“Korra! Abbiamo salito la nord” Così su Instagram Tomás Aguiló qualche giorno fa. “Dopo tanti anni a sognare e provare questa bellissima parete, sulla montagna più bella del mondo. Ma a volte i sogni costano caro, oggi mi manchi, ti penso e ti ricordo. Sono sicuro che nessuno di noi si è pentito di nulla, sapevamo cosa stavamo cercando e cosa stavamo affrontando. Ho avuto il privilegio di condividere i tuoi ultimi giorni, le ultime ore, gli ultimi discorsi…”
Oggi, tra est e nord del Cerro Torre corrono due nuove linee. Itinerari da Piolet d’Or che nella parte alta si rincorrono come fratelli. Per anni due cordate hanno lavorato fianco a fianco sulle difficoltà granitiche del “grido di pietra” inseguendo un sogno giunto in vetta con un abbraccio comune. Insieme Matteo Della Bordella, Matteo De Zaiacomo, David Bacci, Korra Pesce e Tomás Aguiló. La storia è già nel mito. Il finale, una tragedia.
Quel che rimane è una linea indelebile, impressa per sempre nel granito del Torre. Si chiama semplicemente “La Norte”. Il nome l’ha deciso Korra, racconta Tomás. “Quando siamo arrivati in vetta gli ho chiesto che nome avremmo potuto dargli e lui mi ha risposto ‘e come vuoi chiamarla… La Norte!”.
La Norte
Con 1200 metri di sviluppo e difficoltà di 7a e A2 La Norte ha richiesto diversi anni di tentativi prima di essere aperta. Alla sua realizzazione hanno contribuito durante i vari anni, oltre ai due protagonisti di questa stagione, anche Nicolas Benedetti e Jorge Ackermann.
Nella prima parte il tracciato si sviluppa a destra rispetto a Brothers in Arms, con cui si unisce nella parte alta, una volta raggiunta la parete nord. Qui Sono Korra e Tomás ad aver guidato l’apertura, mentre i Ragni seguivano.
“Per me è ancora difficile raccontare della nostra bella scalata” spiega Aguiló. “Ma Korra avrebbe voluto che condividessimo la nostra impresa”.
