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Il destino dell’orso Juan Carrito è anche una questione di spazzatura

Chi frequenta i Parchi degli Stati Uniti e del Canada sa bene che gli orsi scovano facilmente il cibo lasciato incustodito dall’uomo. Tutte le aree di campeggio nelle aree popolate da orsi neri e da grizzly, che si raggiungano in auto o a piedi, sono attrezzate con armadietti blindati o con cavi d’acciaio sospesi a circa tre metri da terra, ai quali le provviste devono essere appese con un cordino. Chi lascia incautamente del cibo (o della spazzatura) in un’auto, in una tenda o in uno zaino rischia di ritrovare il contenitore sventrato, e in più di beccarsi una pesantissima multa dai ranger. Gli errori di trekker e turisti in materia di cibo hanno anche delle pessime conseguenze sugli orsi. Gli esemplari che imparano a procacciarsi il cibo in questo modo diventano “confidenti” e pericolosi, e vengono prima allontanati e poi, se recidivi, abbattuti. 

In Italia, problemi di questo tipo sono stati segnalati in Trentino, dove alcuni orsi del Parco Adamello-Brenta hanno imparato a cibarsi dai cassonetti di Molveno, e sono entrati per questo motivo nell’elenco degli animali problematici, per i quali la Provincia Autonoma chiede l’eliminazione o la cattura. Nei centri del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, invece, i cassonetti sono tutti a prova di orso. 

Juan Carrito, un problema anche di rifiuti 

Qualcosa del genere, da quasi un anno, riguarda il giovane orso Juan Carrito (o M20, o Ganimede), il più irrequieto dei quattro cuccioli nati due inverni fa da Amarena. Nell’estate del 2020, gli orsetti e la loro madre si sono abbuffati di ciliegie selvatiche presso Villalago, e poi di mele selvatiche tra Bisegna e San Sebastiano dei Marsi. Nella primavera del 2021, dopo la separazione dalla madre, gli altri giovani orsi hanno iniziato la loro vita indipendente nei boschi. Juan Carrito, invece, è rimasto affezionato al cibo “facile” fornito dall’uomo. Ha iniziato a visitare stalle e pollai, è stato allontanato con petardi da Carabinieri forestali e guardaparco, e a colpi di badile da allevatori inferociti. 

Poi si è spostato nei pressi di Roccaraso, fuori dall’area protetta, dove le immagini che lo mostrano in una pasticceria hanno fatto il giro del mondo. Nei primi giorni di dicembre è stato catturato e allontanato dal personale del PNALM e del Parco nazionale della Maiella. Poi è andato in letargo, ma dopo poche settimane si è svegliato, ed è tornato a visitare Roccaraso, che d’inverno è affollata di sciatori. 

Una parte della responsabilità di questo comportamento è certamente del clima caldo di questo inverno bizzarro, e un’altra delle abitudini sbagliate di Juan Carrito. Almeno in parte, però, la colpa è del sistema di raccolta di rifiuti di Roccaraso, che non sembra a prova di orso. 

La lettera dell’associazione Salviamo l’Orso

Il 14 febbraio, giorno di San Valentino, di solito si scrivono messaggi diversi. Stefano Orlandini, presidente di Salviamo l’Orso, ha invece scritto una lettera aperta a Francesco Di Donato, il sindaco di Roccaraso. Secondo il documento, che è accompagnato da foto eloquenti, nulla è stato fatto per togliere dal paese i bidoni che moltissimi, soprattutto non residenti, utilizzano anche per l’umido, e nulla avete fatto affinché anche questa misura (il divieto di lasciar fuori i secchi) fosse realmente rispettata da turisti e residenti”. 

Secondo Orlandini la società che cura la raccolta dei rifiuti, interpellata da Salviamo l’Orso, si è dichiarata “disposta a trovare soluzioni che mitighino il problema (isole ecologiche, cassonetti a chiusura ermetica, una tempistica per la raccolta per far sì che i cassonetti restino all’aperto il minor tempo possibile”. Il Comune e il Sindaco, per l’associazione, sono invece “completamente assenti”.

Nella lettera si ricorda che Juan Carrito è “un pericolo costante quando si avventura nel centro abitato e rischia di trovarsi a tu per tu con degli esseri umani”. E che Roccaraso, grazie all’orso confidente, ha avuto una pubblicità che, se fatta a pagamento, sarebbe costata “milioni di euro”. La conclusione di Orlandini è dura. “Temo che lei rischi di avere sulla coscienza” scrive al sindaco Di Donato “la cattura e la prigionia a vita di quest’orso”. 

La risposta del sindaco di Roccaraso

La risposta del primo cittadino di Roccaraso è arrivata il 15 febbraio attraverso il sito Corriere peligno, e ha dei toni ancora più duri. “Ho letto accuse imprecise e sconclusionate” esordisce Francesco Di Donato, che poi accusa Orlandini (che non cita per nome, ma chiama “questo signore”) di parlare “con troppa disinvoltura di Roccaraso, promozione turistica, tutela ambientale, gestione dei rifiuti e dei fondi pubblici

Per affrontare la vicenda di Juan Carrito mi sono affidato al Parco, agli specialisti e alle forze dell’ordine” prosegue Di Donato. “Non ho bisogno di altri consulenti, i veri volontari sono quelli che ogni weekend aiutano un Comune di mille abitanti a gestire più di ventimila presenze sul territorio. Gli altri sono ambientalisti da salotto che sovente parlano a vanvera e che cercano di ritagliarsi un ruolo che, per fortuna della nostra montagna, nessuno gli darà mai”.

Al di là dei toni polemici, la risposta del sindaco contiene due notizie importanti. La prima è che “la raccolta differenziata a Roccaraso sfiora una quota dell’80%”. La seconda che “nei giorni scorsi la Giunta comunale ha dato il via libera a un progetto da quasi un milione di euro, che prevede la realizzazione di dieci isole ecologiche informatizzate per favorire il conferimento dei rifiuti da parte delle migliaia di turisti che ci scelgono per le loro vacanze”. 

Sono due notizie che fanno molto piacere a chi ha cuore la sorte di Juan Carrito e di tutti gli orsi marsicani, e la qualità della vita dei residenti e dei visitatori di Roccaraso. Nell’articolo del Corriere peligno, però, manca un dato fondamentale. In che tempi è prevista la realizzazione delle nuove isole ecologiche? 

Se i tempi saranno lunghi, i due Parchi nazionali potrebbero essere costretti a catturare definitivamente il giovane orso. Non sono un ambientalista da salotto, ma un appassionato di montagna e un giornalista che conosce e frequenta il territorio. Dal sindaco Di Donato, al quale non mi sogno di dare lezioni, attendo una cortese e sollecita risposta. Grazie!  

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