Pareti

Monte Popera, nuova via per Simon Gietl e Andrea Oberbacher

Bel finale d’anno per Simon Gietl e Andrea Oberbacher che nei giorni seguenti il Natale hanno messo a segno Phoenix, difficile via di misto sulla parete nord del monte Popera. Ci troviamo nelle Dolomiti di Sesto, casa per le due guide che conoscono questo territorio come le loro tasche. Per scovare la linea è infatti bastato poco. “Alcuni amici mi hanno mandato una foto che si sono scattati durante un gita scialpinistica, sullo sfondo ho subito notato la possibilità di salire” ci racconta Simon. “Una settimana dopo, il 26 dicembre, sono andato a vederla di persona per capire le condizioni e la fattibilità del progetto”. Si può salire. Con Andrea abbiamo deciso di provare già la domenica, dopo la meteo sarebbe stata brutta per tutta la settimana.

In realtà Gietl e Oberbacher non sono i primi a vedere questa possibilità, come ci racconta lo scalatore altoatesino già qualche anno fa una cordata local si è mossa sullo stesso itinerario. “Hanno salito il primo e forse il secondo tiro, poi sono stati costretti a rinunciare per colpa delle condizioni e per prestare soccorso a un altro gruppo di scalatori rimasto coinvolto in una valanga”.

Partiti verso le 4.30 di mattina da Sesto sono rientrati in paese solo a buio fatto, dopo le 18. Una giornata per aprire un itinerario di 450 metri con difficoltà WI5+, M6. “Una via meravigliosa, con un panorama unico. L’unica pecca è stata la difficoltà di protezione, non siamo riusciti a fissare più di cinque viti da ghiaccio però abbiamo potuto posizionare qualche Friends ai lati della linea”. Verso le 14.40 eccoli in vetta ghiacciati, ma baciati dai caldi raggi del sole. Poco dopo di nuovo in marcia per un frettoloso rientro verso valle. “Una bella esperienza di fine anno” conclude Gietl. “Anche se è stata dura salire con meno diciassette gradi e con il violento spindrift che ci ha investiti nella parte alta della via”.

 

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Un commento

  1. Per sapere cosa fosse lo SPINDRIFT HO DOVUTO APRE UN’ ALTRA FINESTRA WEB..
    trattasi di:.. particelle di ghiaccio o neve polverosa trasportate dal vento, o anche dalla forza di gravità… Solitamente il fenomeno è molto fastidioso, in quanto queste particelle si insinuano con facilità anche nelle più piccole aperture presenti tra i vestiti dell’alpinista, provocando una sensazione di gelo immediata “..
    Una curiosità: una via fattibile..un tempo si esplorava con il binocolo.con valutazioni piu’ o meno parziali a seconda del punto di appostamento… Se adesso si impiegasse un drone che riprende da piu’ vicino una eventuale via ??
    Dolomiti Emergency per il soccorso gia’ ne ha acquistati 5 ed addestrati 10 piloti.

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