L’Everest già scalato nel 1902 da un monaco tibetano

Dalla Cina arriva una notizia che non piacerà ai francesi: il primo 8000 scalato potrebbe non essere l’Annapurna, la cui cima venne toccata per la prima volta da Maurice Herzog e Louis Lachenal nel 1950. Pare infatti che addirittura cinquant’anni prima un monaco possa aver raggiunto la vetta dell’Everest.

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La straordinaria scoperta è stata resa nota dal gruppo di ricerca cinese che la scorsa primavera si è occupato di rimisurare la cima del tetto del Mondo. Alla missione degli scienziati era stata affiancata anche una campagna di raccolta di rifiuti. “All’altezza del first step, a 8500 metri, la nostra squadra di pulizia ha trovato un guanto che non era riconducibile a quelli utilizzati dagli alpinisti” ha raccontato Jimmy Wang Yu, responsabile della spedizione sull’Everest all’emittente cinese China Central Television. Il guanto, spiega Yu, è stato consegnato al ritorno a un team di ricercatori dell’università di Pechino, che sono riusciti a datarlo attorno al 1900. Un fatto molto strano, ma a insospettire gli scienziati c’era anche altro: non era simile a quelli usati all’epoca dagli alpinisti, oltretutto le esplorazioni inglesi all’Everest sarebbero iniziate nel 1921, e anzi la fattura era certamente tibetana.

Il mistero non era risolto, anzi, si era fatto ancora più fitto e le domande numerose. Come era possibile che un indumento di inizio ‘900 fosse sull’Everest a 8500m? Chi lo aveva portato fin lassù? A chi apparteneva?

A tentare di dare una risposta a questi quesiti alcuni scienziati del dipartimento di antropologia dell’Università di Cambridge specializzati in popolazioni tibetane. Grazie a un intenso lavoro di ricerca, si è scoperto un interessante manoscritto conservato all’interno del Monastero di Rongbuk, centro buddista a 5009 metri ai piedi del versante cinese dell’Everest e poco distante dal campo base. Nel testo si racconta della fondazione nel 1902 ad opera di Nyingmapa Lama Ngawang Tenzin Norbu e viene narrato che i monaci prima di costruire il monastero erano andati a Colle Nord dell’Everest, a circa 7000m, per chiedere attraverso una cerimonia la benevolenza della montagna. Uno di questi monaci decise di proseguire oltre. Cosa accadde non lo sappiamo perché non tornò indietro. Ma quello che pensano gli scienziati è che il guanto trovato la scorsa primavera appartenga a questo monaco.

Raggiunse la vetta? Non lo sappiamo, di certo arrivò a 8500 metri. Se fu lui il primo scalatore dell’Everest e di un 8000 rimarrà un mistero, come del resto un mistero è rimasto quello di George Mallory e Andrew Irvine, anch’essi scomparsi dalla cresta nord nel 1924 senza lasciare prova dell’avvenuta vetta.

Forse un indizio lo si può però leggere nel testo del manoscritto conservato fino ad oggi nel Monastero di Rongbuk: “L’uomo ha tante domande, e poche risposte. Osserva bene con gli occhi del tuo spirito, le risposte sono come i pesci che nuotano il primo giorno di aprile nei laghi cristallini dell’Himalaya”.