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Badile: Della Bordella e Schüpbach realizzano il sogno di Bernasconi

Crossway of Friendship – crocevia di amicizia –, è questo il nome del nuovo progetto di Matteo Della Bordella e Silvan Schüpbach. Dopo tempo i due sono tornati a legarsi in cordata. L’idea, inizialmente, era quella di prendersi un fine settimana per divertirsi in montagna, poi hanno visto la nord-est del Pizzo Badile in condizioni perfette per una salita in piolet-traction e hanno deciso di provarci.

Parliamo di una parete dove si respira forte la storia dell’alpinismo, quella dei Ragni in Lecco in particolare. Da questo versante sono saliti, per la prima volta, i Ragni Riccardo Cassin, Vittorio Ratti e Gino Esposito insieme a Mario Molteni e Giuseppe Valsecchi (questi ultimi due poi tragicamente scomparsi in discesa). Hanno impiegato tre giorni, dal 14 al 16 luglio del 1937, per compiere la salita. Una scalata tecnica e difficile che ha richiesto agli alpinisti resistenza e capacità di adattamento per lottare contro le avverse condizioni meteo e contro le difficoltà oggettive.

Senza molti dubbi Matteo e Silvan sono partiti verso la parete con picche e ramponi. Hanno lasciato che a guidarli verso l’alto fosse l’istinto, non la programmazione né lo studio della parete. Ecco che, un passo dopo l’altro, la via si è compiuta. Un tracciato invernale d’altri tempi. Una linea molto logica ed effimera, basta infatti un rapido cambiamento per renderla impraticabile.

Il sogno di Matteo Bernasconi

“Era il tuo sogno e non il mio” scrive Matteo sui social. La dedica all’amico Matteo Bernasconi è chiara. Il Berna, come lo chiamavano gli amici, ha provato più volte a cimentarsi su questa parete in piolet-traction. La prima nel 2005, l’ultima nel 2015. Della Bordella e Schüpbach non hanno seguito la sua intuizione. Non è la linea che tu avevi immaginato, non è nemmeno una nuova via, piuttosto una combinazione nata dall’istinto” continua Della Bordella.  Più volte durante la scalata il pensiero vola all’amico, scomparso sotto una valanga la scorsa primavera.

Matteo e Silvan raggiungono i piedi della gigantesca parete per caso, valutano le condizioni. Sono perfette. Salgono. “Sono contento che il Badile abbia un tracciato dedicato al Berna, dall’altra parte è stato tutto così casuale e improvvisato che mi è sembrato troppo facile”.

“Il mio desiderio, il mio sogno è quello di salirlo il piolet” aveva commentato Bernasconi dopo l’ultimo tentativo. “La linea secondo me c’è, però penso che sia un sogno”, ora non più.

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