Ricordate l’avventura di coppia post lockdown vissuta nell’estate 2020 da Alex Honnold e Tommy Caldwell nel Rocky Mountain National Park? In 36 ore i due amici erano stati in grado di completare il “Continental Divide Ultimate Linkup” (CDUL), il concatenamento di 17 vette, affrontando 11 vie classiche, per un totale di 56 km e 6000 metri di dislivello. Questa estate un’altra coppia di amici, John Ebers e Ben Wilmur, ha deciso di ripercorrere le orme di Honnold e Caldwell. E sono riusciti nell’impresa di portare a termine la prima ripetizione del CDUL in un tempo di 58 ore.
Lo scorso anno, dopo il ritorno a casa felici e distrutti – più Caldwell che Honnold – i due avevano raccontato di aver affrontato il lungo itinerario unendo tratti di arrampicata a tratti di simul climbing sulla maggior parte del terreno tecnico e hiking, senza mai correre. Concludendo che non fosse assolutamente impossibile da ripetere, soprattutto per appassionati di endurance.
Ebers e Wilbur, come racconta Climbing.com, non se lo sono fatti ripetere due volte, e hanno deciso di mettersi in gioco già nel mese di agosto 2020. Ma il loro primo tentativo si è arenato sulla via Birds of Fire sullo Chiefs Head Peak (4139 m). In 48 ore avevano ormai raggiunto quasi la metà della traversata, ma all’indomani i due giovani ingegneri sarebbero dovuti tornare a lavoro.
Questa estate hanno deciso di partire, studiando con precisione l’equipaggiamento necessario con il chiaro intento di farcela. Una vera spedizione. Hanno acquistato friends, nuts, rinvii, hanno scelto dei gusci leggeri per essere più rapidi anche in caso di pioggia, e soprattutto hanno scelto di puntare su un elemento speciale, una sorta di super potere: le barrette di granola. Non stiamo scherzando, hanno acquistato 60 dollari di barrette energetiche.
Pronti e carichi, alle 3:30 del mattino del 28 agosto sono partiti alla luce delle frontali dalla Longs Peak Ranger Station. Hanno iniziato ad avanzare spediti, collezionando 7 vette in un giorno, ma alle 10 di sera Wilbur ha iniziato a sentirsi in procinto di svenire. Si trovavano nella zona dello Stone Man Pass, che non presenta terreno estremamente tecnico, ma parecchi tratti esposti, estremamente pericolosi.
Con una forza di volontà immensa, nonostante formicolii e la testa in panne, Wilbur è riuscito a superare il passo. Arrivati all’Arrowhead (3853 m) si sono fermati a riposare e effettuare un rifornimento pre-pianificato. Come nei migliori piani, l’amico incaricato di portare in quota cibo e sacchi a pelo aveva sbagliato versante. E si sono così ritrovati a tremare dal freddo per 6 ore, finché l’aiutante non li ha trovati.
Una scena che riporta alla memoria l’immagine di Alex e Tommy che avanzano nella notte senza frontali e in pantaloncini. Quei momenti in cui da soli magari si finisce per andare nel panico, ma che tra amici diventano parte del gioco.
“Penso che l’unica ragione per cui mi ritrovo a fare queste cose, come il CDUL – ha dichiarato Wilbur a Climbing.com – è che sono l’unico abbastanza testardo da poter avere a che fare con John.”
Testardi, un po’ pazzi forse, ma alla fine ce l’hanno fatta, resistendo per 56 ore in un continuo su e giù. “Sono impressionato che abbiano resistito così a lungo”, ha scritto in una mail al magazine Alex Honnold.
Soprattutto, ricordiamo che Wilbur non stesse poi bene. Dopo aver riposato si sentiva un po’ meglio ma era pienamente cosciente che sarebbe stato molto più facile chiudere lì l’avventura che tentare di andare avanti. Ma al pensiero di ritentare il CDUL una terza volta, ha ritrovato le forze. E così i due amici hanno proseguito nel loro saliscendi, concedendosi 5 ore di sonno dopo aver completato la Northeast Ridge dello Sharkstooth (3850 m).
Il loro epico concatenamento si è concluso alle ore 1.30 del mattino del 30 agosto. E il giorno dopo sono corsi in ufficio.
58 ore dei “dilettanti” contro le 36 ore dei professionisti.
Un 60% in più che mi sembra un risultato notevole.
Non parlano mai di ciò che vedono attorno.