Foto

La Luna piena di febbraio illumina le Alpi nuovamente innevate

Mercoledì 16 febbraio la seconda Luna piena dell’anno, tradizionalmente nota come Luna della Neve, ha raggiunto la sua massima luminosità. Un peccato non aver potuto ammirare gli ultimi giorni di Luna crescente a inizio settimana, a causa della perturbazione in atto sulla Penisola. Tocca però ammettere che se la perturbazione “di San Valentino” non avesse raggiunto l’Italia, ci troveremmo a parlare di una Luna della neve, decisamente senza neve.

La Luna della neve…con la neve!

Il nuovo manto nevoso che ha ricoperto le nostre montagne nei giorni scorsi, ha accresciuto la magia della Luna piena, come dimostrano alcuni scatti che arrivano da Tambre (BL), realizzati dall’abile mano di Tita Lorenza Fain. Immagini che sono in grado di regalare una parentesi di poesia.

Vi sveliamo un dettaglio fornito dall’autrice, difficile da cogliere a un primo sguardo: la Luna immortalata è piena al 99,8%, gli scatti infatti non sono stati realizzati al tramonto di mercoledì, quando si è raggiunto l’apice di luminosità (100% raggiunto alle ore 17:56, ora italiana), ma all’alba.

Accanto alle immagini della Luna piena, nella gallery potete vedere anche come appariva nella sera del 2 febbraio il nostro satellite, una piccola falce pronta ad accrescersi e far alzare i nasi all’insù.

Perché si chiama “Luna della Neve”?

La ragione per cui la Luna piena di febbraio sia nota come “Luna della Neve” è piuttosto intuitiva: perché febbraio è generalmente un mese caratterizzato da nevicate copiose e frequenti. Come sempre, quando si parla di “nomi della Luna” bisogna fare riferimento alle tradizioni dei Nativi Americani, quindi le nevicate cui si fa principalmente riferimento sono quelle degli Stati Uniti.

Nello specifico tale denominazione è da attribuirsi alla tribù dei Naudowessie (Dakota) in cui si imbatté a metà del 1700 l’esploratore statunitense Jonathan Carver. Fu il capitano Carver a scrivere nei suoi appunti che la Luna piena di febbraio venisse chiamata dai Nativi “snow moon” in quanto febbraio risultava essere il mese più nevoso dell’inverno.

Le altre tribù degli Indiani d’America, in realtà erano solite utilizzare altre denominazioni. Come riportato dalla Western Washington University, in alcuni casi i riferimenti alla neve sono presenti, seppur indiretti. Ne sono un esempio “Luna che fa cadere a pezzi i rami”, denominazione utilizzata dagli Abenaki, “Luna del nevischio” per i Comanche.

In altri casi si ritrovano riferimenti al meteo (“Luna del vento” per i Kalapuya, “degli alberi che scricchiolano per il freddo” per i Lakota, “spalla a spalla davanti al fuoco” per i Wishram), ad animali (“Luna dell’orso bruno” per i Tlingit, “del coniglio” per i Potawatomi, “dell’oca” per gli Haida o “di quando le oche tornano a casa” per gli Omaha) a piante (“del sassofrasso” per i Choctaw o “delle punte di abete che cadono” per i Passamaquoddy), così come definizioni più filosofiche, come nel caso della “Luna della purificazione e della rinascita” per gli Hopi.

Tags

Articoli correlati

Un commento

  1. Infatti gli estimatori, sia pure con una lampada frontale , approfittano dellaluna piena che si riflette sulla neve per scialpinismo magico o anche sci fondo gratis su piste perfettamente battute , dove di giorno si paga profumatamente…ma l’esattore entra in servizio dalle 9.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close