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Gabriele Moroni libera un 9a+ ad Arco in onore di David Lama e Adam Ondra corre a ripeterlo

A metà gennaio 2022 il climber piemontese Gabriele Moroni, è riuscito nella realizzazione di un’impresa, un progetto, un sogno: liberare una via chiodata da David Lama ad Arco. Un tiro da 9a+ ribattezzato Trofeo dell’Adriatico. Una FA che ha stimolato la curiosità e la voglia di mettersi in gioco di altri due grandi climber del panorama internazionale, Stefano Ghisolfi e Adam Ondra. Il 31 gennaio 2022 Adam ha annunciato di essere riuscito a effettuarne una ripetizione. Stefano, che in tale occasione gli ha fatto sicura, non è riuscito per un pelo a terminare la salita. Ma siamo certi che la storia non finirà qui. Intanto facciamo un salto nel passato, per comprendere le origini di Trofeo dell’Adriatico.

Il racconto di Gabriele Moroni

A raccontare la storia del nuovo 9a+ di Arco è Gabriele Moroni in un post Instagram. “Ricordo ancora quella notte a Chamonix. Stavo guardando le finali della Coppa del Mondo Lead quando all’improvviso mi sono imbattuto in David Lama. ‘Come va amico? Che ci fai qui’ (io) – ‘Sto arrampicando sul Monte Bianco’ (David). E poi inizia a dirmi che avrei dovuto dare uno sguardo a una nuova via che aveva appena chiodato ad Arco, che non riusciva a trovare tempo di finire. Si va avanti veloce di quasi 10 anni. Dopo il primo lockdown del 2020  
ero eccitato all’idea di investire il mio tempo in un po’ di cose nuove, quindi mi è tornata in mente l’idea di andare a vedere la via di Fuzzy all’Hotel Olivo”. 

“Una volta sulla via ho capito che sarebbe stato necessario parecchio lavoro per renderla arrampicabile. Dopo un paio di sessioni di pulizia poteva andare. La qualità della roccia e i movimenti sono eccezionali e le prese si vedono a malapena, il che rende il tutto una sfida grande e complicata. Inoltre la via parte da una sporgenza da cui si può godere del panorama sulla meravigliosa valle di Arco – prosegue Moroni – . L’avanzamento di questo progetto ha visto una serie di fasi, di up&down, di amore e odio che sono durate quasi due stagioni. Altri climber locali e non, sapevano che stavo spendendo parecchi giorni ed energie nel tentativo di liberare la via, apprezzo che mi abbiano lasciato il tempo di ultimarla. In alcuni giorni ho sentito l’urgenza di terminare il progetto il prima possibile, perché davvero desideravo che altre persone tentassero e potessero godere di questo perfetto pezzo di roccia. Dall’altra parte, volevo davvero essere il primo a salirla, in onore di David. Ora il progetto è concluso e io spero che attiri l’attenzione che merita. Personalmente credo che sia il miglior tiro duro di tutta la zona.”.

E poi arriva la ripetizione

 

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Un post condiviso da Adam Ondra (@adam.ondra)

Come anticipato, due climber di alto livello non si sono lasciati scappare quell’invito di Gabriele a “tentare e godere di questo perfetto pezzo di roccia”. Stiamo parlando di Adam Ondra e Stefano Ghisolfi.

Approfittando di un periodo di “divertimento” su roccia ad Arco, Adam ha deciso di tentare la ripetizione di Trofeo dell’Adriatico, definito come un “progetto ovvio, così ovvio che si può vedere dalla piazza principale di Arco”. Un progetto nei confronti del quale ha espresso grande ammirazione.

Nel descrivere la sua personale esperienza sulla via, Adam ha evidenziato la presenza di prese non facili sul passaggio chiave, a 2/3 del tiro, “con qualche potente passaggio 8b+ per arrivarci e un finale speziato e a grande resistenza su tufo”. Un aggancio di ginocchio scovato prima del passaggio chiave, ha facilitato un po’ le cose rispetto al beta di Moroni, ma il 9a+ viene confermato.

In totale sono stati necessari due giorni al climber ceco per riuscire a realizzare la salita, con un giorno di riposo intermedio tra i due tentativi. C’è da dire che svariati anni fa aveva già tentato di affrontarla, prima però che venisse pulita da Gabriele.

“Una grande giornata trascorsa con Stefano Ghisolfi – conclude Adam nel suo breve resoconto della salita – che ci è andato vicino a chiudere la via e mi ha fatto sicura. Grazie a David e Gabri per averci consentito di arrampicare su questa gemma.”

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