Cronaca

Valanga a Sestriere, muore Cala Cimenti con un amico. Recuperati i corpi sotto la neve

Aggiornamento ore 21.00

Si sono concluse le operazioni di recupero delle salme di Cala Cimenti e Patrick Negro. Le operazioni, come detto inizialmente, si sono attivate nel tardo pomeriggio con la segnalazione dei famigliari per il mancato rientro dei due scialpinisti. I tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese hanno individuato con il binocolo un distacco valanghivo sotto il Col Chalvet, lungo il versante che scende sulla Valle Argentera, comune di Sauze di Cesana (To). A intervenire sul posto l’eliambulanza 118 con a bordo il tecnico e l’unità cinofila da valanga del Soccorso Alpino, che sono stati verricellati nel punto del distacco e in breve hanno individuato il segnale dell’Artva che entrambi indossavano.

Nel frattempo, l’elicottero è riuscito a compiere due rotazioni trasportando a monte due squadre miste del Soccorso Alpino civile e del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, prima di tornare in base per l’arrivo del buio. Con l’uso delle sonde, i corpi sono stati individuati sotto oltre due metri di neve, alla base di una valanga che è scesa a valle per per circa 200 metri lungo un canale. Dopo un impegnativo lavoro di scavo, le salme sono state disseppellite e caricate sul toboga per il trasporto a valle a cui ha partecipato una squadra di tecnici sopraggiunti a piedi con gli sci e le pelli di foca.


Aggiornamento ore 19.45

È stato travolto da una valanga oggi pomeriggio, sulle montagne di Sestriere, l’alpinista torinese Carlalberto “Cala” Cimenti. Con lui l’amico Patrick Negro, di Pragelato.

Dopo l’allarme lanciato dai famigliari in seguito al mancato rientro dei due scialpinisti i Carabinieri di Sestriere insieme ai volontari del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza, elitrasportati dal 118, hanno iniziato le ricerche. A una prima ricognizione effettuata attraverso il binocolo è subito stato evidente un ampio distacco di neve nella zona di Cima del Bosco, Col Chalvet. Una volta iniziate le ricerche il segnale di uno dei due scialpinisti è stato individuato nella zona del distacco.

Seguono aggiornamenti.

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10 Commenti

  1. Non ci posso credere, il Cala no!!!! Incrociamo le dita anche se le possibilità di ritrovarli sembrano remote!!

  2. E l’ ennesima tragedia, l ‘ho già scritto ieri parlando dei morti al K2 e in genere degli alpinisti di punta.
    Io ,come tanti altri amanti della montagna, li ammiro…. Ma non perche ogni loro scelta o sogno sia oltre il limite…. Li ammirerei anche se le imprese non fossero tanto estreme da richiedere un tributo cosi alto di vite.
    Sono troppi gli alpinisti talentuosi morti in questi ultimi mesi… Anni!

    1. Purtroppo e’ il prezzo della “spettacolarizzazione” delle imprese. Al di la’ di questo tragico evento, in generale ormai l’asticella si e’ alzata cosi’ tanto che se non fai l’impossibile non sei nessuno e sopratutto per chi di queste cose ci vive, per spuntare sponsorizzazioni e’ costretto ad andare sempre oltre il limite minimo di “relativa” sicurezza con il risultato che da qualche anno e’ sotto gli occhi di tutti. Purtroppo di questo passo dovremo piangerne parecchi di nostri “eroi”.

      1. Sono d’accordo con te, ma dovresti aggiungere anche che ora la maggioranza di chi va in montagna non ha le capacità per comprendere quale rischio stia correndo.
        La valutazione del rischio si può un poco insegnare, ma si apprende con umiltà e tanta esperienza…… è il solito discorso sulla sicurezza che dipende da se stessi e molto poco da tutto il resto.

        E’ una mia opinione che non trovo nel sistema.
        Io divento tristissimo quando muoiono i giovani, con i vecchi mi consolo dicendomi che hanno almeno vissuto un po’.

  3. Che peccato, che tristezza, è un obituario continuo. La morte quasi in diretta, quasi quotidiana su queste pagine. È poco differente questa montagna dalla moto GP o dai gladiatori dell’antica Roma. Supermen e Superwomen a caccia di adrenalina, followers e sponsors, più o meno inconsciamente votati al suicidio e accecati fino al punto di non riconoscere più il limite. Capisco che i giornali vivano di questo perché è spettacolare e fa audience in ogni caso. Ma mi chiedo se non sia arrivato il momento di criticare le imprese oltremodo estreme anziché esaltarle finché vanno più o meno fortunosamente bene. A cominciare dell’alpinismo di massa invernale himalayano per passare a quel tale che ha promesso dieci prime discese estreme con gli sci nel corso dell’inverno… Ma sareste contenti voi di averli per figli, fratelli o peggio ancora genitori? Se gli volete bene, ditegli di limitare il rischio anziché alzare sempre più l’asticella

  4. ma non ci posso credere.
    son salito in ciaspole due volte a cima del bosco dalla parte di thures.
    un abbraccio ai familiari di entrambi.

  5. Io non capisco come professionisti della montagna non riescano a vedere le condizioni disastrose che attualmente ci sono in montagna; io da povero cristo non mi muovo di casa se non per risalire le piste da sci attualmente chiuse senza spingermi un metro fuori, possibile che loro non ci abbiano pensato?
    Dopo nevicate storiche che non si vedevano da anni, è caduta neve pesante e sopra a questa, che in parte aveva già dato corso a diverse valanghe anche importanti, i giorni scorsi è caduta ancora neve pesante alle basse quote e più asciutta in alto: tutti strati di neve, e si parla di metri in alcuni punti essendoci stato anche un notevole contributo del vento ad ammucchiare sotto cresta accumuli enormi, non si sono consolidati affatto….ma possibile che non si possa rinunciare per una settimana o due a fare il di più???? Posso capire, si fa per dire, qualche sprovveduto dell’ultima ora, ma loro…..

  6. Citando Joe Simpson, in montagna non si ha il pieno controllo del proprio destino. Ti illudi di poter controllare la situazione, con la tua esperienza e la tua abilità. Invece le cose non stanno così. Che sia K2, Sestriere, o dove si voglia. Condoglianze e tanta tristezza.

  7. Il Limite concetto molto invocato ma difficile da declinare nella vita pratica.Si pensa a K2, Patagonia, Antartide , Everest e poi capita sulle montagne di casa.Una frazione prima e sei salvo, la medesima oltre e cadi nella catastrofe. Questa frazione di tempo, temperatura, umidita’, pendenza ecc , tanti parametri che entrano nei modelli fisico matematici del fenomeno valanghivo, chi li puo’ calcolare al momento? Ch puo’ dire che avevano
    oltre passato ed invece erano convinti di essere dentro i margini ?
    Personalmente mi ha fatto riflettere una esperienza da poco, in ambiente per nulla eroico ed estremo.Stavo camminando in un parco giochi di montagna.. fiducioso negli scarponi con suola tecnica e… in un millesimo di secondo sono partito di schiena giu’ per un lievissimo pendio per alcuni metri.Botta al fondoschiena ed al polso.La neve fresca che stavo calpestando allegramente , copriva una lastra di ghiaccio vivo umido reso iinvisibile da un poetico strato di neve vergine.Di valanghe ne ho viste cadere in diretta ma chilometri di distanza ..e pure udito un rumore simile a tuono.

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