News

Appennino in fiamme, in Sicilia arrivano rinforzi dal Nord

Dichiarato lo stato di mobilitazione nazionale del sistema di Protezione Civile

I roghi divampati in Sardegna lo scorso weekend hanno fatto da apripista a quella che potremmo definire la stagione degli incendi, e dei piromani. Bruciano i boschi di Sardegna e Sicilia, Calabria, Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Umbria, Marche e Lazio. Come evidenziato pochi giorni fa da Giorgio Vacchiano, ricercatore in selvicoltura e pianificazione forestale dell’Università degli Studi di Milano, soltanto le indagini potranno riconoscere la presenza di colpevoli, nulla vieta che un incendio nasca in maniera involontaria, soprattutto in condizioni di caldo secco protratto e vento forte come quelle dei giorni scorsi, ma inneschi già sono stati ritrovati in alcune delle regioni che da giorni combattono contro le fiamme.

Una corsa contro il tempo, con lavoro intenso senza sosta, di giorno e di notte, quello condotto dalle squadre dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, supportati anche dagli Alpini e al Soccorso Alpino e Speleologico, nel tentativo di contenere il dilagare degli incendi verso le aree abitate. Il maggior antagonista affrontato nel weekend è stato rappresentato dal vento di libeccio, che ha complicato gli interventi.

In Abruzzo si è assistito a scene di fuga dalla spiagge, mentre parte della storica Pineta dannunziana veniva divorata dalle fiamme. Diversi i bagnanti intossicati. Bloccato nel mentre il traffico ferroviario lungo la costa adriatica, con treni che hanno accumulato oltre 400 minuti. Disagi anche in autostrada, con caselli chiusi e auto bloccate per ore sulle statali di accesso.

Alle squadre di terra si sono affiancati Canadair ed elicotteri della flotta aerea dello Stato, coordinati dal Dipartimento della Protezione civile. Secondo i dati disponibili nel tardo pomeriggio di domenica 1 agosto, sono state ricevute 43 richieste di intervento aereo dal Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) del Dipartimento: 8 dalla Calabria, 10 dalla Sicilia, 7 dal Lazio, 5 dall’Abruzzo, 5 dalla Puglia, 3 dalla Basilicata, 2 dal Molise e 1 da Campania, Marche e Sardegna.

Aiuti dal Nord, flagellato dal maltempo

La situazione più delicata si registra attualmente in Sicilia dove nella giornata di domenica si sono toccati i 40°C. Temperatura che non ha certo aiutato a contenere il diffondersi delle fiamme, ormai estese lungo tutta l’isola. Nel Messinese è stato necessario anche procedere a evacuazioni. A supporto delle squadre locali (già sottoposte a doppi turni), sono stati inviati rinforzi dalle regioni settentrionali. Un Nord che invece nel weekend si è trovato alle prese con temporali e allagamenti, trombe d’aria, grandine che in alcune aree ha raggiunto dimensioni di palle da baseball. Ingenti i danni alle coltivazioni.

A seguito della richiesta di aiuti avanzata dalla Regione Sicilia, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato di fatto un Dpcm con la dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale del sistema di Protezione Civile. 

“Il Dipartimento di Protezione Civile – si legge in una nota – è dunque al lavoro per coordinare l’invio di volontari, delle organizzazioni nazionali e delle colonne mobili regionali, che opereranno a supporto delle attività di spegnimento dei roghi. Questa mattina si è svolta una riunione di aggiornamento durante la quale è stata confermata la partenza per la Sicilia, nella giornata di oggi, di squadre provenienti da Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e dalle province autonome di Trento e Bolzano“.

Come le fiamme, in Sicilia divampano le polemiche sulla gestione degli incendi. Aspre critiche sono state indirizzate dai sindacati e dalle opposizioni al governatore Nello Musumeci.

“Bene l’intervento del governo nazionale sull’emergenza incendi in Sicilia – hanno scritto in una nota Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, e Tonino Russo, segretario generale della Flai-Cgil Sicila – ma riteniamo che la tutela del nostro patrimonio ambientale, dei boschi, della preziosa biodiversità presente in Sicilia non sia nell’agenda politica del governo Musumeci”.

“Adesso chiediamo che con immediatezza, il governo prenda atto del fallimento della sua politica ambientale, e con un sussulto d’orgoglio, metta in campo azioni concrete per salvare il salvabilescrivono ancora – . Chiediamo di immettere in servizio tutti i 18.700 lavoratori della forestale che non sono ancora avviati, o che stanno per essere licenziati e si disponga un servizio di avvistamento e sorveglianza. Si disponga che tutti mi lavoratori forestali della Sicilia siano le sentinelle del territorio isolano per tutta la campagna antincendio che per legge termina il 15 ottobre”.

Protezione Civile richiede attivazione del meccanismo Ue

Intanto il capo del Dipartimento di Protezione Civile ha richiesto l’attivazione del Meccanismo unionale di Protezione civile per poter richiedere mezzi aerei provenienti da altri Paesi.

Supporto attivo viene richiesto dalla Protezione Civile anche ai cittadini stessi: “La collaborazione dei cittadini può essere decisiva nel segnalare al numero di soccorso dei vigili del fuoco 115 o, dove attivato, al numero unico di emergenza 112, anche le prime avvisaglie di un possibile incendio boschivo”.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close