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Sébastien Berthe rinuncia alla Dawn Wall dopo 23 giorni in parete

Niente da fare per il belga Sébastien Berthe, la Dawn Wall ha avuto la meglio su di lui. L’alpinista ha dovuto abbandonare il tentativo di liberare una delle linee più difficili al mondo con i suoi mille metri di sviluppo sulla big wall El capitan. Il capolavoro firmato nel 2014 da Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson che conta 32 tiri tra cui i più duri, quelli centrali, raggiungono il grado 9a. I due restarono in parete 19 giorni, dal 27 dicembre al 14 gennaio. Solo Adam Ondra è riuscito a ripetere l’impresa, oltretutto da solo, nel 2016 in otto giorni.

L’avventura di Berthe era iniziata a gennaio insieme al connazionale Siebe Vanhee. I due hanno lavorato a lungo sulla via, provando a più riprese i vari tiri chiave in vista del tentativo di libera. Poi Vanhee è dovuto rientrare in Europa, ma questo non ha scoraggiato Sébastien che ha proseguito per altri due mesi a dedicare tutte le sue attenzioni alla Dawn Wall. A inizio aprile è arrivato il momento per il belga di provarci. Ma dopo 23 giorni, 16 dei quali fermo al 14° tiro boulder dove è presente il traverso (grado 9a) che precede tre tiri chiave (tra cui il dyno al 15esimo che bloccò per sette giorni Jorgeson), ha deciso di tornare con i piedi a terra. “Nelle ultime due settimane ho fatto 6 tentativi cadendo sull’ultimo passaggio chiave del tiro 14, incluso uno dove sono caduto all’ultimo movimento. Ho dato tutto quello che avevo, sono stato molto paziente (mi sono preso molti giorni di riposo lassù da solo per curare la pelle), ma non è andato – scrive Sébastien -. Non potevo farcela nei tempi che mi ero dato perché il cibo e l’acqua che avevo portato con me erano finiti. Avrei potuto continuare a provare e chiedere di farmi arrivare le provviste, ma non mi andava, liberare la via in questo modo per me non aveva senso. Inoltre, penso che le mie possibilità di chiudere stessero diminuendo sempre di più, la mia autostima si stava abbassando e le mie scarpe stavano diventando più morbide. Durante gli ultimi giorni lassù ho faticato a godermi la scalata e volevo sempre di più scendere. Mi stavo stancando mentalmente e volevo scalare altre cose nella valle prima di partire il mese prossimo”.

È stata una grande e dura avventura, e sono orgoglioso di tutto il lavoro che ho fatto (insieme a Siebe Vanhee) su questa incredibile via, e ho imparato tanto su me stesso e molte altre cose. Liberare la Dawn Wall in una stagione era un obiettivo molto ambizioso e ci sono andato davvero vicino, ma non sono riuscito a cogliere l’attimo. Vediamo se il vento mi riporterà qui nei prossimi anni per un altro giro…” conclude il belga, che nel suo palmares ha ripetizioni molto difficili e salite su vie sportive gradate 9a. Ma la Dawn Wall è davvero una storia a sé.

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