Località di montagna

Con lo sguardo verso l’alto, il Trentino secondo Franco Nicolini

“Ci ha provato, mio papà, a mandarmi al mare, ma sono scappato” ricorda divertito Franco Nicolini, guida alpina di Molveno in Trentino. “Alla fine ha comprato una tenda da campeggio, così le estati le passavamo in cima alla Paganella, la nostra montagna di casa. Stavamo su un mese a goderci albe e tramonti. Ogni tanto capitava poi di incontrare qualche scalatore. Li vedevo con la loro ferraglia tintinnante andare su e giù dalle verticali pareti dolomitiche. Avevo 13 anni e volevo diventare uno di loro. Inizia così la storia alpinistica di Franco. “Quando conosci questo territorio con le sue bellezze non puoi fare altro che innamorartene. Mi rattrista sapere che quando arriverà quel giorno non potrò più godere di questi scenari”.

Franco, di che panorami parliamo?

“Abbiamo una grande varietà che spazia dal verde vivo e fresco dei boschi alle ampie vedute delle Dolomiti. Quando entri nel cuore del Brenta ti ritrovi davanti a una ricchezza di scelte unica nel suo genere grazie a percorsi attrezzati, sentieri che raggiungono bivacchi e accoglienti rifugi, vie classiche aperte dai pionieri e suggestivi torrioni rocciosi che all’alba e al tramonto si trasformano nella loro caratteristica sfumatura rosata.”

Il Brenta lo conosci come le tue tasche…

“Diciamo che è come se fosse una seconda casa. Il Brenta è bello perché si sale facendo fatica, ma offre a tutti un’opportunità per godere della montagna. I più allenati possono andare in cima alle guglie del Brenta, chi invece cerca una gita non tanto impegnativa può raggiungere uno dei tanti caratteristici rifugi dove gustarsi uno dei molti piatti della tradizione.

Ma il Brenta è anche generoso perché le sue guglie, come quelle delle Pale di San Martino, sono visibili anche dal paese. Basta alzare lo sguardo per rimanere folgorati dalla bellezza.”

A proposito di rifugi, oltre a essere guida sei anche gestore del Rifugio Pedrotti. Prendendolo come “campo base” si possono fare belle ascensioni?

“Ci sono diverse classiche abbastanza facili che raggiungono cime iconiche come Cima Brenta Bassa o Cima Tosa. Quest’ultima è una delle mie vette preferite sia per amore di casa che per quell’enorme pianoro, delimitato da pareti verticali, che si apre in vetta. Ma abbiamo anche il Campanile Alto e quello Basso e anche l’opportunità di collegare tra loro i rifugi della zona grazie alla Via delle Bocchette.”

Di cosa si tratta?

“Sicuramente il più famoso itinerario attrezzato delle Dolomiti. Bisogna avere un minimo di esperienza, oppure affidarsi alla sicurezza di un professionista della montagna, ma offre l’opportunità di scoprire le Dolomiti dal loro interno. In cinque tappe, sempre sopra i 2500 metri, attraversa il gruppo da nord a sud sfiorandone le vette e trovando accoglienza presso gli storici rifugi.”

Se non fossimo avvezzi alle ferrate esiste un sentiero che ricalca questo itinerario?

“Non esattamente lungo questo percorso, ma grazie alla rete sentieristica è possibile immaginare traversate di rifugio in rifugio, anche su più giorni.”

… continua a leggere sullo Speciale Outdoor Estate allegato al numero 111 di Meridiani Montagne.

L’escursione consigliata

Ferrata delle Aquile

Località: Paganella

Partenza: Cima Paganella [2075 m]

Arrivo: Cima Paganella [2075 m]

Dislivello: 86 m

Durata: 2 h

Lunghezza: 1,5 km

Difficoltà: difficile

Informazioni: www.visittrentino.info

Descrizione: da loc. Paganella la Roda, raggiungibile in funivia, si seguono le indicazioni per il Sentiero delle Aquile fino a una bivio dov’è possibile scegliere tra la discesa su comodo sentiero o la via ferrata. La via inizia con una discesa che porta nel canalone Cesare Battisti, quindi prosegue lungo una cengia che aggira un difficile spigolo. Ancora discesa, prima leggera poi verticale, porta alla Conca d’Oro da cui parte una lunga traversata su cengia più o meno esposta. Più avanti l’ambiente si apre regalando un bel panorama sulla valle. Un ulteriore e un successivo traverso conducono al primo ponte tibetano, quindi un levigato sperone roccioso e si raggiunge il punto panoramico “dos de la merenda”. Segue un secondo ponte tibetano e si giunge alla conclusione della ferrata. Un ultimo spigolo verticale conduce allo “spigolo del vento” e quindi al “trono dell’aquila” dove termina la via. Rientro in salita seguendo le indicazioni per gli impianti (20 min).

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