di Cortina in previsione delle Olimpiadi invernali del 2026, poco prima di presentarsi nelle vesti del governatore della Regione Veneto Luca Zaia e riprendere ironicamente la polemica.
Quella relativa alla pista da bob di Cortina è una polemica che va avanti da tempo ormai. Da quando si è deciso per la sua “ristrutturazione” da circa 80 milioni di Euro in vista dei giochi olimpici. Con l’arrivo, una settimana fa, dell’accordo tra Regione Veneto e Commissario straordinario del dipartimento dello sport si riaccendono i riflettori sulla questione olimpica e sulle spese potenzialmente evitabili legate ai giochi.
Declino olimpico
Inaugurata nel 1923 e chiusa nel 2008 la pista olimpica Eugenio Monti di Cortina rappresenta un pezzo di storia per le discipline del bob e dello slittino in Italia. Il tracciato è infatti stato grande protagonista delle Olimpiadi di Cortina del 1956.
Al tempo della sua inaugurazione era un impianto all’avanguardia, dotato di speciali tubazioni che ne permettevano un facile e veloce congelamento. Anche per questo nel 1928 si trovò a ospitate i Campionati mondiali universitari invernali. Successivamente, grazie anche a nuovi lavori di ammodernamento, ospitò diverse edizioni dei campionati mondiali di bob.
Nel 1960 ospitò ancora campionati mondiali di bob, evento realizzato in sostituzione della gara olimpica non disputata durante l’olimpiade invernale di Squaw Valley (USA), dove venne deciso di non costruire una pista da bob dedicata alla manifestazione.
Gli anni Ottanta e Novanta videro ancora qualche manifestazione sulla pista iridata poi, con l’arrivo del nuovo millennio, si assistette a un lento declino. Fino al 2008 quando l’amministrazione comunale di Cortina d’Ampezzo prese la decisione di chiudere l’impianto per i costi di gestione troppo elevati. Negli anni di abbandono la pista ha subito gli effetti di sole, pioggia e gelo degradandosi sempre più. Un po’ come la memoria olimpica di Cortina 1956 che, guardandosi bene attorno, lascia solo vecchie strutture in cemento e quei cinque cerchi sbiaditi dal sole alla base del Trampolino Italia, chiuso dal 1990.
Rinascita olimpica
Se lo chiedono in molti, anche tra i cortinesi, se abbia davvero senso spendere milioni di Euro per il rifacimento della pista da bob. Secondo il presidente Zaia si tratta di un’operazione fondamentale, altrimenti la partecipazione del Veneto alle Olimpiadi risulterebbe irrilevante: a Cortina rimarrebbero unicamente le gare di curling e di sci alpino femminile.
Per rimetterla in funzione non basta però un’imbiancata alle pareti. Gran parte della pista va smantellata e costruita ex novo. Le curve non sono più a norma, vanno “ammorbidite” perché possano adattarsi alle discipline dello slittino e dello skeleton. Gli interventi avranno quindi un certo impatto che, pare, stiano preoccupando molte persone. Lo scorso agosto l’associazione Comitato Civico Cortina ha promosso un sondaggio tra gli abitanti di Cortina chiedendo se fossero a favore o meno del rifacimento e la ragione della loro risposta. I dati raccolti hanno dimostrato come il 60 percento delle persone intervistate ritenga l’intervento dannoso da un punto di vista ambientale. Allo stesso modo il 70 percento del totale delle interviste ah dichiarato di essere favorevole allo spostamento delle gare in un’altra località. La più vicina sarebbe Innsbruck, ma ci sarebbe anche la possibilità di guardare a ovest, verso il Piemonte. A Cesana torinese, si trova l’impianto realizzato per le Olimpiadi del 2006, anche lui ormai chiuso da anni. Lo si potrebbe rimettere in funzione con una spesa di dieci milioni di Euro, la stessa cifra che a Cortina servirebbe per la prima fase di demolizione della struttura. L’olimpiade è un momento di grande prestigio internazionale, si celebra la bellezza e l’eleganza dello sport. Dopo cosa rimane? Torino è testimone di gioia e dolori. La città ha guadagnato, le valli hanno perso. Vogliamo commettere nuovamente gli stessi errori?
Il video di Maurizio Crozza
Il video intero è presente in streaming sul sito Discovery+
E’ inutile………i nostri politici sono troppo abituati a giocare a fare i fino…. con il nostro c..o. Nemmeno piu’ una rivoluzione ci salverebbe!!!
Zaia darebbe l’ok per installare pale eoliche e pannelli fotovoltaici anche sulle 3 cime di Lavaredo.
Mi unisco al coro dei dissenzienti. A Cortina basta già lo scempio che stanno facendo sulle piste delle Tofane.