Cronaca

Caldo e pandemia, lo sci riparte ma non decolla

“Per questa stagione l’obiettivo è andare il più lontano possibile, durante la prossima cercheremo di tornare alla normalità”, a dirlo è Valeria Ghezzi, presidente ANEF (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari). “Siamo partiti molto bene con l’8 dicembre, poi abbiamo avuto una fine d’anno molto altalenante. Sicuramente ben al di sotto della normalità per il periodo. Credo, vedendo i molti posti disponibili negli hotel, che tra quarantene e un po’ di paura ci siano state molte disdette. Sicuramente è fondamentale attendere che passi l’ondata di Omicron per sperare di tornare a un maggior afflusso”.

Passate le feste natalizie è tempo di tirare le somme sul mondo delle piste che, dalle prime testimonianze, sembra non essere ripartito in quinta ma, anzi, con il freno a mano tirato. Un nuovo aumento dei contagi e nuove restrizioni, seppur meno severe, hanno minato i numeri in quota. In combinazione è poi giunta l’ondata di caldo anomalo a cavallo tra la fine dell’anno e i primi giorni del 2022 che ha fatto respirare un’aria primaverile anche alle quote più alte, dove comunque le precipitazioni nevose non sono state abbondanti. “L’anno scorso avevamo metri di neve, quest’anno abbiamo dovuto fabbricarla” spiega Ghezzi. “Con le temperature primaverili di questi ultimi giorni ci sono stati diversi problemi di manutenzione, soprattutto delle piste esposte a sud”.

Incertezza e caldo anomalo

Si riparte sì, ma a rilento e con tanta fatica. “Tutti abbiamo fatto il conto con una stagione al ribasso” continua la presidente di ANEF. “Domenica 26 dicembre, una delle migliori giornate dell’anno, non si sono visti i numeri di un tempo. E per vederli dovremo certamente attendere che passi questa pandemia. Meglio essere aperti che chiusi, ovviamente, ma si naviga a vista. Stesse sensazioni che vengono espresse anche da Dolomiti Superski, il più grande comprensorio d’Italia. “La partenza è stata ottima, fino a Natale, con numeri importanti. Nel periodo di festività abbiamo invece leggermente sofferto” spiegano. È tutto legato alle regole, in continuo mutamento e che tagliano fuori gli stranieri. Molti hanno disdetto sia per le regole relative agli ingressi, sia perché il nostro territorio è stato dichiarato zona a rischio dal primo gennaio”. Pochi, invece, i problemi legati al caldo. Non nevica praticamente da inizio stagione, quando ha fatto due nevicate da 25 centimetri, ma le piste sono perfette. L’unico inconveniente legato al caldo di questi primi giorni del nuovo anno è che nel primo pomeriggio la neve si presenta molle”.

“Speriamo che arrivi neve naturale quanto prima” confidano nel torinese, dove le temperature anomale degli ultimi giorni hanno “consumato” le piste. “Abbiamo lavorato sulla neve caduta a inizio dicembre e, grazie anche alle buone temperature, siamo riusciti a produrre neve con i cannoni. Il rialzo termico della scorsa settimana è stato un bel colpo e non lascia molto margine” ci spiegano da Turismo Torino e Provincia. L’inizio di stagione nevoso faceva presagire per il meglio e nessuno si aspettava questo proseguo. “Partivamo da una condizione migliore rispetto ad altre annate, dove dicembre si è sempre presentato secco. Poi il 29 ha piovuto su tutte le piste da sci e il 30 a Sestriere c’erano 14 gradi. Le speranze sono riposte nei giorni a venire, dove si parla di un nuovo abbassamento delle temperature su cifre più congeniali con la stagione invernale.

Le settimane bianche

Inizia dopo l’epifania il periodo delle settimane bianche, ma come? Da gennaio in poi il cuore del mercato sulle nostre piste da sci è costituito dall’affluenza straniera. “Su gennaio ne aspettiamo pochi” commenta Valeria Ghezzi. Forse qualcosa in più da febbraio in avanti. La voglia c’è, l’interesse e la disponibilità anche. A frenare è la situazione di incertezza. Bisogna capire se effettivamente possiamo offrire un margine di tranquillità e sicurezza”.

“Al momento, dall’8 gennaio in avanti, abbiamo prenotazioni alberghiere alquanto magre commentano da Dolomiti Superski. “Confidiamo che la situazione si stabilizzi e che la gente prenoti last minute”. Diversa appare invece la situazione in Piemonte dove si sono viste “prenotazioni da parte degli stranieri già a ottobre. I tour operator della zona dicevano che stavano lavorando bene, con l’arrivo dell’inverno abbiamo poi assistito a un raffreddamento della situazione, ma non sono ancora arrivate molte disdette per metà gennaio. Si parte quindi con ottimi propositi per il periodo post festivo. “Chi ha prenotato in anticipo sta aspettando, ma è comunque molto difficile dire cosa potrebbe succedere tra 15 giorni”.

L’eccezione

“Siamo stati la prima grossa stazione delle Alpi occidentali ad aprire, abbiamo affrontato un grosso sforzo organizzativo per gestire al meglio i controlli e tutto è andato benissimo affermano da Cervino Ski Paradise. “Anche i numeri hanno rispecchiato quelli pre-Covid”. All’ombra delle Gran Becca tutto sembra essere andato per il meglio e la ripartenza, stando alla testimonianza raccolta, non è solo a parole ma nei fatti concreti. “Abbiamo avuto numeri molto alti e nessun problema. All’inizio si temeva per eventuali problemi legati a movimenti no vax e no green pass, ma fortunatamente non ci sono stati disguidi. Abbiamo lavorato fin da subito per realizzare una grossa opera di sensibilizzazione e informazione e tutto è fluito regolarmente. Unici malumori, presto riassorbiti, sono stati quelli relativi all’acquisto online dello skipass. “Chi abituato ad acquistarlo in giornata non ha subito preso bene la novità, ma in breve tutto si è risolto”.

Anche dal punto di vista della neve tutto sembra essere perfetto ai piedi del Cervino. “La neve non è stata tantissima fino a oggi, ma anche in questi primi giorni del nuovo anno con temperature alte si può sciare senza problemi”, merito anche della quota del comprensorio, che arriva fino a 3800 metri.

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5 Commenti

  1. Settimana di Natale all’Alpe di Siusi, regole covid rispettate e code snelle agli impianti.
    Fosse sempre così!

  2. La stagione invernale non decolla? Ti credo . Rincaro prezzo esagerato, in 4 X una settimana, 2 stipendi interi non mi bastano, allora faccio altro, mi accontento della giornata o al max un week and!

  3. A parte i rincari esagerati…il problema è che avete accettato di discriminare attraverso il green pass e creduto, in buona fede, che fosse per la sicurezza…adesso che è chiaro che non è così prendete posizione insieme a ristoratori ed albergatori contro questa misura inutile e illegale, vedrete che insieme alle neve arrivaranno famiglie (dove spesso i ragazzi non hanno il SGP) e stranieri…

  4. Penso che lo sci su pista sia diventato un enorme spreco di risorse.
    Come tante altre attività è un divertimento senza contenuti, una giornata su pista mi lascia pochissimi ricordi.
    Ma son di un altro secolo e non capisco l’oggidì.

  5. Impressione di anziano che vada come qualche decennio fa, quando ci si accontentava di poche piste e seggiovie singole o skilift, non si pretendevano caroselli di decine di chilometri e neve sintetica…o paratica ininterrotta bulimica per ammortizzare lo skipass.Poi si sono fatti”investimenti” eccessivi e ora si pretende che rendano a dispetto della natura e del tempo libero.
    Settimane bianche scolastiche??? ma quando mai le scuole ancora le possono organizzare, forse solo gli istituti privati riservati e selezionanti. Gia’tanto che parta l’alternanza scuola-lavoro ,fatta seriamente e non tanto per avere le ore certificate.Tra i costi aumentati, anche l’ora di lezione di maestro, ( scialpino e sci di fondo)spesso…un rito stereotipato basato su un allievo standard ,che termina all’ultimo secondo dell’ora. Dipende da chi si trova.

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