Film

Tenzing Norgay, Nexflix e gli Obama all’opera sul film

Nel novembre 2019 la notizia dell’avvio di una campagna di casting per la realizzazione di un biopic dedicato a Tenzing Norgay Sherpa, targato Netflix, fece il giro del mondo. A distanza di oltre un anno, iniziano finalmente a trapelare dettagli in merito alla pellicola che porterà sul grande schermo vita e imprese del primo salitore dell’Everest al fianco di Sir Edmund Hillary nel 1953.

A fornire qualche informazione sul film, attualmente in fase di produzione, è Rock & Ice Magazine. E non a caso. La pellicola sarà infatti un riadattamento di una biografia dal titolo “Tenzing: Hero of Everest” (2003), a firma di Ed Douglas, a lungo collaboratore della redazione.

Lo scrittore e giornalista di montagna, editore dell’Alpine Journal e collaboratore anche del National Geographic e del The Guardian, con grande modestia ha tenuto a sottolineare in una breve intervista condotta dagli ex colleghi che non prenderà parte attiva nella realizzazione del biopic. “Semplicemente hanno comprato il mio libro”.

La realizzazione del film è stata affidata alla Higher Ground Productions, casa di produzione di Barack e Michelle Obama. Come preannunciato nel 2019, la australiana Jennifer Peedom, già regista dei premiati documentari “Sherpa” e “Mountain”, dirigerà le riprese sulla base di una sceneggiatura scritta dal conterraneo Luke Davies.

“Tenzing: Hero of Everest”

Il libro di Douglas cui si ispira la pellicola, documenta la vita di Tenzing Norgay Sherpa. Un viaggio nel tempo,  che racconta come un illetterato pastore di yak sia diventato uno dei più grandi alpinisti del suo tempo, al fianco di Sir Edmund Hillary.

L’interesse di Douglas per la figura di Tenzing Norgay si associa alla passione più ampia dello scrittore per l’Himalaya, la sua storia, il suo ambiente, le sue genti. Nella sua carriera ha raggiunto la terra degli Ottomila più di 40 volte. In molti casi, nell’ambito di spedizioni alpinistiche.

Un modo per far conoscere Tenzing Norgay ai giovani

A detta di Ed Douglas, il biopic potrà avere importanti risvolti proprio nella terra di Tenzing Norgay.

“Spero che i giovani della regione himalayana che non sanno molto di lui possano apprezzare il livello che fu in grado di raggiungere – si legge nell’intervista di R&I – . Lui è stato un vero pioniere, e non parlo solo di montagne ma anche in termini più ampi, per la popolazione dell’Himalaya. Si è trovato a fronteggiare un mondo di discriminazione, non soltanto da parte dei britannici dopo la conquista dell’indipendenza da parte dell’India. Ma anche all’interno del Nepal stesso. Il Paese era di fatto un regno Hindu. Ci sono tante voci differenti in Himalaya ed è necessario ascoltarle tutte. Qualcosa da tenere in considerazione nell’epoca attuale che vede il crescere di un nazionalismo Hindu”.

Ma i film hanno sempre limiti…

Teoricamente il biopic potrebbe dunque rappresentare un potente mezzo divulgativo, per far sì che arrivi ad un pubblico quanto più ampio il racconto del Tenzing eroe. Ma come spesso accade quando ci ritroviamo a leggere un libro e poi vederne su piccolo o grande schermo il riadattamento cinematografico, si rischia di restare delusi.

“Mi aspetto che la storia verrà parecchio compressa – dichiara a tal proposito Douglas – . La sua storia è lunga e complicata. É nella natura dei film. Tenzing Norgay nacque in Tibet, emigrò nel Khumbu, poi in India, sposò delle donne Sherpa e dopo l’Everest Nehru – Primo ministro indiano dal 1947 al 1964 (ndr) – vide la possibilità di sfruttare la sotria di Tenzing per avvicinarsi ai cittadini indiani che vivevano in Himalaya: è una vicenda complessa”.

“Ma Jen Peedom ha davvero colto la sua essenza e ha al suo fianco un grande scrittore, quindi sono fiducioso – conclude con ottimismo -. Il vantaggio è che in tal modo tanta più gente inizierà a prendere coscienza di cosa lui abbia realizzato e delle implicazioni della sua vita”.

 

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Un commento

  1. Spero non vengano fatti prevalere gli aspetti commerciali e spettacolari, ma si parli un po’ anche dell’uomo, così i giovani potrebbero imparare qualcosa.
    Periodo di pessimismo, il mio.

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