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Orsi del Trentino. Il TAR boccia le linee guida provinciali: no all’abbattimento facile

La PAT pronta a fare ricorso

Il 29 settembre scorso il TAR di Trento ha annullato le Linee Guida per la gestione degli orsi deliberate dalla Giunta Provinciale di Trento il 26 giugno 2021. Un documento di 50 pagine all’interno del quale si avvalla la possibilità di uccisione degli esemplari protagonisti di aggressioni con contatto fisico, senza la necessità di richiedere il parere delle autorità.

Se un orso appare confidente verso gli esseri umani, la responsabilità non è certo dell’animale ma delle colpevoli mancanze delle amministrazioni provinciali trentine che, nel corso degli anni, non hanno investito come necessario nella prevenzione e nell’educazione dei cittadini – denunciava la LAV a seguito della delibera – . Per questo motivo le linee guida devono essere immediatamente cancellate e sostituite da una puntuale pianificazione di interventi istituzionali che abbiano l’obiettivo di educare i cittadini ai corretti comportamenti da tenere in zone con presenza degli orsi e di mettere rapidamente in sicurezza tutte le fonti di cibo antropico.”

ENPA, LAC, LAV, LNDC , OIPA e WWF Italia, concordi sul fatto che “le linee guida predisposte dalla Provincia di Trento sono solo un intollerabile strumento di morte”, hanno così depositato tre ricorsi al TAR di Trento chiedendone la cancellazione.

Ad essere accolto nei giorni scorsi è stato nello specifico il ricorso presentato in maniera congiunta da WWF e LNDC. Il TAR di Trento ha di fatto stabilito che in situazioni critiche, quali aggressioni a umani, le autorità provinciali non possano abbattere in maniera diretta un orso ma debbano sempre rispettare il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali (PACOBACE), che prevede interventi graduali prima di arrivare a un eventuale abbattimento, che in ogni caso necessita della autorizzazione da parte dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

A seguito della decisione del TAR, le associazioni legate in cordata contro la ribattezzata “delibera ammazzorso”, non hanno tardato a esprimere la propria soddisfazione.

Per il WWF una sentenza storica

“Con la sentenza pubblicata oggi dal TAR di Trento le associazioni WWF Italia e LNDC (Lega Nazionale Difesa del Cane) hanno ottenuto un importante risultato nella battaglia legale che da anni vede contrapposte le ragioni della tutela e quelle della Provincia Autonoma di Trento nella controversa materia della gestione degli orsi bruni sul territorio trentinoscrive il WWF Italia – . Il TAR di Trento, accogliendo le istanze delle associazioni ricorrenti, assistite in giudizio dagli avvocati Michele Pezone e Paolo Letrari, ha annullato la delibera della Giunta Provinciale di Trento del 26 giugno 2021 nella parte in cui ha approvato le disposizioni delle Linee guida provinciali per la gestione degli orsi bruni. Queste linee guida prevedevano in caso di aggressione con contatto fisico, “che venisse sempre e comunque disposto (…) l’abbattimento dell’orso responsabile dell’aggressione”. Si sarebbe così introdotta la possibilità di uccidere senza alcuna valutazione di quanto effettivamente accaduto e delle condizioni di reale pericolo.”

“Questa storica pronuncia del TAR di Trento – prosegue il comunicato – coerente con i principi di gradualità e proporzionalità delle misure adottabili in presenza di comportamenti a rischio degli orsi selvatici, apre la strada ad una riconsiderazione delle politiche di “rimozione pregiudiziale” sino ad ora portate avanti dalla Giunta provinciale trentina.Ciò premia l’impegno delle associazioni ambientaliste e animaliste che in questi anni si sono battute in difesa di una specie protetta, preziosissima per la conservazione della biodiversità alpina, evidenziando il valore di ogni singolo individuo. Una politica che rischiava di mettere in serio pericolo, con abbattimenti indiscriminati e non necessari, la conservazione di questa specie nell’arco alpino.”

“La sentenza del TAR di Trento segna un primo punto estremamente importante in tema di conservazione dell’orso – ha dichiarato Dante Caserta, vicepresidente WWF Italia  – . Sul livello di tutela di specie importanti come l’orso non possono esser fatti passi indietro. Come WWF in questi anni abbiamo cercato sempre il dialogo con tutte le amministrazioni che hanno nei loro territori orsi o lupi, lavorando sulla prevenzione e sulle condizioni per assicurare una pacifica convivenza sulla base delle positive esperienze che si conducono ormai da decenni. Auspichiamo che la decisione del TAR apra la strada ad un più proficuo confronto anche con la Provincia di Trento”.

LAV soddisfatta, attende l’esito del proprio ricorso

Siamo molto felici di questo risultato ottenuto dal WWF, che spiana la strada anche al nostro ricorso – il commento di Massimo Vitturi, responsabile LAV Animali Selvaticicon il quale abbiamo contestato anche la grave mancanza dei metodi di prevenzione ai possibili incidenti”.

“La Provincia di Trento, dimostra ancora una volta la sua totale inadeguatezza nel costruire un percorso di convivenza pacifica con gli orsi. Solo la prevenzione può garantire la sicurezza delle persone e degli orsi, i metodi sbrigativi e cruenti proposti con le linee guida provinciali sono solo crudeli e inutili, oltre che illegittimi come dimostrato dal TAR – si legge nel comunicato ufficiale dell’associazione – . Oggi la sentenza del Tar conferma pienamente quanto sostenuto da LAV in giudizio e lo fa citando anche le scorse vittorie giudiziarie, per la vita dell’orsa JJ4, e come, su impugnativa LAV l’ordinanza che ne disponeva l’uccisione era sospesa in via urgente perché illegittima, dimostrando cioè che non è possibile autorizzare automaticamente l’uccisione di un orso ogni qual volta vi è un incidente, ma servono valutazioni approfondite. Ora attendiamo fiduciosi l’esito del nostro ricorso nel quale abbiamo posto in risalto l’importanza di investire sulla prevenzione, unico percorso possibile per garantire la convivenza pacifica sul territorio fra gli orsi e l’uomo.”

La replica della PAT

In questo scontro a colpi di comunicati stampa non ha tardato a levarsi anche la voce della Provincia Autonoma di Trento, inevitabilmente contrariata dalla decisione del TAR e pronta a presentare a sua volta ricorso.

“L’Amministrazione provinciale intende ribadire la necessità che le linee guida sulla gestione dei grandi carnivori mantengano l’integrità del percorso così come progettato e si rivolgerà al Consiglio di Stato per sottolinearlo. Del resto la sentenza del Tribunale amministrativo di Trento conferma la possibilità per il Presidente della Provincia autonoma di ricorrere a provvedimenti d’urgenza in caso di situazioni estremamente critiche. Il principio di fondo è la massima salvaguardia della sicurezza pubblica e, per assicurare questo obiettivo, l’Amministrazione, nel rispetto del Pacobace, ha già codificato una serie di azioni, a partire dalla dissuasione verso animali problematici, che vengono messe in atto rispettando una rigorosa progressione. Non si tratta pertanto di introdurre automatismi o di sottovalutare l’importanza del confronto, anche perché le stesse Linee guida confermano la necessità del coinvolgimento di Ispra. Ma va da sé che di fronte a casi estremamente gravi e pericolosi – che purtroppo la cronaca ha già documentato in una serie di episodi tutt’altro che rari e oggettivamente preoccupanti – diventa irrinunciabile disporre di strumenti operativi – che mai la Provincia ha previsto fuori dall’alveo normativo – il cui obiettivo è proprio la tutela della sicurezza pubblica.”

Qualche chiarimento dal TAR

No agli abbattimenti automatici ma resta la possibilità di bypassare l’approvazione dell’ISPRA in caso di pericolo improvviso per gli esseri umani. Questo il punto evidenziato dal comunicato della PAT, che ha tenuto a specificare nei giorni scorsi anche il presidente del TAR di Trento, Fulvio Rocco, attraverso una nota riportata dal quotidiano L’Adige.

Il Presidente evidenzia che vi siano “ordinanze contingibili e urgenti che il Presidente della Provincia e i Sindaci emanano ai sensi dell’art. 52 dello Statuto speciale di autonomia della Regione Trentino – Alto Adige/Südtirol in materia di sicurezza pubblica e che per costante giurisprudenza del Tribunale sono adottabili anche nelle ipotesi di improvviso pericolo determinato da un particolare comportamento pericoloso di un singolo animale e che proprio per l’assoluta e del tutto indifferibile urgenza di provvedere all’evidenza non possono che essere emanate prescindendo dal predetto parere dell’Ispra.”

“Con la recente sentenza riguardante le anzidette linee guida è stata viceversa affermata l’illegittimità della generale tipizzazione dei presupposti per l’adozione di tali provvedimenti contingibili e urgenti, in quanto concettualmente antitetica alla loro stessa natura assolutamente straordinaria e perciò eccedente dal normale esercizio delle funzioni amministrative laddove – per l’appunto – le linee anzidette introducono un automatismo di fatto tra aggressione con contatto fisico ed abbattimento dell’animale, senza con ciò lasciare spazio alla necessaria valutazione, caso per caso, della sussistenza di un pericolo attuale per l’incolumità pubblica.”

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