Alpinismo

Simone Moro svela il suo progetto alpinistico in Italia

Non ho mai smesso un giorno di allenarmi, di preparare il mio prossimo imminente progetto alpinistico in Italia” scriveva il 19 agosto scorso Simone Moro annunciando con il consueto mistero la ripresa a breve della sua attività in montagna, dopo un’estate passata tra mare e promozione delle terre alte italiane.

La curiosità è durata poco. Ieri, con una story sui social, l’alpinista bergamasco ha scoperto le proprie carte rivelando il proprio progetto: una ripetizione di quella traversata integrale in cresta delle Alpi Orobie che aveva realizzato 20 anni fa con Mario Curnis. Questa volta con lui non ci sarà lo storico amico e compagno di cordata, ma Alessandro Gherardi, che con Simone aveva già realizzato nel 2018 la traversata scialpinistica delle Orobie da Ornica (BG) al Rifugio Mambretti (SO).

I due impiegheranno 12 giorni per circa 150 km e 15mila metri di dislivello. Per sapere il giorno della partenza e ulteriori informazioni bisognerà attendere i prossimi giorni.

Un ritorno di Simone Moro al passato in un periodo che, a causa del coronavirus, ha costretto tutti gli alpinisti a distogliere lo sguardo dalle vette del Mondo per concentrarsi a cercare progetti sulle montagne di casa.

La traversata con Mario Curnis

 Simone Moro e Mario Curnis realizzarono tra il 12 e il 24 settembre del 2000 la prima traversata integrale delle Alpi Orobie stando in cresta e attraversando le provincie di Bergamo, Brescia, Sondrio e Lecco.

Partiti dal Passo del Vivione sono arrivati ai Piani di Bobbio dopo aver salito un centinaio di vette. Delle principali possiamo ricordare il Venerocolo, Gleno, Torena, Diavolo della Malgina, Coca, Porola, Scais (dove sono stati costretti a bivaccare a causa del maltempo), Curò, Redorta, Soliva, Diavolo di Tenda, Corno Stella, Toro, Fiorano, Verrobbio, Ponteranica, Tre Signori e Camisolo.

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19 Commenti

      1. Frustrato sarà lei caro signore; tour come quello che con la solita pompa magna ha svelato il suo eroe, li fanno da sempre emeriti sconosciuti che non hanno bisogno del solito pulpito mediatico come il suo eroe
        Aggiungo che montagna.tv poteva risparmiarci questo articolo visto che c’è di molto meglio da descrivere come la salita in giornata della Odyssee alla nord dell’Eiger da parte di Favresse e Berthe

        1. Frustrato invece è lei caro signor Mario, che non dimentica mai di onorare la « pole position » dei commenti d’odio ad ogni sussulto Moresco della redazione . Le sfugge inoltre che il tentativo continuo e persistente di ridurre patetica l’attività dell’alpinista Moro, con un perfetto effetto boomerang, restituisce a noi tutti inutili e sgradevoli cordate di parole.

          1. Guardi caro riccardo che è il moresco che vi prende tutti per il deretano con la sua boria da primo della classe; comunque attendo il libro della traversata delle alpi orobie: sarà una guida del CAI o un libro d’avventura estrema a meno mille 100 gradi?
            Torno a ripetere che su Montagna .tv c’è ben altro da scrivere e leggere

      2. la figura del leone da tastiera che insulta gli altri la stai facendo solo tu, campione

    1. Non è un impresa nel senso della fatica, dell’altitudine o della difficoltà. Ha un sapore romantico e dei risvolti umani davvero interessanti, sinceramente sono più curioso ed interessato ad un’impresa così come a quella sul Peak Pobeda che non al solito 8000. E’ bello vedere un alpinista dedicarsi a cose “diverse”.
      L’ironia sul libro la trovo davvero stupida, tra l’altro dove sta scritto che la stesura di un libro è direttamente proporzionale alla difficoltà di un progetto?
      E’ triste vedere tutte queste persone anti-moro e leoni da tastiera scaricare tutta la loro bile nei commenti.

  1. CIAO,insomma,poco piu”,poco meno di un ultra trail. Sicuro troveranno vento a 200km/h,e temperature mai sopportate dall”uomo.Poi un po di racconti in radio,e un bel libro. Comunque sia buon traversata,e divertiti,che è la cosa piu” importante.

  2. Nel 1970 tre ragazzi l’avevano percorsa quasi tutta, senza mai scendere ai rifugi, ma in tre tappe di fine settimana allungati e poi l’inverno ’71 senza scendere, ma mettendo prima 4 pacchi di rifornimento in punti strategici distanti 3 giorni.
    Poi han smesso perché il giro stava finendo. 🙂
    Robe vecchie di amici che non si ricordano più, rimane solo qualche foto sbiadita.

    1. Questi commenti emozionano, nella vita certe imprese lasciano il segno.
      Montagna e amicizia sono un abbinamento senza pari.
      VIVA!

  3. io mi immagino le risate che si sta facendo Simone a leggere certi commenti che puntuali , arrivano ogni volta che c’e’ un annuncio del genere da parte sua . Faccio fatica a pensare che tutto questo odio sia autentico , o meglio , non voglio credere che sia cosi’. Un consiglio a chi odia questo signore : evitate di leggere e commentare su una tastiera queste notizie . Ne va della vostra salute ….. fisica e mentale ….
    e lasciate vivere …..

    1. Guardi che da parte mia non c’è certo odio per nessuno, solo mi faccio grasse risate e ne guadagno in salute; poi moro può fare quel che vuole e annunciare, lasciando in sospeso le attese dei suoi ammiratori ansiosi di sue notizie, anche di andare sulla luna senza scafandro, per quel che mi importa

  4. ha ha ha ha …. ho ottenuto quello che volevo.Pensate che ho perfino un libro autografato da sig Moro.Ero un suo fan accanito. Poi ho aperto gli occhi e ho capito!

  5. Seguo con interesse, simpatia ed ammirazione tutti i progetti alpinistici di Simone Moro qualunque sia il grado di difficoltà, al pari di tutti gli altri alpinisti; se sono Italiani con una punta di orgoglio in più!

  6. Ahh dimenticavo , stiamo ancora aspettando i risultati ottenuti in camera ipobarica a BZ. Forse un poco gradasso, visto come poi è andata a finire!

  7. Questa nuovo progetto dovrebbe avere ormai 50 anni dalla sua prima realizzazione (quella di 20 anni ne aveva 30, fatta senza scendere la sera ai rifugi, ma in tre we allungati).
    Certamente metodi, dislivelli e percorsi saranno diversi sui citati 150 chilometri.
    Gli auguro di riuscire con stile pulito.

    1. Se prendi una qualsiasi cartina vedi il confine bergamasco con le altre provincie.
      A nord seguilo sulle montagne dal lecchese al bresciano: tutte le cime delle Alpi Orobie.
      In estate 20 anni fa avevano fatto quasi tutto il percorso al contrario, dal Vivione ai Piani di Bobbio, senza salire le cime della Val Camonica.

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