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Adam Ondra e Tommy Caldwell: una chiacchierata sulla Dawn Wall

A sentir nominare la Dawn Wall, la mente corre immediatamente ad un personaggio del mondo montagna: Tommy Caldwell. Sua la eccezionale prima salita in libera della via, realizzata in compagnia di Kevin Jorgeson, trascorrendo 19 giorni in parete su El Cap tra dicembre 2014 e gennaio 2015. Non bisogna però dimenticare che un anno più tardi, nel novembre 2016, la big wall di El Capitan vedeva salire scaltro, aggiudicandosi in 8 giorni la seconda libera, Adam Ondra, insieme a Pavel Blažek. I due super climber, Ondra e Caldwell, si sono ritrovati nei giorni scorsi a scambiare quattro chiacchiere virtuali, confrontandosi sulle reciproche esperienze sulla Dawn Wall.

Una chiacchierata ai tempi del Covid

Sorridente ed emozionato, è così che appare Adam Ondra fin dai primi istanti della chiacchierata a distanza in cui verrà letteralmente inondato di domande da Tommy Caldwell. La prima domanda viene posta dallo stesso Ondra per rompere il ghiaccio: “Cosa hai fatto in questo periodo?”. Caldwell descrive allora il suo anno trascorso senza uscire dai confini nazionali, traendo dalla pandemia un risvolto positivo: esplorare le montagne di casa e trascorrere del tempo con la propria famiglia. Di rimando Adam racconta dei suoi allenamenti in vista delle Olimpiadi e del suo tentativo di migliorare nello Speed Climbing, il suo tallone d’Achille. “Sarei felice di non arrivare ultimo”, la sintesi, accompagnata da una sonora risata. Un intro che fa comprendere il tono ironico che bisognerà aspettarsi dall’ora di conversazione a seguire.

L’esperienza di Adam sulla Dawn Wall

Rotto il ghiaccio, si entra nell’argomento chiave della conversazione: The Dawn Wall. Caldwell apre le danze chiedendo ad Adam di rivelare il “segreto del suo successo” sulla via. La risposta del campione ceco è che forse il “segreto” sia da ricercare nella sua origine. In quelle pareti di arenaria della Repubblica Ceca che hanno rappresentato un terreno perfetto di preparazione a ciò cui si è trovato di fronte sulla big wall. Il secondo argomento affrontato è la paura delle cadute. Fisiologica e inevitabile sulla Dawn Wall.

Caldwell va poi alla ricerca di quelle curiosità alle quali ciascuno di noi ha probabilmente cercato risposta, di fronte all’impresa di Adam. Ad esempio, quale fosse l’esperienza pregressa del campione ceco in termini di salite di più giorni, con bivacchi in parete. “Una volta ho dormito in portaledge, in Madagascar”, la risposta sconvolgente di Ondra.

Una ulteriore curiosità riguarda il tentativo di liberare The Nose, effettuato in compagnia del padre nel mese di ottobre, prima di tentare la Dawn Wall. Una bella avventura, con l’arrivo in vetta nel bel mezzo di una tempesta e conseguente bivacco senza alcuna attrezzatura sotto la pioggia, in una sorta di anfratto, e la discesa al mattino seguente.

E ancora come abbia fatto a prepararsi adeguatamente per il tentativo finale. “Ricordo che ci siamo sentiti mentre eri in Norvegia e mi hai chiesto dei consigli”, ricorda Caldwell. Una telefonata cui, come racconta Adam,  ha fatto seguito una fase di insegnamento da parte di Kevin Jorgeson di come usare una jumar. Quali siano state le salite svolte in precedenza che lo abbiano preparato alla Dawn Wall. E se tale avventura sia stata di stimolo per ripetere simili salite outdoor, o se l’intenzione di fondo sia di focalizzarsi sull’arrampicata sportiva. Un argomento che si ricollega inevitabilmente alle Olimpiadi e alla lunga preparazione di Adam per tale evento.

La parola a Caldwell

Anche Ondra si toglie giustamente qualche curiosità nel corso della chiacchierata. Dal futuro di El Cap all’impegno per l’ambiente del climber. Alla prima domanda Caldwell risponde con una riflessione: se fino a pochi anni fa a cimentarsi in libera su El Cap si presentavano in pochi – “eravamo io e gli Huber”oggi il numero di climber desiderosi di salire in libera El Capitan aumenta annualmente. Una condizione che potrà portare magari qualcuno a notare delle varianti possibili alla Dawn Wall. Sul fronte dell’impegno ambientalista Tommy evidenzia quanto, accanto all’acculturarsi in materia, leggendo i giusti libri sul cambiamento climatico e la deriva del Pianeta, sia importante l’impegno sul fronte politico, supportare la gente giusta, votare per interventi efficaci.

Uno sguardo al futuro

La meravigliosa chiacchierata di un’ora si conclude con un quesito molto interessante da parte di Caldwell. Adam è infatti invitato a guardare oltre le Olimpiadi: “Cosa farai dopo?”“Probabilmente vorrò tornare all’aria aperta quanto più possibile, per arrampicare magari alcuni 9c, ho una serie di progetti in mente. Uno è in Norvegia, nella stessa grotta di Silence”. C’è anche l’idea di un viaggio in Groenlandia (proposito condiviso da Caldwell, chissà che non li vedremo davvero insieme un giorno). Idee chiare sì, ma lasciamo spazio anche all’animo romantico di Ondra:ho sempre seguito il mio cuore e i miei sogni e quindi non posso sapere cosa i miei sogni e il mio cuore mi diranno di fare da qui a 10 anni”. 

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