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Weekend senza sosta per il Soccorso Alpino. E il meteo non aiuta

É stato un weekend senza respiro per le squadre di soccorso quello appena trascorso. Redigere una lista degli interventi condotti su Alpi e Appennini comporterebbe la stesura di un compendio. Numeri inevitabili di fronte al crescere delle presenze in quota che, come evidenziava pochi giorni fa il Presidente del Soccorso Alpino abruzzese in occasione dell’arrivo dell’antenna RECCO in Appennino, è un riflesso “dell’aumento dell’appeal della montagna” e “la dimostrazione che dobbiamo continuare a diffondere la cultura della prevenzione. Un compito cui puntiamo anche noi nel nostro piccolo, raccontandovi settimanalmente alcuni degli incidenti occorsi, perché siano spunto per riflettere su rischi, errori, fatalità.

Malori, perdita dell’orientamento, cadute su sentiero, incidenti in parete e ferrata, impossibilità di tornare a valle a causa del maltempo. Questa la panoramica delle principali tipologie di intervento del fine settimana che ci siamo lasciati alle spalle. In molti casi si è trattato di storie a lieto fine. Purtroppo non sono mancate le vittime. Partiamo proprio dalla cronaca nera per poi procedere ad analizzare alcuni degli interventi più impegnativi.

Caduta mortale su una ferrata in FVG

Nella giornata di domenica 11 luglio, un uomo è deceduto a seguito di una caduta sulla ferrata Oberst Gressel a Passo di Monte Croce Carnico. Si tratta di Giovanni Cattaino, medico di Tolmezzo, del 1955, notissimo nel mondo dell’arrampicata regionale per aver attrezzato molte falesie in Carnia e per il blog Calcarea, molto seguito dagli addetti ai lavori. Cattaino, membro del Soccorso Alpino e Speleologico della stazione di Forni Avoltri, squadra Tolmezzo dal 1989 al 2006, come soccorritore e naturalmente come medico, era molto conosciuto anche fuori regione.

L’uomo era in compagnia di un’amica ed aveva appena concluso la ferrata, a quota 1640 metri, quindi si era slegato dal cavo di sicurezza, quando è scivolato dopo aver perso aderenza dal suolo a causa della pioggia precipitando trenta metri più sotto. Qualcuno ha allertato i soccorsi avvisando prima un conoscente di Cattaino che a sua volta  ha allertato i soccorritori.

Sotto choc la persona che era con lui e anche altre persone che stavano effettuando lo stesso percorso e hanno probabilmente assistito alla scena. Sul posto è stato inviato l’elisoccorso regionale che ha verricellato l’equipe medica, ma non c’è stato nulla da fare. Essendo l’elicottero della Protezione Civile impegnato a Sauris in un altro intervento, si è deciso di procedere all’evacuazione immediata della salma, così come delle altre persone presenti anche per il potenziale rischio evolutivo e per la pioggia.

E’ poi sopraggiunto anche l’elicottero del Soccorso alpino austriaco che ha così consentito di liberare l’elisoccorso regionale.completando l’evacuazione della ferrata supportato dai soccorritori del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza che nel frattempo sono saliti arrampicando sulla stessa ferrata.

Tre giovani recuperate nel maltempo a Sauris

L’intervento cui si faceva cenno in precedenza, che ha visto impegnato l’elicottero della Protezione Civile a Sauris, ha riguardato tre escursioniste poco più che ventenni di Venezia che hanno chiesto aiuto dopo aver smarrito il sentiero 210 sopra Forcella Chianseveit a più di 2000 metri di quota.

Le ragazze si sono ritrovate sotto un temporale su una cresta rocciosa e non erano più in grado né di salire né scendere. Due tecnici sbarcati sulla cresta sovrastante dall’elicottero della Protezione Civile hanno installato una corda fissa per raggiungere le disperse e per trasportarle in un consono punto di imbarco. Con un paio di rotazioni sono state poi riportate a valle a Forni di Sopra. L’intervento si è concluso alle 15 di domenica.

Incrodato a 1800 metri sul Chiavals

Si è concluso verso le.18.30 di domenica 11 luglio l’intervento della stazione di Moggio Udinese del Soccorso Alpino impegnata nel recupero di un escursionista rimasto incrodato a quasi 1800 metri nel gruppo del Chiavals, Alpi Carniche orientali.

I soccorritori hanno deciso di raggiungere l’escursionista con una squadra percorrendo la salita a piedi per non impegnare nuovamente l’elicottero dato che l’escursionista non era in pericolo. Lo hanno raggiunto in circa un’ora di cammino.

L’escursionista, M. G. del 1971 di Udine era partito in direzione del Rifugio Vualt e poi ha imboccato dalla galleria del metano una traccia che lo ha condotto su per un canale che ha risalito, ma in cima oltre i mughi si è incrodato su torrione sotto un pilastro di roccia marcia e ha deciso di chiamare perché non se la sentiva di affrontarlo. E’ sceso qualche metro ed ha atteso i soccorsi in una posizione sicura.

La sua posizione è  stata Individuata con sms locator: i soccorritori lo hanno individuato e sono scesi per 200 metri tra i mughi fino a lui, lo hanno assicurato sono risaliti in sicurezza attraverso i mughi e lo hanno riaccompagnato a valle lungo il sentiero.

Alto Adige: tre recuperi in un’ora

Tre recuperi di escursionisti feriti in Alto Adige sono stati effettuati dall’elisoccorso nel giro di un’ora nella giornata di sabato 10 luglio.

Un primo escursionista è rimasto gravemente ferito cadendo per 50 metri in una cavità naturale piena di neve e ghiaccio sul versante nord del Gigot – Tschigat sulle Alpi Passirie, a quota 2.800 metri. L’escursionista è stato recuperato dal soccorso alpino con una difficile operazione dovuta al maltempo e trasportato con l’elicottero all’ospedale di Bolzano. Nella caduta ha riportato politraumi alla colonna.

L’elisoccorso ha inoltre recuperato e trasportato all’ospedale di Merano una donna scivolata per una decina di metri da un sentiero verso Punta Lamoi (Laces). Nella caduta ha riportato ferite multiple e un trauma cranico. Le sue condizioni sono giudicate di media gravità.

Un terzo intervento è stato effettuato dall’elisoccorso di Pieve di Cadore sul Kreuzkofel che ha recuperato un’altra donna scivolata in un crepaccio per una decina di metri. E’ stata trasportata all’ospedale di Bolzano. Ha riportato gravi politraumi.

Coppia investita da una scarica di sassi sulle Cinque Torri

Nella giornata di sabato 10 luglio un’alpinista di 44 anni, residente ad Aviano, è rimasta ferita durante una escursione nel Bellunese. La donna si trovava assieme al marito sul complesso dolomitico delle Cinque Torri, a nord ovest di San Vito di Cadore e a sud est di Cortina. Dopo aver completato la salita della Torre Lusy, sulla via del ritorno la coppia è stata investita da una scarica di sassi.

La donna si è tagliata a un dito, riportando una lesione a una falange. L’emergenza è scattata verso le 13.20. Alle 13.40 l’elicottero di Treviso emergenza, allertato dal soccorso alpino, ha recuperato l’escursionista ferita, che faticava a respirare.

Un tecnico dell’elisoccorso si è calato con il verricello sino alla donna, 25 metri più in basso, caricandola sull’elicottero col quale è stata trasferita al pronto soccorso dell’ospedale di Belluno. Il marito è rientrato autonomamente alla propria auto. Secondo quanto si è potuto apprendere non è stata pregiudicata la mobilità dell’arto.

Tre alpinisti bloccati nella notte sul Piccolo Lagazuoi

Nella notte tra venerdì 9 e sabato 10 luglio, verso le ore 3, la Centrale del Suem è stata allertata da tre alpinisti in difficoltà sul Piccolo Lagazuoi. I tre, che avevano attaccato la Via Cip & Co, non erano più in grado di proseguire. Verificato che erano illesi, al sicuro e che potevano aspettare qualche ora in parete, dopo avere avuto la conferma alle prime luci che non riuscivano a proseguire da soli, da Bolzano è decollato il Pelikan.

Dopo aver imbarcato in piazzola un tecnico del Soccorso alpino di Cortina alle 7.15, l’elicottero è volato al Passo Falzarego e lì ha fatto campo base, lasciando a terra l’equipe medica. Salito in parete, pur avendo le coordinate raccolte nella notte, l’equipaggio ha fatto fatica a rintracciare il punto in cui si trovavano i tre, 31, 29 e 27 anni della Repubblica Ceca. Guidata dal Tecnico della centrale in contatto telefonico con i soccorritori, l’eliambulanza li ha individuati in una nicchia a 2.100 metri di quota, a destra della Via del Buco, vicino ai cavi della funivia. Con le opportune manovre di sicurezza, l’elicottero ha calato il soccorritore con un verricello di 30 metri e in tre rotazioni gli alpinisti sono stati recuperati e trasportati al Passo.

Escursionisti bloccati dalla nebbia sopra Macugnaga

Nel pomeriggio di sabato due escursionisti sono rimasti bloccati nella nebbia sopra il rifugio Sella a Macugnaga. L’operazione è stata conclusa intorno alle 20. Per portare a valle i due alpinisti è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco, del soccorso alpino e della guardia di finanza.

Monviso: due cordate in difficoltà sulla Est

L’elisoccorso regionale e del soccorso alpino piemontese è intervenuto domenica 11 luglio sul Monviso, per soccorrere e recuperare tre persone in difficoltà sulla parete Est. L’elisoccorso partito da Torino ha lasciato il tecnico del Soccorso alpino nella zona per le operazioni di recupero.

Un secondo intervento è stato effettuato poco dopo per soccorrere altre due persone, in difficoltà sempre sulla parete Est. Le operazioni sono state rese difficoltose dalla nebbia, che ha reso a lungo impossibile il volo dell’elisoccorso. La nebbia si è poi diradata e il mezzo ha potuto alzarsi in volo e recuperare entrambe le cordate in difficoltà. Tutte le persone sono state portate a valle illese.

Incidente sul Corno Piccolo del Gran Sasso

Avevano scelto la parete della cresta nord est del Corno Piccolo, sul Gran Sasso, per l’arrampicata, ma ad un tratto nella fase di discesa due alpinisti hanno avuto un problema tecnico. I due, che scendevano in doppia, hanno iniziato ad oscillare, forse perché uno dei due ha perso l’equilibrio e il compagno è finito contro la parete rocciosa.

Il compagno ha subito chiesto l’intervento del Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo, decollato a bordo dell’elicottero del 118 dall’aeroporto di Preturo, con i sanitari. L’alpinista è stato soccorso a seguito dei traumi riportati, alla schiena e al bacino ed è stato trasportato all’ospedale di Teramo.

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5 Commenti

  1. ho visto filmati postati su “ferrata Oberst Gressel “, una relazione dice che senza cavo trattenuto da forti mani e braccia, avrebbe passaggi di sesto grado..poi si finisce per scivolata su roccia bagnata.

  2. Per rendersi meglio visibili nella nebbia, ci sarebbero accorgimenti? tipo i fanalini posteriori per le bici, abiti fluo, torcia elettrica lauce rossa.. , segnali sonori..razzi di segnalazione da dotazione nautica??

  3. Certamente un weekend molto intenso per il Soccorso Alpino..non c’è che dire.
    Mi dispiace un po’ leggere di tanti interventi che potevano essere evitati con comportamenti adeguati alle circostanze, anche perché si rischia di fare “di tutta l’erba un fascio” con quelli che sono causati dai rischi oggettivi e non imputabili agli uomini, connaturati all’ attività in montagna.

  4. Ma gli alpin-escursionisti da soccorre hanno bisogno del Socc. Alpino o il Socc. Alpino ha bisogno degli alpin-escursionisti da soccorrere?
    Cioe: chi è veramente il fornitore del servizio e chi il cliente???

  5. Sul sito Abissi.Tv non leggo lo stesso numero di interventi per il Socc. Subacqueo. Forse i sub non hanno il telefonino? O forse nelle profondità liquide il tempo non cambia in maniera repentina?
    Sicuramente non cadono sassi!!!

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