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Marmolada, gli impianti di sci chiedono la riapertura del ghiacciaio: danni economici incommensurabili

Ai piedi della Marmolada in questi giorni si discute della chiusura del ghiacciaio, ancora oggi vietata dopo il crollo dello scorso luglio che ha causato la morte di 11 persone.

Le preoccupazioni per la stagione sciistica

Una scelta, quella di mantenere la zona rossa da parte del Comune di Canazei, che trova spiegazione nelle temperature alte che hanno caratterizzato questo autunno con lo zero termico fino a settimana scorsa oltre i 3000 metri. Decisione che però non trova il favore della società Marmolada Srl, che gestisce il comprensorio sciistico. La preoccupazione è che il perdurare del divieto possa compromettere la stagione turistica, come spiega in una nota: ‘”La stagione invernale è alle porte, manca meno di un mese. Da sempre novembre è fondamentale per la preparazione delle piste e degli impianti per l’avvio regolare dell’attività 2022/2023. Ogni giorno è prezioso. La funivia della Marmolada, che parte e arriva in provincia di Belluno, vede la propria pista svilupparsi in gran parte in provincia di Trento, perché attraversa il ghiacciaio. Come gestori dell’impianto siamo pronti ad avviare i lavori di preparazione della pista ma il Comune di Canazei continua a vietare l’accesso al ghiacciaio“. Inoltre, il comprensorio fa notare che il distacco di luglio è avvenuto in un’area che non interessa le piste da sci.

Marmolada Srl spiega anche di aver chiesto chiarimenti al Comune, il quale ha risposto opponendo una perizia, che però, contesta la società, non è mai stata redatta ed è stata avviata quando le temperature erano eccezionalmente alte, quindi oggi inattuale, dato che finalmente la colonnina di mercurio è scesa sotto lo zero. “Se il permesso di preparare la pista e poi di aprirla agli sciatori non dovesse arrivare tempestivamente, i danni economici sarebbero incommensurabili per tutta la vallata, che vive dell’attività turistica invernale, dall’impianto di Malga Ciapèla a quelli che lo connettono con Arabba”, avverte la Marmolada Srl.

La risposta della Provincia di Trento

Dal canto suo si è anche attivata la Provincia di Trento, spiegando come la sicurezza delle persone è l’aspetto più importante. “Per questo motivo il Dipartimento Protezione civile, caccia e pesca della Provincia autonoma di Trento e il Comune di Canazei stanno compiendo i necessari approfondimenti tecnici prima di procedere con la riapertura del ghiacciaio, in vista della stagione invernale. Ad oggi, infatti, è ancora in vigore l’ordinanza del sindaco del centro fassano che istituisce la zona rossa. L’obiettivo è quello di consentire l’accesso all’area nel più breve tempo possibile, ma sulla base di elementi tecnici il più possibile certi, guardando in primis all’incolumità di quanti saliranno in quota.

Va detto infatti che – fino a qualche giorno fa – anche sulla Marmolada si sono registrate temperature straordinariamente alte” continua la Pat. “Dopo la nevicata che ha imbiancato la regina delle Dolomiti, ci si aspetta dunque una stabilizzazione delle basse temperature (ma 5 giorni fa a Canazei erano strati raggiunti i 22 gradi). I provvedimenti da assumere dovranno peraltro essere funzionali alle previsioni gestionali future, affinché non ci si trovi impreparati all’eventuale ripetersi delle condizioni che si sono verificate l’estate scorsa.

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4 Commenti

  1. Ogni tanto nella moderna guerra della Marmolada ricominciano gli spari fra i comuni di Canazei e Rocca Pietore, Trento e Belluno…. autonomi e non…. ricchi e meno….. seri e furbetti… e chi più ne ha più ne metta.
    Ma magari sono solo mie impressioni.

  2. Certo è facile per gli impiantisti chiedere ad altri di assumersi la responsabilità di riaprire la montagna. Quel qualcuno che dovrà firmare il documento di riapertura del ghiacciaio, dopo quello che è successo, ha tutte le sante ragioni di pretendere che ci sia la sicurezza necessaria: se le temperature son quelle che sono (alte) vorrei dare la penna in mano a uno degli impiantisti e chiedergli di firmare lui la riapertura del ghiacciaio e delle sue attività. Con il mondo come sta andando ora poi, sono bravi a pensare alla stagione sciistica. Fossi in loro inizierei a trovarmi un altro lavoro.

  3. Il problema è questo: gli impianti sono in Veneto e le piste in Trentino, e quest’ultimo ha tutto l’interesse a dirottare altrove gli sciatori dal momento che quest’anno, fra rincari ski-pass, bollette e inflazione, si prospettano affari magri.

  4. Con tanti saluti alla sostenibilità ambientale, al virtuoso utilizzo delle risorse etc. Tutte parolone che riempiono la bocca e poi quando toccano gli interessi economici vengono presto dimenticate

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