Pareti

Sorejina, la nuova linea disegnata da Simon e Manuel Gietl

Un mese fa circa, tra il 10 e l’11 gennaio, Simon e Manuel Gietl si sono cimentati sul Monte Sella di Sennes (2787 m), dove hanno messo a segno una nuova via chiamata Sorejina. Ormai ordinaria cronaca per la guida altoatesina Simon Gietl, che nei primi giorni del nuovo anno si era reso protagonista di una nuova via sul Monte Popera. Insieme a lui suo fratello Manuel con cui è tornato a legarsi dopo una decina di anni. “Andavamo spesso in montagna insieme” ci racconta Simon. “Poi una decina di anni fa, durante una scalata, Manuel ha avuto un incidente e non abbiamo più avuto modo di legarci per fare qualche salita. Questa è la prima volta, è anche la prima invernale insieme.

Sorejina misura 700 metri di lunghezza e si sviluppa sulla parete sud-ovest del Monte Sella di Sennes. Presenta una difficoltà complessiva di WI 5+, M6 con tratti a 50°. L’apertura ha richiesto ai fratelli Gietl una giornata intera, anche se nella realtà il nuovo tracciato è nato casualmente. “Siamo partiti per fare una cascata vista da Manuel un anno fa, ma le condizioni non erano così buone” spiega Simon. “Durante l’avvicinamento poi mi sono accorto di questa possibilità e, appurato che la cascata non sarebbe stata fattibile, siamo andati a controllare la linea. Bisognava arrivarci sotto per capire bene dove passare”. Una volta ai piedi della nord-ovest ecco che gli occhi dei due giovani si sono illuminati alla vista delle condizioni praticamente perfette e della logicità del percorso. “Abbiamo impiegato circa un’ora per arrivare all’attacco con gli sci, poi sette o otto ore in parete e ancora due ore e mezza per la discesa” spiega Gietl. Il risultato è una via “divertente” e non eccessivamente dura.Ha tutto ciò che una linea alpinistica dovrebbe avere: ghiaccio, roccia e neve. Se guardi la parete dalla strada la vedi subito, è marcante”. Come mai nessuno è mai salito per questo evidente percorso? “Il giorno dopo averla aperta ho subito contattato un mio collega per chiedere informazioni e capire se qualcuno prima di noi si fosse cimentato su questa linea. Secondo lui nessuno ha mai provato perché i primi cinque tiri non si vedono dalla strada, devi andarci sotto. Probabilmente è questa la ragione, spiega Simon, che ha lasciato intonsa questa evidente linea. Inoltre, non sempre è fattibile scalarla, bisogna essere molto attenti e prestare attenzione alle condizioni. “Quando abbiamo effettuato la salita eravamo nel cuore dei giorni più freddi vissuti in questa prima parte del nuovo anno, meno 23 gradi”.

In totale l’apertura ha richiesto due giorni. Il primo in cui sono riusciti a salire i primi tre tiri e che poi li ha visti rientrare con il sole di mezzogiorno; il secondo in cui sono ritornati la mattina presto per riuscire a togliersi dalle zone maggiormente soggette al calore del sole prima del suo arrivo. La parte alta della via si snoda tutta in ombra, rendendone fattibile la scalata anche nelle ore più calde. Caratteristica quest’ultima che stona con il nome, Sorejina, “figlia del sole” che i due hanno voluto dare al tracciato dopo aver fatto rientro a valle.

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