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“Trilogia Comici”, l’omaggio di Enrico Mosetti a un amico

L’omaggio a un amico scomparso recentemente, o forse una coincidenza casuale quella che ha portato Enrico Mosetti sulle tracce di Emilio Comici tra Alpi Giulie e Dolomiti. Negli anni Trenta lo scalatore triestino fa qualcosa di nuovo per quel tempo a oriente, alza gli occhi a osservare dei profondi canali ghiacciati. Passano una manciata di anni ed ecco tre nuove vie con il suo nome su Forca Berdo (Alpi Giulie), Punta Tre Scarperi (Dolomiti di Sesto) e Sorapiss (Dolomiti ampezzane). Nel 2015 Federico Deluisa immagina di poterli scendere tutti con gli sci, una trilogia sulle orme di Comici che oggi vede la sua prima ripetizione da parte di Enrico Mosetti.

Enrico, come nasce la “Trilogia Comici”?

“In realtà non nasce, nel senso che è stata una cosa casuale. Nel 2013 ho disceso il canale Comici a Forca Berdo che non veniva sciato dal 1987. Ci sono poi ritornato nel 2015 con Federico Deluisa e, sempre insieme, dopo qualche settimana abbiamo sceso il canale Comici al Sorapiss. Così Federico ha completato la trilogia, dato che in passato aveva già sciato il canale Comici a Punta Tre Scarperi.”

Come mai non hai pensato di cimentarti prima con Punta Tre Scarperi?

“Fondamentalmente perché non ci ho mai pensato più di tanto. Quest’anno sono stato sull’Antelao per fare un canale e ho approfittato del momento per farlo.”

Un bel modo per omaggiare Federico Deluisa, recentemente scomparso…

“Si. L’idea iniziale della ‘Trilogia Comici’ è stata sua. Ricordo che nel 2015 saremmo dovuti tornare per fare lo Scarperi, ma ormai era tardi e io avevo un viaggio in Perù. Poi lui già li aveva scesi tutti.

Come Comici anche Federico è stato un visionario. Ha iniziato con lo sci ripido in Giulie nel 2006. All’inizio andava con gli sci da gigante su cui montava gli attacchini perché, diceva, non c’erano in giro attrezzi adatti a quel tipo di discese. Noi poi ci siamo conosciuti nel 2012, quando abbiamo sciato il Canalone Innerkofler sul Cristallo. Da lì sono venute tantissime esperienze insieme.”

Visto che sei andato sulle sue orme, anche se in discesa, ci racconti qualcosa su queste tre linee di Comici?

“Per i tempi era molto avanti. Non c’erano vie di ghiaccio sulle Alpi Orientali. Altra particolarità è che sia sul Sorapiss che sullo Scarpieri non ci sono relazioni né racconti. Abbiamo invece quella del Berdo, ed è allucinante. Sono saliti a fine estate, di notte. In generale il canale non è un bel posto: è incassato e scarica non appena le pareti prendono il sole. Lo fa anche in inverno, non oso immaginare durante l’estate.”

Qual è stata la discesa più difficile?

“Sicuramente il Berdo, anche se l’ho fatto due volte. Tra i tre canali è quello meno ripetuto, ne conta una decina in tutto. Lo Scarpieri è abbastanza battuto, anche se richiede molto tempo. Il Sorapiss leggermente meno frequentato, ma lo si vede bene ed è il più corto dei tre.”

Cosa rende il Berdo così difficile?

“È molto ripido, poi a metà discesa bisogna fare una calata e bisogna aspettare le giuste condizioni. È un canale stretto e appena fa caldo diventa insciabile.”

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5 Commenti

  1. Salire i canaloni e/o scenderli senza sci , con gli scarponi e quel che serve , e’ impresa di poco conto ??Farlo con gli sci quale valore superiore comporta?

    1. Che una volta tutto quello che si saliva e basta ora viene anche sciato…non ci vedo niente di strano, se sono linee di salita che ha individuato Comici si attribuiscono a lui, sarebbe come non chiamare il Colouir Gervasutti con il suo nome solo perchè non lo ha mai sciato….

  2. Non ci vedo nulla di strano…solo che la sciata viene prontamente filmata e postata, una eventuale salita e ridiscesa rimane impresa anonima, sperando sempre che le due procedure non si incrocino incontemporanea. La domanda “Mai provato?” rivela che certe imprese vengono compiute anche per misurarsi e stabilire gerarchie!
    Comunque ho provato non dico come e quel canale non aveva ancora trovato una vittima cui essere dedicato.

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