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Monte Bianco, è il momento del Dru. Corrado Pesce e Will Sim in salita sul Pilastro Sud Ovest

A distanza di una settimana dall’impresa estremamente social dei 4 alpinisti del Groupe militaire de haute montagne (GMHM) di Chamonix, dalla parete Ovest del Petit Dru, sul Monte Bianco, arriva notizia di una seconda salita, effettuata sul Pilastro Sud Ovest. Protagonisti della nuova avventura su quel pilastro che porterà scritto su di sé, in maniera indelebile nonostante i crolli, il nome di Walter Bonatti, sono il novarese Corrado Pesce e il britannico Will Sim, entrambi guide alpine con base a Chamonix. Tra l’altro, i due gruppi impegnati sul Dru si sono anche incrociati lungo il percorso, i primi in discesa, i secondi in salita.

La coppia di alpinisti ha effettuato una ripetizione della Voie des Papas, via aperta nel 2007, a due anni dalla frana che aveva reso impraticabile la parete, dalle guide alpine di Chamonix Martial Dumas e Jean-Yves Fredericksen, e di ciò che resta della via aperta da Bonatti in solitaria nel 1955. Per un totale di 900 metri e difficoltà 6c/A1.

Tre bivacchi a 5 stelle

“Basta stare a guardare, è il tempo di salire – scrive nel post di annuncio della ripetizione Corrado Pesce – . Io e Will Sim eravamo entrambi interessati ad arrampicare sulla cicatrice della parete Ovest del Dru. Fortunatamente abbiamo potuto contare su condizioni di tempo perfetto. Ne abbiamo approfittato al massimo, non ho mai avuto meno voglia di tornare giù da una montagna quanto questa volta, anzi avrei voluto restare lassù ancora qualche giorno”. 

“3 bivacchi a 5 stelle”, espressione utilizzata in conclusione del post da Pesce, rende l’idea di quanto l’avventura sia stata memorabile.

Il racconto dei 4 giorni di salita

“Abbiamo trascorso 5 fantastici giorni tra le montagne (3 bivacchi in parete) – racconta l’alpinista piemontese sui social – . Siamo saliti lungo il versante occidentale del Dru e la sua parete grigia. In pratica ciò che era un tempo il Pilastro Bonatti, crollato tra il 1997 e il 2005. Abbiamo seguito in gran parte la via Voie des Papas aperta da Martial Dumas e Jean Yves Friedriksen e in parte alcune sezioni della originaria via Bonatti, così come varie sezioni per andare da una via all’altra”.

“Tale combinazione – prosegue – è stata già salita da Jerome Sullivan e Pedro Angel Diaz nella prima ripetizione della Voie des Papas. La nostra salita dovrebbe essere la terza. Il primo giorno in parete abbiamo incontrato i 4 alpinisti del GMHM che avevano appena aperto una nuova via diretta sulla Ovest. Giù i cappelli per loro”.

“Abbiamo speso in totale 4 giorni tra salita e discesa in doppia dalla via. Ci siamo fermati al termine delle difficoltà, alla giunzione con la via normale”, conclude Pesce promettendo maggiori dettagli a breve.

Qualche dettaglio trapela però già dalla descrizione dell’impresa che, in parallelo, ha inserito Will Sim in un post Instagram. Si evince che i due abbiano seguito la Voie des Papas quasi in toto, fatta eccezione “per 5 tiri il secondo giorno”.  

“La via è stata caratterizzata da mattine gelide, pomeriggi di sole, alcuni tratti di roccia spaventosa che hanno richiesto grandissima attenzione per essere superati e per trasportare la nostra haulbag senza danneggiare le nostre preziose corde, ma per fortuna anche qualche bel bivacco!”.

Dal racconto di Will Sim si comprende qualche dettaglio in più anche sulla discesa in corda doppia a partire dalla giunzione con la normale, a ormai 50 metri dalla vetta. Decisamente impegnativa e sintetizzata da Sim con un “è qualcosa che non rifarei di nuovo”. I complimenti per aver guidato tale fase sono tutti per il compagno di avventura.

In conclusione, anche da parte del britannico, un pensiero per il team del GMHM di Chamonix: Sono stati dei veri animali. Al contempo i ragazzi più gentili che potessimo incontrare. Ci hanno lasciato una bomboletta di gas ancora piena in alto sul pilastro”. 

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2 Commenti

  1. Ma perchè non terminano mai le vie scalando fino in cima? Posso capire se ci fosse brutto tempo, ma così, fermarsi a 50 metri per poi scendere è come se si riducesse il tutto ad un’azione da palestra.
    Comunque complimenti anche se per me, per considerare valida una ripetizione, il termine della salita deve essere ben chiaro ed unico, la vetta.

    1. Gian Piero, ora si scala solo dove c’è difficoltà tecnica…… questi scalano alla grande dovunque!

      Molte invernali finiscono all’inizio dei camini o delle rampe finali, finiscono dove iniziano i “casini invernali” e….. giù le doppie.

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