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Tar di Trento respinge il ricorso contro la cattura dell’orsa JJ4

Ministro Sergio Costa: "La battaglia continua"

In Trentino prosegue quella che il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha definito una vera e propria “battaglia” tra animalisti e Provincia sul tema degli orsi. Accanto alla questione del Centro Faunistico del Casteller in cui sono attualmente reclusi, in condizioni opinabili, gli esemplari M49, M57 e DJ3, le associazioni ambientaliste, con il supporto del Ministro Costa, si stanno battendo per la libertà di JJ4. La mamma orsa che sul Monte Peller, probabilmente per una fisiologica reazione di difesa dei propri cuccioli, aveva ferito due cacciatori. Giovedì 8 ottobre, il Tar di Trento ha dato il via libera alla cattura dell’esemplare.

Ricorsi contro ricorsi

A seguito dell’incidente, il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, aveva richiesto l’abbattimento di JJ4. Ordinanza sospesa dal Tar. Dall’abbattimento si era dunque passati ad una nuova ordinanza di cattura, della quale era stata immediatamente richiesta la sospensione da parte delle associazioni animaliste (Associazione Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) ONLUS, Associazione LAV Lega Anti Vivisezione, Lega Nazionale per la difesa del cane, Associazione WWF Italia ONLUS, LIPU ODV).

Fugatti aveva allora fatto ricorso contro il ricorso degli animalisti, richiedendo in sostanza al Tar di rigettare la richiesta di sospensione. A metà settembre il Tar di Trento aveva rifiutato il ricorso di Fugatti approvando la sospensione dell’ordinanza, con motivazione fondamentale la presenza di 3 cuccioli ancora totalmente dipendenti dalla madre. Decisione accolta con gioia dagli animalisti, che avevano dunque immaginato nell’arco di una manciata di settimane di vedere accolto il proprio ricorso.

Gioia sostituita da amarezza e delusione a seguito della decisione del Tar di respingere la richiesta di sospensione e appoggiare dunque la Provincia nella caccia a JJ4.

Una giornata confusa tra fughe di notizie e false speranze

Una giornata confusa quella che si è vissuta giovedì 8 ottobre, in cui una iniziale fuga di notizie aveva portato lo stesso Ministro Costa nel tardo pomeriggio ad esprimere soddisfazione sui social per l’accettazione da parte del Tar del ricorso degli animalisti. Notizia confutata poco dopo, con tanto di scuse da parte dell’Eipa, responsabile della diffusione anticipata di un comunicato fuorviante.

“Su alcune agenzie e siti giornalistici è stata data per certa la notizia che il TAR aveva confermato che l’orsa Gaia (Jj4) poteva rimanere libera – scrive Costa – . Questa notizia ha tratto in inganno anche me tanto che l’avevo anche inserita in questo post. Purtroppo non è così ma la battaglia continua perchè c’è un’altra udienza il 22 Ottobre. Incrociamo le dita e lottiamo sempre”.

Costa evidenzia in ogni caso che, seppur sul fronte JJ4 le associazioni stentino a far prevalere la propria voce, “laddove non sta arrivando il buon senso, ci stanno pensando le carte dei giudici. Qualche giorno fa, dopo l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Trento, il Presidente della provincia ha ritirato l’ordinanza per nuove catture. Finalmente qualcosa di concreto si sta muovendo a favore degli orsi trentini, e ne sono molto felice”.

Eipa e Oipa ricorrono al Consiglio di Stato

In prima linea nella lotta si schierano Enpa e l’Oipa, che annunciano di voler ricorrere congiuntamente al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar di Trento.

“Auspichiamo che, dato che siamo alla vigilia della stagione del letargo e che JJ4 è una mamma di tre cuccioli ancora dipendenti, considerando inoltre, come da report dei Carabinieri Forestali e Ispra inviati dal Ministero dell’Ambiente, l’inidoneità del Casteller a ospitare i plantigradi, il presidente Fugatti voglia comunque manifestare clemenza nei confronti dell’orsa e dei piccoli –  commentano le due associazioni – . In ogni caso proseguiremo nelle nostre azioni a tutela dei plantigradi oggetto di ordinanze e di catture già eseguite. Il nostro  intento è però anche propositivo. La soluzione incruenta per “alleggerire” Trento e il Trentino dalla popolazione dei grandi carnivori c’è ed è la creazione di corridoi faunistici che consentano agli animali di spostarsi e colonizzare altri territori”.

“Siamo convinti inoltre che sin da ora la convivenza tra orsi e la popolazione residente è possibile: occorrerebbero adeguate e continue campagne d’istruzione e comunicazione, l’installazione massiva di bidoni anti-orso e la messa in campo d’interventi a protezione delle greggi e degli animali delle fattorie tramite dissuasori, reti, recinti. Questi ultimi, tra l’altro, costano meno dei risarcimenti chiesti dagli allevatori”.

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