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Tamara Lunger

“La montagna è come l’amore: può essere l’emozione più bella di tutte ma anche la più brutta: quando ti ferisce ti fa molto male, quando invece il tempo è bello, e non fa così freddo, ti senti una regina”

Tamara Lunger

 

È una delle alpiniste italiane in attività più note. Da piccola capisce che da grande sarebbe diventata un’atleta. Ancora non sa di quale disciplina, ma Tamara Lunger si accorge subito di due cose: di essersi innamorata delle montagne e di riuscire a soffrire tanto. Personalità dirompente, talento, cresciuta a profondo contatto con la natura, vive la passione per la montagna come un modo per trovare sé stessa, ed essere in armonia con il cosmo. Per lei le esplorazioni a fil di cielo hanno qualcosa di spirituale: ora energia allo stato puro, ora meditative, le donano felicità. Coraggiosa e determinata, supera ogni stereotipo con forza di volontà e un’eccezionale resistenza fisica e mentale. Cerca sfide in luoghi incontaminati perché nelle avventure ai confini della Terra ha trovato il suo equilibrio. Una guerriera delle montagne. 

Vita privata

Tamara Lunger nasce a Bolzano l’8 giugno del 1986. Trascorre l’infanzia a San Valentino in Campo insieme alle due sorelle, alla madre e al padre Hans-Jörg, scalatore e membro della Nazionale italiana di scialpinismo, che le trasmette la passione per le sfide. Fin da piccola pratica diversi sport, anche l’atletica leggera (due volte vice-campionessa italiana nel lancio del disco). A 14 anni prende la decisione fondamentale della sua vita: avrebbe scalato un 8.000. Sa che quella è l’impresa più estrema per chi ama la montagna e a lei le cose facili non sono mai piaciute: è soddisfatta soltanto se fa fatica e mette alla prova corpo e mente. Sin da giovanissima il suo idolo è Gerlinde Kaltenbrunner, prima donna al mondo ad avere scalato i 14 ottomila senza l’uso di ossigeno, e che ha raggiunto il suo primo ottomila a 23 anni. Così anche Tamara ha il sogno di salire in vetta al suo primo ottomila alla stessa età, e ci riuscirà, diventando la più giovane donna della storia in vetta al Lhotse. Impara tanto da Simone Moro, suo mentore e compagno di cordata di numerose spedizioni, che affrontano condividendo lo stesso approccio in stile leggero. Da lui apprende tutto quello che è necessario sapere per organizzare una spedizione e poterne poi fare per conto suo. Attualmente Lunger vive a Cornedo all’Isarco.

Scialpinista, alpinista ed esploratrice

Nel 2002 inizia a cimentarsi nelle sue prime gare di scialpinismo. Nel 2003 partecipa per la prima volta alla competizione Vertical Race a San Martino di Castrozza. Vince tanto: come membro della squadra nazionale conquista il titolo di campionessa italiana nel 2006 e 2008, di vice-campionessa nel 2007, vince la Pierra Menta nello stesso anno, e nel 2008 ottiene il titolo di campionessa del mondo sulla lunga distanza.

Dopo questo periodo di agonismo volge il suo sguardo più in alto, alla ricerca di nuove sfide. Nel 2009, con la sua prima esperienza alpinistica in Nepal e l’ascesa all’Island Peak (6.189 m) per Tamara Lunger le cose sono chiare: questa è la vita che vuole. A 23 anni diventa la donna più giovane a raggiungere la vetta del Lhotse (8.516 metri), ma lo considera un primato effimero perché arriva in cima con l’ossigeno. Da quel momento decide che non avrebbe più usato le bombole, perché non rientrano nella sua idea di alpinismo.

Nel 2010 prova il Cho Oyu (8.210 m), senza arrivare però in vetta. Nel 2011 mette piede sulla sommità della montagna più alta del Kazakistan, il Khan Tengri (7.010 m), e nel 2012, in Cina, tocca l’apice del Muztgah Ata (7.546 m). Nel 2012 tenta l’ascesa del Broad Peak (8.047 m), senza raggiungerne la cima. Il 2013 è l’anno del Pik Lenin (7.134 m), in Tagikistan, e di un progetto speciale, The Great Crossing: la traversata di sci alpinismo in Pakistan e la salita di due cime inviolate e senza nome (6.345 m and 6.489 m). Nel 2014 raggiunge la vetta del K2, seconda donna italiana nella storia dell’alpinismo dopo Nives MeroiNel 2015 tenta la salita invernale del Manaslu (8.163 m) con Simone Moro: nella fase di acclimatamento aprono una nuova via in stile alpino sulla parete Nord dell’Island Peak (6.182 m) e fanno una prima salita del Kang Lemo Central (6.100 m).

Il 2016 è un anno cruciale: Tamara Lunger, insieme a Simone Moro, decide di tentare la cima del Nanga Parbat d’inverno. In caso di successo sarebbe diventata la prima donna a realizzare una prima salita su un 8000 nella stagione fredda. Durante la spedizione i due alpinisti si uniscono alla cordata di Alex Txikon e Ali Sadpara e il 23 febbraio 2016, giorno dell’ascesa finale, si trovano a 7.200 metri. Tamara si sveglia stanca, con i muscoli affaticati: hanno avuto poco tempo per acclimatarsi e le sono venute le mestruazioni. Ma non vuole mollare. Parte lo stesso: a chiudere la cordata c’è Moro, che però la supera. L’alpinista altoatesina capisce che ora la sfida consiste nel riconoscere i suoi limiti e non mettere a rischio le vite degli altri per egoismo. Ha la consapevolezza che se fosse arrivata in vetta probabilmente poi avrebbe avuto bisogno di supporto per scendere. Tamara è a 70 metri da un traguardo che significherebbe tanto ma sceglie di voltare le spalle alla cima. Affermerà in seguito di non averlo mai considerato un fallimento ma la dimostrazione della sua capacità di prendere decisioni responsabili.

Nel 2017, dopo aver raggiunto quota 7.200m, Tamara Lunger e Simone Moro decidono di porre fine al loro Skyline Project, che prevedeva la traversata completa della lunga cresta del Kangchenjunga (8.586m), in Himalaya. Un nulla di fatto a causa delle abbondanti nevicate della stagione. Nello stesso anno l’altoatesina compie una spedizione volando in tandem sulle montagne dell’Himalaya indiano con il campione di parapendio Aaron Durogati: dopo questo viaggio Tamara Lunger inizia a spostare la sua attenzione dagli ottomila a nuovi progetti più “esplorativi”. Ci mette due mesi a decidere di affrontare il progetto che Simone Moro le propone per il 2018, per paura di perdere le dita dei piedi per il freddo. Ma alla fine le foto della zona sono così intriganti che accetta di partire. Così i due, a -40° C, in uno dei posti più freddi del pianeta, scalano in invernale il Pik Pobeda (3.003m), la montagna più alta della Siberia. Durante il 2018 l’atleta italiana decide di fermarsi per un anno a causa di forti dolori alle ginocchia e alla schiena: in questo periodo cambia alimentazione, stile di vita, compie un lavoro di fisioterapia e di introspezione interiore, alla ricerca del suo equilibrio. Nel 2019, insieme all’amico Franz, esplora a piedi la Mongolia, sul confine Nord-Ovest, camminando da Zengel, fino ai monti Altaj, e salendo sul Malchin Peak (4.050m). Nel 2020, durante un tentativo in invernale di salita del Gasherbrum I, che la cordata Lunger-Moro vorrebbe concatenare con il Gasherbrum II, il suo compagno finisce in un crepaccio: l’alpinista riesce a salvarlo riportando ferite alla mano. Durante i mesi del lockdown l’altoatesina ha l’ispirazione per il suo prossimo progetto, il Tamara Tour Italia: un viaggio in camper attraverso la Penisola per salire le vette più alte delle 20 regioni italiane, due mesi e mezzo di alpinismo, trekking, arrampicata, paracadutismo, ciclismo. Un’esperienza outdoor a 360 gradi, un’occasione per esplorare l’Italia e “scoprire il bello e il buono” del Bel Paese.

 

Realizzazioni

Gare di scialpinismo

Gare di Ultra Trail

Alpinismo d’alta quota

Progetti speciali

Libri

Io, gli ottomila e la felicità, I miei sogni, tra amore per la montagna e sfida con me stessa, Rizzoli, 2017

Film

“Lo sport ha due facce: una è l’agonismo, del quale io facevo parte, l’altra è costituita dalle avventure che realizziamo con l’anima, spinti da una motivazione profonda. Quando gareggiavo esistevano solo l’orologio e i metri di dislivello. Adesso sono diversa, sono ‘Tamara, la montanara’. Tutti compiamo un percorso, prima vogliamo spaccare il mondo, poi capiamo che possiamo raggiungere i nostri traguardi anche ascoltandoci. Bisogna assaporare di più i momenti, godersi le persone care e cercare di realizzare i propri sogni. Guardarsi allo specchio la mattina e vedere una persona felice”

Tamara Lunger

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