Cronaca

Bloccati sulla Nord della Presolana, salvati nella notte 3 alpinisti

Difficile intervento notturno per il Soccorso Alpino sulla parete Nord della Presolana, dove tre alpinisti bergamaschi, tutti intorno ai 25 anni, sono rimasti incrodati per un problema tecnico alle corde.

L’intervento, che si è concluso intorno alle 2:30 di questa notte, è stato richiesto dai giovani quando si sono resi conto di essere bloccati, non riuscivano più né a risalire, né a scendere. La centrale di AREU ha mandato le squadre del Soccorso Alpino, con un totale di dodici uomini, che sono saliti con i mezzi fuoristrada e si sono divisi in due gruppi, uno dei quali ha attaccato subito la salita dalla base della parete, mentre l’altro agiva a supporto delle operazioni.

Tre alpinisti sono stati raggiunti, infreddoliti e affaticati, ma illesi. Assistiti dai tecnici, sono scesi dalla parete e poi sono stati accompagnati dove avevano lasciato le loro auto.

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7 Commenti

  1. Non sono i primi che si “incrodano per problemi con le corde” su quello spettacolare spigolo di 150 metri.
    Avevo salito alcune vie, c’erano tante chiodature qua e là e varie discese in doppia possibili.
    Se si sapesse dove sono scesi e cosa hanno fatto, magari altra gente eviterebbe di ricascarci.

    Una considerazione
    Comunque forse sarebbe meglio soccorrerli dopo una notte al fresco.
    I giovani alpinisti penso non correrebbero dei grandi rischi e sarebbe molto istruttivo.

  2. Il CNSAS tiene una relazione dopo ogni intervento.Le cronache locali riportano resoconti di incidenti che non appaiono in cronache nazionali .In molti casi si evidenzia attrezzatura mancante ed abbigliamento balneare su ghiacciaio o sentieri impegnativi.
    Ad esempio leggo in cronache zona Pale San Martino che alcuni si sono lamentati col gestore di un rifugio per sentiero di accesso scivoloso e fangoso( infatti i temporali pomeridiani e notturni sono frequenti )… la voce era ben allenata alla lamentosa polemica ma ai piedi avevano infradito!
    Ieri ho notato in zona notoriamente infestata da zecche, alcuni escursionisti che si avventuravano in sentieri cespugliosi con pantaloncini corti, cannottierine e ampie porzioni di corpo esposte agli assalti degli insettini.
    Dicono che la stagione e’ propizia alla proliferazione di funghi…teniamoci pronti ad un incremento di richieste soccorso ed esiti tragici!

    1. Quella delle zecche è un po’ una provocazione che nulla a che vedere con problemi tecnici o inadeguatezza di chi affronta la montagna, chi ti dice che le persone non avessero un repellente? io soffro particolarmente il caldo ed in piena estate non mi sognerei mai di andare a camminare con pantaloni lunghi o maglie maniche lunghe (anche se tengo il cambio nello zaino), figuriamoci quando faccio Trail Running dove si cerca la leggerezza assoluta. Basta comprare un repellente, se vuoi te ne posso consigliare di un ottima marca che ti fa stare sereno anche nelle zone più infestate.

  3. ma la fattura per il costo dell’intervento, la pagano questa gente o si vive sempre sulle spalle d’altri?
    (spigolo fatto 17 volte per la cronaca, senza finire mai una volta sulla cronaca dei giornali)

    1. @Ernesto: per corde incastrate sono morti anche alpinisti illustri, la stessa via che Lei ha fatto 17 volte qualcuno l’ha aperta assumendosi dei rischi che Lei non ha corso perchè ha trovato la via già pronta…mi fa piacere che non Le sia mai successo niente in montagna, ma viste le circostanze dell’incidente non trovo assolutamente corretto il tono nei confronti di questi ragazzi. Un pò più di umiltà, la fattura la pagheremo tutti non solo Lei.

  4. Persino tra gli alpinisti è passata l’idea del “facciamogliela pagare, così imparano”. Come se avessero responsabilità nel evento (corde incastrate).
    Triste questo modo di pensare che si diffonde, davvero indice di una povertà di pensiero.
    Così per capire, chi paga le fatture ospedaliere dei motociclisti che la domenica si spalmano sull’asfalto pensando di essere Valentino? Chi paga le fatture per il panzone che insiste a giocare a calcetto e si rompe il menisco?
    Chi paga per il signore che con trecento di colesterolo non rinuncia alla taragna e prima o poi gli toccano i i farmaci a vita?
    E si potrebbe continuare.
    Chissà perchè per tre ragazzi a cui si incastrano le corde sullo spigolo nord bisogna fargliela pagare. Magari lasciandoli li la notte così imparano bene come ci si comporta.
    e io che credevo nella solidarietà, almeno tra noi che giriamo per i monti.
    Che ingenuo che sono.

  5. Secondo me il non poter dire i nomi di chi sbaglia in montagna è molto pericoloso per gli altri.
    Gli errori fatti in montagna e chi li commette dovrebbero essere conosciuti, forse “il come” è un problema..
    Accade come per le malattie “infettive veneree”: i portatori sono secretati e non si possono sapere se non su loro iniziativa ?
    Non capisco questa evoluzione del concetto di libertà, o del diritto alla riservatezza, o ……. della ipocrisia.
    Son passati 50 anni per avere una idea del ’54 al K2, quando ormai i “costumi” sono diversi.

    In montagna si muore: bisogna soccorrere, cercare di proteggere, o informare per conoscerla ?

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