Ambiente

Inverno da record al Polo Sud, mai registrate temperature così basse

In un mondo in lotta contro il surriscaldamento globale, dall’Antartide arriva una notizia che non mancherà di essere assunta quale prova dai negazionisti del cambiamento climatico: nell’inverno appena concluso si sono toccate al Polo Sud temperature minime da record, mai registrate prima d’ora. Gli esperti si rallegrano molto meno in merito ai dati raccolti nei mesi scorsi presso la base permanente Amundsen-Scott South Pole Station, in quanto un inverno rigido non va certo a modificare quello che è il trend a lungo termine di surriscaldamento che caratterizza l’Antartide come il resto del Pianeta. Un inverno freddo, per dirla in sintesi, non fermerà lo scioglimento dei ghiacci e il conseguente innalzamento dei livelli del mare. Andiamo a vedere nel dettaglio di quali temperature si stia parlando e quali siano le ragioni scientifiche alla base di questo inverno da record.

Mai così freddo dal 1957 al Polo Sud

Tra aprile e settembre 2021, presso la base americana Amundsen-Scott, che sorge al Polo Sud geografico, si è registrata una temperatura minima record di – 61°C, la più bassa mai registrata a partire dal 1957 (prima di allora, non possiamo saperlo). In termini di media, siamo sui 4,5°C in meno alla temperatura minima media degli ultimi 30 anni.

Il dato è stato diffuso in prima battuta, attraverso un tweet, dal giornalista, esperto di climatologia antartica, Stefano Di Battista, e successivamente confermato dal ricercatore del NASA’s Global Modeling and Assimilation Office, Richard Cullather. E il freddo estremo è risultato persistere per tutto il mese di settembre e inizi di ottobre.

Tra l’altro la temperatura minima toccata al Polo Sud risulterebbe superiore a quella registrata presso la base russa Vostok, nel cuore dell’Altopiano Antartico, lo scorso 30 settembre, pari a -79,4°C. A livello di continente antartico non si può dunque parlare di record. Il 21 luglio 1983, sempre presso la base Vostok, si toccarono i -89,6°C, temperatura minima record mondiale in assoluto registrata al suolo. Un valore superato di gran lunga dalle analisi satellitari che negli scorsi anni hanno riportato valori prossimi ai – 100°C.

Valori che nel loro complesso ci fanno comprendere come “ondate di freddo estremo” possano verificarsi anche in Antartide, il continente per antonomasia più freddo della Terra. Passiamo dunque al chiarire il perché.

Un forte vortice polare

Gli esperti parlano di un forte vortice polare, ovvero un anello di forti venti che si genera a livello della stratosfera. Un fenomeno stagionale, che nell’emisfero Sud si manifesta in autunno, persiste in inverno e si indebolisce nel corso della primavera. Rinforzo e indebolimento di tale vortice dipendono da un ciclo noto come Southern Annular Mode (SAM), che in questo momento si trova nella sua fase positiva, ragion per cui il vortice risulta intenso.

“In parole povere, i venti nella stratosfera polare sono stati più forti del normale, condizione che si associa allo spostamento della corrente a getto verso il Polo – si legge in una nota della scienziata del NOAA, Amy Butler – . Ciò determina il fatto che l’aria fredda persista più a lungo, come se fosse bloccata, sull’Antartide.”

Problemi per il buco dell’ozono

Al di là del freddo intenso, il vortice polare così intenso starebbe determinando una ulteriore conseguenza preoccupante sul continente antartico: l’allargamento del buco dell’ozono. Come spiegato dalla dottoressa Butler, i venti forti accelerano il processo di depauperamento dell’ozono stratosferico, innescando un feedback positivo, in quanto tale condizione va ad aumentare a sua volta la forza del vortice.

Teniamo a mente che quest’anno l’Antartide ha toccato altri due valori se non record, decisamente preoccupanti: il buco dell’ozono al di sopra del continente ha raggiunto dimensioni superiori a quelle dello stesso continente (23 milioni di chilometri quadrati vs 14,2 milioni di chilometri quadrati), e nel mese di febbraio al Polo Sud è stata raggiunta una temperatura, stavolta record di caldo, di 18,3°C presso la stazione scientifica argentina di Esperanza. Valore termico che batte i 17,5°C registrati nel marzo 2015. Siamo ben lontani dal poter negare il cambiamento climatico appigliandoci a un dato negativo.

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2 Commenti

  1. Ma quale surriscaldamento?????!Ma credete ancora alla piccola nana Tumberg? È tutte le fandonie del main stream? Ascoltate quello che dicono Zichicchi o Rubbia ,non scimmiette da baraccone messe su dai potenti che ci vogliono morti

  2. Cosa dicono i negazionisti?
    Non è questione se essere negazionisti al cambiamento climatico o Greta Tumberg dipendenti, è solo la realtà dei fatti.
    Il cambiamento climatico è una questione naturale, che però qualcuno (anzi molti direi) se ne approfittano per fare cassa.
    Vedi aumento indiscriminato del costo del Gas naturale, benzine ecc….
    Purtroppo ne vedremo ancora delle belle…..

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