AlpinismoAlta quota

Everest: la Cina vuole un confine anti-Covid sulla vetta. Txikon rinuncia “per responsabilità”

Sull’Everest la squadra sherpa deputata ad attrezzare la via di salita è arrivata in cima (12 persone in totale), aprendo ufficialmente la stagione. Tra coloro in vetta anche Kami Rita Sherpa, che ha così messo a segno la sua venticinquesima salita dell’Everest, confermando il suo record. Meteo permettendo, i primi vertici sono attesi tra oggi e domani, ad aprire le danze dovrebbero essere gli alpinisti della spedizione della guardia reale del Bahrain, gestita da Seven Summit Treks, ma potrebbero essere circa 150 i pretendenti.

Txikon rinuncia

Ha invece deciso di tornare a casa Alex Txikon, arrivato al campo base lo scorso 29 aprile. La decisone, condivisa con i compagni Sendoa Elejalde e Iñaki Makazaga è dettata per senso di responsabilità. I tre si avevano raggiunto per acclimatamento campo 2. “La diffusione della variante indiana in Nepal, le prime evacuazioni dal campo base, la situazione al vicino Dhaulaguri e gli sforzi delle agenzie locali per tenere il passo, soprattutto Seven Summit Treks, ci hanno fatto decidere di concludere questa nuova avventura“, scrivono i tre alpinisti augurando buona fortuna a tutti, soprattutto a Kilian Joernet e David Gottler (arrivati a C3 e ora a Periche a riposare). “Ora bisogna prendersi cura di se stessi, degli altri e andare avanti” conclude Alex.

La situazione sanitaria in Nepal non migliora rispetto a quanto vi avevamo raccontato i giorni scorsi. La curva continua a salire, purtroppo sia quella dei nuovi casi che dei decessi.

La Cina vuole un confine sulla vetta

Nel frattempo, la Cina, sul cui versante dell’Everest è impegnata solo una spedizione locale (il Tibet è ancora chiuso agli stranieri), ha deciso di installare una “linea di separazione anti-Covid” sulla vetta per evitare possibili contagi da parte degli scalatori che arrivano dal Nepal. A renderlo noto l’agenzia Nuova Cina. L’annuncio è stato dato in conferenza stampa dal capo dell’Associazione alpinistica del Tibet, come riporta anche la CNN. A posizionare questo confine dovrebbe essere il primo team di guide cinesi che arriveranno in cima nei prossimi giorni, oramai anche la via sulla parete nord è quasi completata. Come questo possa concretamente avvenire non ci è chiarissimo. Staremo a vedere, siamo piuttosto curiosi.

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6 Commenti

  1. Penso che a txikon piacciono più i viaggi che le cime non fa altro che rinunce … sempre rinunce. Dal 2016 non è più riuscito a vedere una cima chissà forse è arrivato il momento di smettere di fare alpinismo e di dedicarsi al trekking visto che quello è solo quello lo porta a destinazione.

    1. Sarà pure così, ma trattandosi di una nicchia di alpinisti che oramai non devono più dimostrare niente a nessuno, ammiro molto di più l’alpinista famoso che rinuncia a una vetta rispetto all’alpinista famoso morto in omaggio ai propri sponsor

  2. un bella lastra in plexiglass, un erogatore di igienizzante e un termoscanner rivolto verso il Nepal, mi sembrano un ottima soluzione a 8.848 mt
    anvedi i china, hanno impestato il mondo guadagnandoci montagne di denaro e adesso fanno i selettivi

  3. Non capisco tutta questa acredine verso Alex Txicon… se fa tante rinunce è perchè spesso tenta delle invernali, che hanno un tasso di fallimento altissimo per tutti gli alpinisti, non solo per lui. E per chi dice che non avrebbe dovuto partire, ricordo che il Nepal era stato dichiarato Covid-free prima dell’esplosione dei contagi in India che ha avuto molto probabilmente il suo riflesso su quel paese, non è certo colpa sua se i contagi sono poi esplosi.
    Assurda la richiesta cinese di un confine sulla vetta, tra l’altro non è che tutti gli alpinisti che salgono dal Nepal poi scendono dalla Cina…

    1. Andare in un paese del terzo mondo in questo periodo storico avvalendosi della dichiarazione di “covid-free” per poi fare appello al “senso di responsabilità” nel rinunciare e tornare indietro una volta che la bomba è esplosa è il massimo dell’ipocrisia!
      Non dico che non dovesse andare; sia perchè ne aveva il pieno diritto e perchè in fin dei conti il mondo deve ripartire, tutti dobbiamo lavorare e nel rispetto delle regole che vengono imposte abbiamo il diritto di usufruire del nostro tempo e denaro come meglio vogliamo; ma parlare di senso di responsabilità quando ci si va a ficcare in un vespaio del genere è una cosa che non condivido.

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