Aggiornamento 11/07/2022 ore 8.00 – Le analisi scientifiche dei Ris sui reperti raccolti nei giorni scorsi hanno permesso di identificare tutte le vittime della tragedia della Marmolada. Il bilancio definitivo è di 11 vittime e 7 feriti.
“Abbiamo identificato tutte le vittime – ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il comandante Ris, colonnello Giampietro Lago-. Anche il soggetto che mancava all’appello è stato identificato. Dal punto vista dell’identificazione abbiamo chiuso il cerchio e fermato il numero delle vittime a 11. Ad oggi non ci sono elementi per pensare ad ulteriori soggetti interessati all’evento“.
Le operazioni sulla Marmolada proseguiranno nei prossimi giorni. Inizia ora la fase Due della durata di dieci giorni per la ricerca dei reperti in quota attraverso l’impiego dei droni dei Vigili del fuoco, ogni 3 giorni a partire da mercoledì 13 luglio la raccolta del materiale geolocalizzato sarà eseguita a cura della squadra interforze con due unità cinofile composta da Vigili del fuoco volontari di Canazei, Soccorso alpino del Trentino, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, per un totale di 10 operatori. La sicurezza degli operatori sarà garantita da due vedette dei Vigili del fuoco volontari di Canazei e all’impiego di radar interferometrici e doppler, che monitorano l’eventuale movimento del ghiacciaio.
Successivamente scatterà la fase Tre, con la sospensione delle ricerche e la valutazione di una parziale riapertura della montagna, sulla base dei dati tecnici fornitori dall’attrezzatura di monitoraggio.
“Si chiude dunque un capitolo molto triste per la montagna italiana. Da parte di tutto il Soccorso Alpino e Speleologico, ancora una volta,un forte abbraccio alle famiglie, agli amici e alle comunità colpite da questi lutti e un ringraziamento a tutti gli operatori intervenuti sul posto” scrive il CNSAS.
Aggiornamento 08/07/2022 ore 8.00 – Nell’area a valle del distacco del seracco di Punta Rocca, sulla Marmolada, sono in corso le operazioni di ricerca da terra, in stretto collegamento con il Centro di Protezione civile di Canazei, con Vigili del Fuoco volontari e Psicologi per i popoli. In quota 14 soccorritori di Soccorso Alpino e Speleologico Trentino, Soccorso Alpino della Guardia di Finanza con due unità cinofile, Centro Addestramento Alpino di Moena della Polizia di Stato, Corpo Vigili del Fuoco permanente di Trento e la Squadra di Soccorso Alpino dell’Arma dei Carabinieri.
Le operazioni sono iniziate alle 6.15 e continueranno finché le condizioni meteo di sicurezza lo renderanno possibile. La stabilità del ghiaccio viene monitorata in diretta dagli esperti del Centro per la Protezione civile dell’Università di Firenze, che collaborano con l’Ufficio previsioni e pianificazione della Provincia autonoma di Trento, attraverso i dati raccolti da radar interferometrici e doppler.
Aggiornamento 07/07/2022 ore 15.00 – I resti recuperati dai soccorritori questa mattina apparterrebbero a una decima vittima.
“Il bilancio di questa tragedia è pressoché definita: ci sono undici persone tra i deceduti e i dispersi. Ad oggi l’identificazione degli otto deceduti riguarda tre veneti identificati e una trentina. Dei feriti, sette sono ancora in ospedale e un paio sono gravi” a dirlo il governatore del Veneto, Luca Zaia.
“Abbiamo fatto un riepilogo della tragica situazione. Rispetto ai numeri di ieri la novità è che due persone sono state riconosciute, due cittadini della Repubblica Ceca e quindi il controllo dei numeri le vittime sono 9, di queste, sei riconosciute. I quattro di ieri più i due riconosciuti questa mattina dai famigliari, che si sono recati dove ci sono le salme ed è stato eseguito il riconoscimento” ha invece detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.
Le vittime sono quindi 10, all’appello manca 1 sola persona dispersa e non 2 come ipotizzato fino a ieri. Questo perché alla vittima ancora senza nome viene attribuita l’identità di una persona che era nel conteggio dei dispersi.
Aggiornamento 07/07/2022 ore 11.00 – I 14 operatori con i 2 cani della Guardia di Finanza specializzati sono rientrati a Canazei al termine delle operazioni di ricerca via terra nell’area interessata dal distacco del ghiacciaio della Marmolada, a valle della colata. Nel corso delle ricerche ci sono stati individuati dei ritrovamenti organici e di materiale tecnico. Il tutto è stato recuperato, trasportato a valle e consegnato per le analisi.
Terminata l’operazione via terra si è tornati a sorvolare l’area con i droni. In valutazione al momento una nuova uscita dei soccorritori sul ghiacciaio nel pomeriggio.
Aggiornamento 07/07/2022 ore 8.00 – È stata avviata questa mattina all’alba l’operazione di ricerca via terra dei dispersi (al momento tre) da parte di una squadra interforze di soccorritori allo scopo di cercare eventuali tracce non individuate dai sorvoli dei droni ed elicotteri nei giorni scorsi. A supporto sono presenti anche i cani delle unità cinofile.
L’intervento è particolarmente delicato e rischioso per l’eventualità di ulteriori crolli dalla calotta interessata dal disastro, che grava ancora sul pendio sottostante. Questa notte ha piovuto, quindi il terreno è stato “pulito” da polvere e pietrisco, la temperatura si è abbassata, il cielo è terso e non c’è vento, condizioni meteo ideali per la ricognizione sul posto con un minimo di sicurezza in più per gli operatori.
Aggiornamento 06/07/2022 ore 20.00 – “L’attenzione di tutte le istituzioni italiane per cercare di risolvere il più presto possibile questa gravissima tragedia è massima, come testimonia la presenza di tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni di ricerca e la sinergia fra i soccorritori. Oggi le operazioni sono proseguite con l’utilizzo dei droni che hanno individuato nuove salme. Le vittime accertate sono salite e nove, due in più rispetto a ieri, di cui quattro riconosciute dai familiari e cinque non ancora identificate. Non lasceremo nulla di intentato, stiamo davvero facendo tutto il possibile per ritrovare i dispersi e per dare un nome alle persone travolte dalla valanga” ha affermato il presidente Fugatti nell’aprire la breve conferenza stampa serale di Canazei.
Aggiornamento 06/07/2022 ore 17.00 – Le ricerche effettuate nel pomeriggio di oggi hanno consentito di individuare e recuperare i resti di altri due escursionisti coinvolti nel distacco del ghiacciaio della Marmolada. Si ipotizza si tratti dei corpi di alpinisti appartenenti alla stessa cordata.
Il bilancio in questo momento è di 9 persone decedute, 3 dispersi e 7 feriti (degli 8 di ieri uno è stato dimesso dall’ospedale ieri).
Aggiornamento 06/07/2022 ore 7.00 – Sono riprese questa mattina le operazioni di ricerca dei 5 dispersi. Anche oggi, per preservare i soccorritori da ulteriori crolli di ghiaccio, si sta procedendo con l’utilizzo di quattro droni.
Resta ancora in valutazione, proprio per ragioni di sicurezza, una operazione via terra, che potrebbe essere intrapresa domani con le unità cinofile del soccorso alpino. Tra oggi e domani sono inoltre previsti forti temporali.
Al rifugio Marmolada sono stati montati un interferometro ed un radar doppler in grado di captare le minime variazioni sul fronte glaciale, sia quello che si è staccato che quello intonso. Lo ha detto Mauro Gaddo di MeteoTrentino.
Si conferma che 8 delle 13 persone che si temevano disperse sono state rintracciate dai Carabinieri di Cavalese, in collaborazione con le autorità della Provincia autonoma di Trento e della Regione Veneto. I cinque ancora dispersi sono tutti di nazionalità italiana.
Accanto alle operazioni di monitoraggio e recupero, continuano le operazioni di riconoscimento delle 7 vittime: sono state inoltre riconosciute ufficialmente 4 vittime, tutte di nazionalità italiana, mentre altri due corpi sono in fase di riconoscimento (in attività di conferma dalle autorità consolari). I familiari hanno riconosciuto l’ultimo degli 8 feriti che non era stato ancora identificato. Il numero dei ricoverati scende peraltro a 7: in giornata è infatti avvenuta una dimissione.
Attraverso articolate verifiche, sono stati individuati i proprietari e gli utilizzatori delle autovetture parcheggiate all’imbocco dei sentieri che portano al ghiacciaio. Tutti risultano negli elenchi in possesso delle forze dell’ordine.
Tutti i punti di accesso alla montagna sono chiusi per motivi di sicurezza, è dunque interdetto anche l’accesso all’area compresa tra Punta Serauta e la Forcella Marmolada, cui sia accede dalla Val Contrin, secondo quanto previsto dalle ordinanze dei tre Comuni di Canazei, San Giovanni di Fassa e Rocca Pietore (Belluno). Sul posto sono stati installati cartelli di divieto di accesso e transito. È stato inoltre disposto il presidio di Passo Fedaia da parte di Polizia locale e Corpo forestale del Trentino.
Il presidente del Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico, Maurizio Dellantonio, incontrando la stampa ha confermato la prosecuzione delle operazioni di ricerca, che si svolgono per ora esclusivamente attraverso l’impiego di droni. La priorità è di garantire l’incolumità degli operatori sul campo.
Le condizioni della parte superiore della montagna vengono monitorate dal personale della Protezione civile della Provincia autonoma di Trento, anche attraverso l’impiego di interferometri e radar doppler, ossia speciali apparecchiature di monitoraggio che misurano i movimenti della parete ghiacciata.
Aggiornamento 05/07/2022 ore 16.00 – Scende ancora il numero dei dispersi, che ora è di 5 persone. Altre tre persone che erano state incluse nel computo dei dispersi sono state rintracciate.
Il bilancio provvisorio è dunque di 7 deceduti (quattro riconosciuti, due in fase di riconoscimento e uno ancora non identificato), 8 feriti di cui sette ricoverati in ospedale e 1 dimesso oggi e 5 dispersi.
Aggiornamento 05/07/2022 ore 14.30 – Scende il numero dei dispersi: dai 13 segnalati ieri ora sarebbero 8 per persone di cui non si sa ancora nulla dopo il crollo del ghiacciaio della Marmolada. Tra i cinque individuati (non sono persone trovate vive sul ghiacciaio, ma persone rintracciate che erano nell’elenco dei dispersi) c’è un ragazzo italiano di 30 anni ricoverato senza documenti in stato di incoscienza all’ospedale di Treviso. Gli altri 4 sono stranieri e stanno bene.
Nella giornata di oggi stanno proseguendo le operazioni di ricerca con quattro droni che hanno consentito di individuare “reperti tecnici e umani“ , come ha spiegato all’ANSA il presidente nazionale del soccorso alpino Maurizio Dellantonio. L’obbiettivo ora, date le flebili speranze di trovare ancora qualcuno vivo, è di dare delle certezze ai famigliari. Purtroppo, considerata la violenza del ghiaccio e delle rocce che hanno travolto i malcapitati, ci vorrà l’esame del dna per arrivare a un’identificazione di tutte le vittime, a dirlo gli inquirenti.
Sempre Dellentonio questa mattina ha paventato la possibilità di avviare un’operazione di ricerca via terra per domani o dopo domani con le unità cinofile del soccorso alpino. “Saranno impiegati i migliori operatori. Una squadra percorrerà un ramo della valanga, l’altro scenderà lungo l’altro che comprenderà anche il Col del Bois, ovviamente tutto in massima sicurezza e saranno organizzate vie di fuga nel caso di eventuale crollo” ha detto al Corriere della Sera.
Poco fa è stata anche emanata un’ordinanza dal sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, in cui viene interdetto tutto il massiccio della Marmolada a tempo indefinito. Una decisione resa necessaria, dopo il divieto parziale di domenica, per consentire agli operatori di lavorare in sicurezza, ma anche per evitare che i curiosi salgano sui sentieri verso Pian dei Fiacconi, come è stato segnalato nelle scorse ore.
Aggiornamento 05/07/2022 ore 7.00 – Il secondo giorni di ricerche si è concluso con un bilancio di 7 vittime (solo 3 identificate), 8 i feriti di cui 2 in gravi condizioni e 13 persone disperse, il cui mancato rientro è stato denunciato dai familiari (una in meno rispetto quanto comunicato in precedenza, poiché un uomo di nazionalità austriaca è stato rintracciato nelle ultime ore). 10 dispersi sono di nazionalità italiana e 3 di nazionalità ceca. Le autorità stanno ancora accertando la proprietà di 4 delle 16 auto parcheggiate nei pressi dei sentieri che portano al ghiacciaio: tutte hanno targhe straniere (una tedesca, due ceche e una ungherese).
Aggiornamento 04/07/2022 ore 14.00 – 4 persone ritenute disperse nel crollo della Marmolada sono state rintracciate e sono in salvo. Il conteggio dei dispersi è di 15. Al momento, solo quattro dei sette morti sono stati identificati, sono tre italiani, di cui due guide alpine.
Aggiornamento 04/07/2022 ore 13.15 – Sale a 7 il numero delle vittime del crollo del ghiacciaio della Marmolada. I feriti sono 8, di cui due in gravi condizioni, ancora incerto il numero dei dispersi, secondo l’ultimo bilancio sono 18.
Le ricerche sono al momento temporaneamente sospese a causa del maltempo, che non consentono nemmeno ai droni del soccorso alpino di sorvolare l’area dove si è staccato un seracco di ghiaccio.
Aggiornamento 04/07/2022 – Sono riprese questa mattina all’alba le operazioni di ricerca dei dispersi nella zona interessata dalla ingente valanga di ghiaccio, neve e detriti, scesa verso valle nel primo pomeriggio di domenica. Il numero dei morti accertati è fermo a 6, ma il bilancio è destinato ad aumentare a causa dell’alto numero di dispersi (circa una ventina). Le vittime confermate sono tre italiani, un cecoslovacco, più un uomo ed una donna non ancora identificati.
Il Soccorso Alpino ha attivato un numero di emergenza da chiamare per segnalare il mancato rientro di amici e familiari da possibili escursioni durante la giornata di ieri sul ghiacciaio della Marmolada: +39 0461 495272.
I tecnici del Soccorso Alpino hanno mappato l’area in cui si è verificato il crollo del seracco. Il materiale che si è staccato è esteso su un fronte di due chilometri sulla via normale ad un’altezza di circa 2.800 metri: questo significa che la massa di materiale staccatosi ha percorso almeno 500 metri con una velocità stimata dai tecnici pari a 300 km l’ora. Sulla montagna c’è ancora una parte consistente del ghiacciaio di un fronte di 200 metri con un’altezza di 60 metri ed una profondità di 80 metri esposto a 45 gradi di pendenza. Il che rende delicate le operazioni dei soccorritori.
Aggiornamento ore 18.13 (Soccorso Alpino e Speleologico Veneto) – Sono 6 le vittime accertate della valanga. Diciotto persone sono state fatte evacuare dalla cima di Punta Rocca e Punta Penia e sono state fatte rientrare tutte quelle che si trovavano più in basso. Al momento si stanno verificando le auto parcheggiate per cercare di capire se e quanti manchino ancora all’appello. La Marmolada è interdetta al pubblico al momento. Alle 18.30 si terrà una conferenza stampa a Canazei per fare il punto della situazione. Un elicottero con a bordo personale dell’Arpav e del Soccorso alpino sta effettuando una ricognizione dall’alto.
Nel primo pomeriggio odierno si è verificato il distacco di un seracco dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, nei pressi di Punta Rocca. Ci sarebbero vittime e feriti, il cui numero non è ancora certo. Immediata l’attivazione della macchina dei soccorsi. Sul posto sono stati inviati 5 elicotteri, decollati da Trento, Bolzano, Cortina e Belluno, e unità cinofile. La valanga di ghiaccio, neve e roccia avrebbe travolto alcune cordate impegnate lungo il percorso della via normale. Almeno 15 le persone travolte. Il numero delle vittime risulta attualmente essere pari a 5. I feriti pari a 8, 2 dei quali trasportati all’ospedale di Belluno, 5 a Trento e 1 più grave a Treviso. Le operazioni di soccorso e di ricerca sono ancora in corso, rese complicate dal rischio di ulteriori valanghe
“Non si sa ancora il numero definitivo di alpinisti coinvolti. Per il rischio di nuovi distacchi, l’elicottero di Trento sta provvedendo alla bonifica dell’area con la Daisy Bell e scongiurare così il più possibile il pericolo per gli operatori. Sul posto gli elicotteri del Suem di Pieve di Cadore, di Dolomiti Emergency di Cortina, di Trento, della Protezione civile della Regione Veneto, dell’Air service center e le stazioni del Soccorso alpino bellunese e trentino”, scrive il Soccorso Alpino.
Nel video che segue, diffuso sui social dalla Provincia Autonoma di Trento, la ripresa in diretta del distacco.
Colpa del caldo?
Una tragedia che si verifica in un periodo di temperature eccezionalmente elevate anche alle quote alpine più alte, nel regno dei ghiacciai. “Proprio ieri pomeriggio eravamo sopra la zona del crollo con il Soccorso Alpino e Speleologico Veneto – CNSAS – commenta sui social la Commissione Glaciologica SAT – . In Punta Rocca come in tutta la Marmolada ci sono temperature alte da parecchi giorni. Dopo i primi giorni freddi di maggio, dal 10 maggio ad oggi i giorni la cui temperatura media dell’aria tra giorno e notte è andata sotto lo zero sono circa 5-6. Nelle ultime settimane lo zero termico ha ondeggiato tra i 4500 ed i 4900 metri sottoponendo le montagne e le masse glaciali a forti stress termici. Già ieri erano evidenti i classici fenomeni di ruscellamento a causa della fusione.”
“Non conosciamo le dinamiche del crollo. Spesso le acque di fusione penetrano in profondità nel ghiacciaio e facilitano anche il movimento del ghiacciaio verso valle – aggiunge la Commissione – . L’acqua di fusione ha una temperatura maggiore a zero gradi e una volta che si infila nei crepacci o negli inghiottitoi porta temperatura maggiore nella profondità del ghiaccio aumentando la fusione anche nelle zone più fredde o nelle zone di contatto ghiaccio roccia. La gravità purtroppo fa il resto. I seracchi sono una evoluzione di crepacci e movimento del ghiacciaio, tendono a crollare. Dalle immagini allegate di ieri pomeriggio (di seguito) si vede la zona del distacco, purtroppo un fenomeno cosi intenso e tragico non era facilmente prevedibile.”
APERTO UN FASCICOLO CONTRO IGNOTI SI INDAGA PER OMICIDIO COLPOSO..OVVERO UNA VALANGA DI CARTA A SEGUIRE.CONSIGLIO DI RENE’ THOM
https://matematica.unibocconi.it/articoli/la-teoria-delle-catastrofi
O ANCHE https://www.ilsaggiatore.com/libro/il-cigno-nero-3/
DA RINGRAZIARE IL CIELO SE LA CESTOVIA NON E’PIU’ ATTIVA DAI PARCHEGGIIN BASSO,.FINO ALL’EX RIFUGIO PIAN DEI FIACCONI, ALTRIMENTI PER PUNT PENIA CI SI SAREBBERO FIONDATI A DECINE E DECINE .
Addirittura René Thom, hehehe. Però il meglio del suo lavoro è la teoria di cobordismo:
https://en.wikipedia.org/wiki/Cobordism più che le catastrofi.
Leggo che il pezzo del seracco si è staccato nel primo pomeriggio: col caldo, con ruscelli d’acqua che lo attraversavano !
Quelli del soccorso stanno dicendo da giorni che sono settimane molto calde, e tanti parlavano e scrivevano dello scioglimento del ghiacciaio della Marmolada.
A me rimane solo una grande tristezza per così tanti morti-avvisati.
Nel mio pessimismo penso anche che adesso tanta gente andrà sulla Penia pensando che ormai il seracco è caduto e non cadrà ancora per un po’.
Ieri, facendo zapping nella tarda serata, in un telegiornale, un giornalista ha detto, dopo aver intervistato un capo soccorritore che mi è sembrato dei VVFF e un climatologo: “è ora che i politici prendano provvedimenti per regolamentare …”.
??? al peggio non c’è limite.
Auguri !
In francia è così da tempo e onestamente visto il livello medio della gente che va in montagna ultimamente, lo trovo doveroso…. a discapito di chi la montagna la vive da sempre ma qui si sta passando il limite… non si può passare di li con temperatura da oltre 10 giorni sopra lo zero… FOLLIA
salve.non e affatto un serracco.almeno io non ho mai visto un serracco con sfumature celesti(FIRN).bye
salve.chiedo scusa.usando delle traduzioni ho involontarianente scritto che la parte crollata non era un seracco.il mio errore e nato nel confondere le morene di recupero,che nulla hanno a che fare con il seracco che e una parte importante del ghiacciaio.infatti avevo precisato che ha sfumature celesti.invece le morene sono marroni ghiaiose misto neve e ghiaccio.sempre in movimento.bye
Vengono i brividi a vedere dove è passato il fronte e la colata: se il rifugio pian dei fiacconi fosse stato aperto e i bidoncini fossero ancora in funzione, ci sarebbero state molte più persone alla base del ghiacciaio non solo gli alpinisti lungo la normale, magari tutti nella convinzione di trovarsi su terreno sicuro…
Boh… non so che pensare… temperature folli… orari folli… in più anche guide alpine…dove stiamo andando?!
Regolamentare è difficile, autoregolamentarsi piu’ alla portata. Si vedono molti filmatini autoprodotti e postati sulla salita a puna Penia per il percorso normale. Con tanto di corda, guida , caschi ma…gli scarponi posano su un terreno frullato e tenero ,squaglioso , non ghiaccio o neve dura…Pur essendo stata smontata la cestovia e distrutto il rifugio Pian dei Fiacconi ( una grazia dal cielo),si sono innescate polemiche per una eventuale cabinovia sostitutiva , circa il punto su cui collocare las tazione di arrivo…pare alcune decine di metrio piu’ in alto della precedente..Non è mai troppo tardi per ripensarci.Purtropppo anche Guide alpine decedute..residenti in pianura..non in localita’ vicine.Magari in sede o al bar , tra colleghi locali ci si scambiano dritte…consigli..sensazioni.
Lo squarcio offre elementi di indagine glaciologica..anche solo a leggere le foto.I colori, le delimitazioni degli strati, lo scivolo scuro di roccia alla base…ricorda la conformazione del substrato della frana del monte Toc..e dello scivolo per bimbi al parco giochi. Andarci per uno studioso sarebbe interessante ma rischiosissimo
Un disperso era all’ospedale di Treviso,in rianimazione ed e’ stato identificato. altri 4 scampati stranieri si sono fatti vivi…5 dispersi in meno. Alcuni di questi hanno fornito ragguagli sul numero di altri che stavano loro attorno al momento della frana. Ne restano 8.Si spera in sacche che potrebbero essersi formate e fornire un rifugio a eventuali sopravvissuti. Verranno cercati sul campo della colata di detriti da 2 squadre con cani e coraggiosi volontari con occhi ed orecchi addestrati . Auguri a questi !