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“Basta soldi allo sci”. Ambientalisti contro 100 milioni di investimento per nuovi impianti in Veneto

Sono trascorsi già 2 anni dalla vittoria della cordata Milano- Cortina nella corsa alle Olimpiadi Invernali 2026. Due anni in cui le associazioni ambientaliste, a più riprese, hanno tentato di far sentire la propria voce, esprimendo preoccupazione per l’impatto che potrebbero avere sull’ambiente alpino le numerose opere e interventi che si prevede di realizzare nei prossimi anni. Negli scorsi mesi CAI (Club alpino italiano), Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano e WWF Italia hanno avanzato una richiesta congiunta di assoggettare a VAS (Valutazione Ambientale Strategica) tutti gli interventi previsti, così da assicurare che venga rispettato il requisito della sostenibilità previsto dal Contratto di Assegnazione dei Giochi.

Mentre si attende una risposta in merito da parte dei Ministri per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, sul Ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini e sulla Sottosegretaria allo Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Valentina Vezzali, dal Veneto giunge una notizia che inevitabilmente scuote gli animi del mondo ambientalista.

Altri 100 milioni per l’industria dello sci

Il governatore della Regione Veneto Luca Zaia avrebbe dichiarato la propria intenzione di investire 100 milioni di euro per la realizzazione di un sistema di impianti a fune che vada a collegare Cortina sia con la Val Zoldana, dunque con il comprensorio del Civetta, sia con Arabba.

A riportare la vicenda è Il Fatto Quotidiano, che racconta di un incontro pre-elettorale del candidato sindaco di Conegliano Piero Garbellotto, cui erano presenti Zaia e la vicepresidente regionale e assessore ai trasporti Elisa De Berti. In tale occasione il governatore avrebbe fatto cenno a un aumento di budget, tirando nuovamente in gioco il progetto del collegamento, definito dal quotidiano “un maxi-carosello dello sci”.

L’intervento, a detta di Zaia, servirebbe a ridurre l’inquinamento legato alla circolazione delle auto, dunque pienamente rispettoso del criterio di sostenibilità.

Lo sfogo di Mountain Wilderness

“Mountain Wilderness Italia è rimasta basita nel leggere che il governatore della Regione Veneto Luca Zaia intende stanziare ulteriori 100 milioni di euro per sostenere l’industria dello sci denuncia MW – . L’associazione ritiene che, nel cuore di una crisi climatica planetaria dovuta ai comportamenti aggressivi dell’uomo verso la natura, sia necessario e rappresenti un dovere cambiare i paradigmi dello sviluppo. L’industria dello sci è più che matura, in Dolomiti infatti ha consumato ogni spazio di territorio pregiato e di paesaggio.”

“Non si può prendere a pretesto la crisi economica di un settore (accentuata anche dalla pandemia in atto) o le vicine olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 per incentivare ancora sulle alte quote il consumo di suolo, di energia, di una risorsa primaria come l’acqua grazie a fondi pubblici che andrebbero invece investiti in altri settori – prosegue il comunicato – . È ormai stato dimostrato ovunque – in val Gardena come in Fassa, a Madonna di Campiglio come in Badia – che ulteriori collegamenti non risolvono alcun problema di traffico nelle vallate turistiche. Vero è che questi collegamenti sono stati un’occasione per le diverse società funiviarie di appesantire l’urbanizzazione delle alte quote e per potenziare servizi di ristorazione, con ulteriore consumo di suolo, sempre di alto pregio. Del resto i dati ISTAT parlano chiaro: il Veneto da tre anni consecutivi è la regione italiana che consuma più suolo. E questo consumo non riguarda solo l’area padana, ma anche e in modo preoccupante le valli più periferiche: il consumo di suolo supera addirittura i 500 mq per abitante.

“A livello propositivo, invitiamo quindi il governatore a guardare alla montagna con occhio più delicato, volto all’armonia. La gente di montagna ha bisogno di attuare una migliore e più conservativa gestione delle aree forestali, ha bisogno di sicurezza idrogeologica. Ma ha specialmente bisogno anche di servizi: formazione scolastica, sanità, mobilità pubblica, più ferrovie e meno strade. Anche investendo in questi settori si creano posti di lavoro, ad alta specializzazione e che richiedono professionalità specifiche. Sulle Dolomiti, ma anche in tutta la montagna della regione Veneto, non c’è sicuramente bisogno di altre faraoniche piste di bob o di indicibili investimenti in alberghi di lusso, di gallerie sotto le montagne (come il Sella)”.

Il riferimento alla pista da bob apre un altro capitolo della diatriba Veneto – ambientalisti: quello del rifacimento della pista olimpica da bob di Cortina “Eugenio Monti”, annunciato lo scorso marzo. 85 i milioni di euro necessari per creare sostanzialmente una nuova pista sul vecchio tracciato. Un intervento ritenuto da molti – oltre il 70% dei residenti interpellati dal Comitato Civico Cortina nell’ambito di un sondaggio – superfluo, appoggiando piuttosto il consiglio del Cio di sfruttare per le gare una pista già pronta all’uso.

“Si tratta di un gruppo di persone contrarie a tutto, dai mondiali di sci, alle olimpiadi, dalle infrastrutture alla pista da bob – la risposta secca del sindaco di Cortina, Giampietro Ghedina – . Noi siamo forti del sostegno delle istituzioni, la comunità è con noi. La pista da bob farà bene a Cortina.”

I risultati del sondaggio sono stati inseriti in una lettera inviata a inizio settembre dal Comitato Civico Cortina al presidente del Cio Thomas Bach e al governatore Zaia, chiedendo di rinunciare alla pista da bob e piuttosto puntare sulle Tofane come località in cui svolgere le gare di sci alpinismo.

“Alla luce di queste osservazioni – conclude il comunicato di Mountain Wilderness – , invitiamo il governatore a chiedersi perché molte località abbiano rinunciato ad ospitare le Olimpiadi, e non solo in seguito a significativi e partecipati referendum popolari, ma anche grazie a decisioni di governi nazionali (Canada e Turchia). Auspichiamo quindi che si riprendano percorsi virtuosi, che permettano anche alla montagna veneta di evitare di appesantire il bilancio di emissioni di gas climalteranti. È più che mai necessario rivedere l’intera politica di sviluppo della montagna veneta. Ci troviamo in una vera e propria emergenza: chi adotta da subito politiche virtuose in tema ambientale sarà premiato nel futuro prossimo. I territori che rimarranno spettatori, o peggio, incentiveranno lo sviluppo della distruzione, diventeranno marginali, destinati al fallimento nel breve periodo.”

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3 Commenti

  1. Greta……puoi cosi’ gridare!! Qua non ti ca.. nessuno. I danee, come diciamo noi milanesi, comandano su tutto e tutti. Spiace solo per i ns. figli che probabilmente non potranno godere delle bellezze del pianeta come lo abbiamo fatto noi.

  2. In val Zoldana gia ci sono impianti sciistici a iosa, il problema e’la strada…stretta e con strozzature e caduta sassi. Anche il collegamento tramite passo Duran e l’ Agordino e’ stretto e pure con Cibiana(ceh frana) ed il Cadore e l’ Ampezzano.Ma non basterebbero100 milioni, forse qualche miliardo di euro.Poi ci si lamenta che il Bellunese e’ in calo demografico e di popolazione.
    Annunciati approvazione e finanziamento di gallerie di collegameto Feltrino con il Primiero,che tolgono le ultime strettoie & strozzature con caduta sassi…e i ponti chissà come sono messi .
    Nelle localita’sciistiche escursionistiche alpinistiche agricole e artgianali di alta quota bisogna pur arrivarci in un tempo ragionevole, senza incidenti e code.

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