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La meraviglia della prima Luna piena dell’anno su Alpi e Appennini

La prima Luna piena dell’anno, chi lo sai poi perché, sembra portare con sé un carico di magia superiore a tutte quelle che seguiranno. Sarà l’effetto di un nuovo inizio, fatto sta che è difficile che non ci si ritrovi alla finestra o, perché no, su qualche sentiero, pronti a restare fissi con il naso all’insù finché quella magia non scompaia dietro le vette. E quest’anno, merito del meteo che di precipitazioni ne sta regalando ben poche, la notte del primo plenilunio, in gran parte d’Italia, è stata caratterizzata da una generale assenza di nubi. Riviviamo insieme la notte della Luna del Lupo – e a breve vi spiegheremo le ragioni di tale denominazione – con una serie di meravigliosi scatti provenienti da Alpi e Appennini.

La Luna del Lupo

Il nome oggi in uso per indicare il primo plenilunio dell’anno, Luna del Lupo, affonda le sue radici nelle tradizioni dei Nativi Americani. Secondo quanto riportato dal The Old Farmer’s Almanac, l’associazione con il lupo deriverebbe dal fatto che in questo periodo dell’anno si sentissero ululare distintamente i lupi in cerca di cibo, affamati nel pieno dell’inverno. Oggi sappiamo bene che i lupi non ululino per fame, quanto piuttosto per richiamare l’attenzione del branco in caso di pericolo, anche semplicemente, talvolta anche per richiamare il partner che si sia allontanato.

Interessante è sapere che tra le tante tribù dei Nativi, soltanto i Sioux effettivamente avessero attribuito alla Luna piena di gennaio – anzi, è bene evidenziare che i Nativi utilizzassero una sorta di nickname per tutto il mese – la denominazione di Luna del lupo, per essere precisi “dei lupi che corrono insieme”.

Come ben dettagliato sul sito della Western Washington University, tra le altre tribù erano in uso denominazioni varie per il mese di gennaio e la sua Luna piena, alcune legate ad animali altre piuttosto al clima rigido. E così si spazia da Luna dell’orso o dell’orso affamato a Luna dell’oca, delle formiche volanti, della corsa dei pesci, del grande freddo etc. Gli Arapaho utilizzavano una espressione decisamente romantica, che un po’ ci riporta alla memoria il capolavoro Disney “Pocahontas”: “quando la neve soffia come gli spiriti nel vento”.

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