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Omaggio a Bonatti: Della Bordella, Cazzanelli e Ratti sulla nord del Cervino

Un omaggio a Bonatti che qui, nell’inverno del 1965, ha chiuso la sua carriera di alpinista estremo. I protagonisti sono le guide del Cervino François Cazzanelli e Francesco Ratti, insieme al presidente dei Ragni di Lecco Matteo Della Bordella. Partiti alle 5 del mattino del 31 marzo dal rifugio Hörnli sono arrivati in cima alle 21, quando ormai il cielo iniziava a colorarsi di buio. Da qui hanno proseguito lungo la normale italiana fino a raggiungere la capanna Carrel e il giorno successivo sono ridiscesi a Cervinia.

Bonatti ha impiegato 5 giorni per compiere la salita, dal 18 al 22 febbraio, ed è stata un’impresa unica nel suo genere. Qualcosa di non paragonabile per condizioni, attrezzatura, solitudine. Ma qualcosa a cui ispirarsi per continuare in questo inutile quanto affascinante viaggio verticale. Per Della Bordella si è trattato della prima salita alla Gran Becca, non il più facile dei battesimi. “Una parete veramente bella e una via notevole, sono contento di averla ripetuta” spiega il presidente dei Ragni. “Toccare con mano la storia dell’alpinismo è uno degli aspetti più belli e affascinanti della nostra disciplina, oltre a essere base per poter guardare oltre.

Per le due guide raggiungere la croce di vetta non è certo una novità, Cazzanelli ormai ha in cassa 86 salite sul Cervino, tra cui più volte la parete nord e lo stesso vale anche per Ratti. Per tutti si è trattato della prima esperienza sulla Bonatti, via poco ripetuta nonostante il grande fascino e la grande attenzione mediatica che gli viene riservata ogni anno. “Se fosse sul Monte Bianco avrebbe molte più ripetizioni” commenta Francesco. “La parete è enorme, bisogna sapere bene dove andare” spiega Matteo. “È necessario conoscere l’ambiente, ripeterla con due local come con François e Francesco è stato perfetto”.

“L’estate scorsa, sul Pilastro Rosso del Brouillard, abbiamo avuto modo di sperimentare questa cordata per la prima volta” aggiunge François. “Siamo stati fin da subito molto affiatati e abbiamo sfruttato le nostre caratteristiche per scalare il più velocemente possibile”.

Oltre alle foto e ai bei momenti vissuti sulla via Cazzanelli ha riportato a valle un piccolo ricordo dalla parete. Un chiodo, che penso essere di Bonatti. L’ho sostituito con un altro, questo penso di lasciarlo alla Società Guide”.

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