AlpinismoAlta quota

Pochi progressi per le spedizioni invernali, cambio di via per Barmasse e compagni

Il maltempo ha rallentato gli alpinisti impegnati sugli 8000 questo inverno e in taluni casi, come al Manalsu, le abbondanti nevicate hanno cancellato i progressi effettuati nei giorni precedenti.

Manaslu

Come detto, al Manaslu ha nevicato abbondantemente per alcuni giorni e la traccia aperta da Txikon, Alvarez, la squadra sherpa e Pereira è stata coperta. Così in questi giorni i due spagnoli e i nepalesi si sono rimessi al lavoro per battere di nuovo la via verso l’alto, hanno raggiunto i 5.400m e l’obiettivo è arrivare almeno a C2, ma il lavoro sulla montagna va a rilento anche a causa del pericolo valanghe.

I giorni di neve Simone Moro ha preferito trascorrerli in lodge al villaggio di Samagaon, dove ha anche incrociato Sophie Lenaerts e Stef Maginelle, che si uniranno al polacco Pereira. Il bergamasco, finito il maltempo, è rientrato al Cb in elicottero, mentre i due belgi hanno preferito proseguire a piedi, anche per necessità di acclimatamento.

Everest

Jost Kobusch ha posizionato C1 alla base della parete, in corrispondenza del colle Lho La a 6050 metri e ieri ha proseguito verso l’alto iniziando ad esplorare la parete e raggiungendo i 6350 metri circa per poi rientrare al suo primo campo, dove è attualmente.

Nanga Pargat

Va a rilento la spedizione al Nanga Parbat, che ha avuto qualche contrattempo. Dall’osservazione della parete, Barmasse, Gottler e Arnold hanno deciso di cambiare piani a causa dell’impossibilità di salire entrambe le vie che avevano scelto prima della partenza: la Messner ha infatti un un seracco pericoloso che la rende impraticabile, mentre la Kukuczka-Carsolio è “tempestata di seracchi“. Inoltre, dopo che il soffio di una valanga ha lambito il campo base, i tre alpinisti hanno deciso di spostarsi e di trasferire le proprie cose sotto la Schell Route, che è diventata la linea prescelta per la salita.

La Schell è stata aperta da Hanns Schell nel 1976 e si trova anch’essa sulla parete Rupal. Si tratta di una via lunga e in cresta (sud-ovest), come potete vedere nella gallery. La Schell è stata salita solo altre cinque volte, sempre in estate, e nel 2013/2014 fu tentata in inverno proprio da David Gottler con Simone Moro.

Al momento però il problema della squadra non è tanto quello della via, ma piuttosto la fase di acclimatamento che sta andando a rilento. Barmasse, Gottler e Arnold sono riusciti fino a ora a fare un’unica rotazione in quota arrivando a 5600 metri, che sarebbe ottimale se non fosse che gli 8126m della vetta sono molto lontani e hanno davanti a loro da scalare la parete più alta al mondo con i suoi 4500 metri di sviluppo. I programmi da casa erano di tentare la vetta in una finestra che andava dal 10 al 20 gennaio, probabilmente i tre andranno un po’ lunghi con i tempi, ma poco male, la primavera è ancora lontana.

Cho Oyu

Qualche novità si ha anche per il Cho Oyu: Gelje Sherpa ha dichiarato che la spedizione per aprire una nuova via sul versante nepalese della montagna inizierà il 20 gennaio. Il team sarà composto da 9 alpinisti: Tenging Gyaljen Sherpa, Lakpa Dendi, Gesman Tamang, Pasang Tendi Sherpa, Tashi Sherpa, Chandra Tamang, Phuri Kitar Sherpa, Ashot Wenjha Rai e Karma Sherpa. Potrebbe aggiungersi anche Vinayak Maya.

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4 Commenti

  1. Ma non è ulteriormente pericoloso creare quelle trincee nella neve fresca come si vede nelle foto al Manaslu? Certo io non sono lì per valutare la situazione, però dalle foto non mi pare una buona idea lavorare così su quei pendii…

  2. Mentre gli spagnoli e gli sherpa aprono la traccia, il nostro se la passa al caldo e si sposta in elicottero….

    1. Il nostro vecchio volpone aveva già capito che era un lavoro inutile visto che ha fatto metri di neve e devono riaprire tutta la via precedentemente aperta…. si chiama esperienza

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