Cronaca

Weekend impegnativo per il soccorso alpino. Attenzione al caldo torrido

Ancora un weekend di lavoro senza sosta per il soccorso alpino, con caldo torrido e temporali improvvisi ad incrementare i disagi in quota. Gli interventi più delicati hanno visto del squadre di soccorso impegnate nel recupero di comitive in difficoltà in Appennino.

Escursionisti a rischio ipotermia sul Pollino

Il Soccorso alpino e speleologico di Calabria e Basilicata, insieme al Soccorso alpino della Guardia di finanza, hanno portato a conclusione intorno alla mezzanotte di sabato 1 agosto, una complessa operazione di soccorso iniziata nel pomeriggio. Una coppia di escursionisti ha chiamato il 112 richiedendo aiuto, dopo aver perso il sentiero di ritorno dalla vetta del Timpone Viggianello (1779 m) a Timpone del Dragone (1606 m), nel Parco Nazionale del Pollino, a causa di un forte temporale. Grazie alle istruzioni impartite dai soccorritori, i dispersi sono riusciti ad inviare le proprie coordinate. I due erano discesi in fondo a un lungo canalone, zuppi di acqua e a rischio ipotermia. Sono stati ritrovati da due squadre congiunte del Soccorso alpino e Sagf per un totale di 24 tecnici, che non senza fatica, sono riusciti a riportarli a monte del canalone, dopo aver fatto indossare loro indumenti asciutti e gilet termici, per poi consegnarli per controlli medici all’ambulanza.

Grandine e fulmini bloccano comitiva sul Monte Vettore

6 escursionisti sono invece rimasti bloccati sulla parete Sud del Monte Vettore sotto una pioggia di fulmini. La loro richiesta di aiuto al SASU (Soccorso Alpino e Speleologico dell’Umbria) è partita poco dopo le ore 15 di domenica 2 agosto. Sorpresi da una grandinata improvvisa, i sei sono rimasti bloccati nella zona del “Canalino”, nei pressi della zona dell’Aia della Regina. La paura della discesa lungo il sentiero reso estremamente scivoloso e l’imperversare del maltempo, li hanno portati a contattare i soccorsi. Sul posto si sono recate le squadre del SASU in presidio a Castelluccio, Valnerina e Terni, composte da sanitari, tecnici ed operatori, insieme alle squadre del Soccorso Alpino e Speleologico delle Marche. L’intervento si è rivelato estremamente complesso. Quattro escursionisti sono stati raggiunti dalle squadre di Soccorso Alpino che li hanno accompagnati fino a Forca di Presta. Gli altri due sono successivamente raggiunti dall’elicottero del Reparto volo di Arezzo e recuperati con il verricello. La comitiva non ha riportato fratture o traumi, solo un grande spavento.

Notte a 2200 metri sul Gran Sasso

Due alpinisti romani, di 47 e 48 anni, erano partiti venerdì 31 luglio con l’intenzione di scalare la parete di Pizzo Intermesoli, la terza cima più alta del Gran Sasso, nel territorio del comune di Pietracamela (TE). Ma erano già le 20 quando sono arrivati sul terzo pilastro, sulla via Amichett, uscendo poi in cresta. Il sole stava tramontando e con l’arrivo del buio non sapevano dove scendere. Sono rimasti dunque tutta la notte all’addiaccio, imbracati e appesi in parete a quota 2200 metri.

Nella mattina di sabato sono stati recuperati all’alba dagli uomini del Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo, prontamente intervenuti con l’elicottero del 118, con a bordo un medico e un infermiere, per verificare lo stato di salute dei due alpinisti. Fondamentale per il recupero anche il sostegno degli uomini del Soccorso Alpino da terra e la collaborazione con i Vigili del Fuoco di Teramo e i Carabinieri del Comando di Pietracamela.

Escursionista muore sul Monte Fiocca

Nella mattinata di sabato 1 agosto una escursionista è morta dopo essere precipitata dalla Cresta Nord Ovest del Monte Fiocca, nel complesso delle Alpi Apuane. La vittima,  Annamaria Mose, 64 anni, residente a La Spezia, è scivolata mentre era in fase di salita della cresta da Passo Sella, nel tratto più esposto della montagna tra la Garfagnana e l’alta Versilia.

Alle operazioni di soccorso hanno partecipato le stazioni del soccorso alpino di Querceta e Lucca. Un recupero difficile, eseguito con grande spirito di abnegazione da parte dei volontari del Sast, che si sono calati nel canalone, raggiungendo il corpo ormai senza vita della donna. A dare l’allarme sono stati i compagni di cordata che non hanno potuto fare nulla per l’escursionista, che è stata trovata in un canalone a circa 200 metri a valle dalla cresta. Il medico, calato sul posto assieme al tecnico di elisoccorso, non ha potuto far altro che constatarne il decesso. La salma è stata trasportata all’obitorio dell’ospedale Versilia. La squadra dei soccorritori invece ha provveduto a riaccompagnare gli altri membri della comitiva al Passo Sella.

Attenzione al caldo in quota

Di fronte ai molteplici incidenti occorsi nel weekend, in giornate di caldo torrido che rendono necessaria qualche accortezza in più, il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico ha voluto mandare un avviso importante agli escursionisti e amanti della montagna di tutta Italia.

“Un avviso importante, specialmente per il centro-sud: in queste giornate di caldo torrido si raccomanda di astenersi dall’affrontare salite eccessivamente impegnative. Specialmente sui versanti completamente esposti al sole e privi di fonti di approvvigionamento di acqua. I pericoli dovuti al caldo, quali i colpi di calore e gli sfinimenti sono dietro l’angolo. E possono risultare fatali in ambiente impervio, dove il fisico è sollecitato oltremodo e dove è richiesta la massima attenzione. Prima di partire per un’escursione, che sia in montagna o al mare per raggiungere una spiaggia isolata, è bene informarsi sempre sulla presenza delle fonti d’acqua e sul loro stato, cercando di partire alle prime ore del mattino e portando con sé nel proprio zaino almeno 2,5 litri d’acqua e accessori adeguati per coprirsi dal sole”.

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5 Commenti

  1. Interventi ridicoli per un soccorso alpino che ha perso le sue caratteristiche di soccorso ed è diventato ridicolo a sua volta. Bonatti e compagni sono stati 4 giorni sotto acqua, neve e tempesta a 4000 metri.

    1. Senza voler far polemica.
      Quando una persona è in difficoltà, nulla è ridicolo.
      Tanto meno i soccorritori.
      Lei è forse quel signore che difese e giustificò in modo originale la Guida di Madonna di Campiglio, colta da malore dopo una “sgambata” in pieno lockdown, contravvenendo a tutte le disposizioni?
      Anche in quel caso, cosa c’era di ridicolo?
      P.S.: …e se allude al Freney nel ’61, Bonatti e compagni pagarono un prezzo molto alto al maltempo: in tre si salvarono, ma gli altri quattro morirono di stenti e sfinimento, e non erano degli sprovveduti. Due di loro, Vieille e Guillaume, a marzo dello stesso anno avevano fatto la prima invernale al Pilastro Bonatti sul Dru

    2. Quando leggo certe cose…. a scusate, le ha scritte CLA…. a ecco, capisco…..
      Il Soccorso Alpino è diventato ridicolo? bene, le auguro di non chiamarci mai.
      Nel caso, vedrà sulla sua pelle quanto siamo ridicoli quando la porteremo a casa sano e salvo o le presteremo le cure per salvarle il c..o.
      Complimenti Cla…..

  2. Certo, come no: almeno 2,5l di acqua…così il primo litro e mezzo parte per la fatica di trasportarne così tanta entro le prime 2 ore di cammino…condurre una vita sana e sportiva, idratarsi bene sempre durante tutta la settimana specie la mattina prima di iniziare la gita e non assumere alcolici e cibi ricchi di sale sono la cosa migliore da fare! Non esistono gite in giornata su tutte le Alpi che richiedano così tanta acqua e se proprio fa caldo si scelgono gite a Nord e Ovest…

  3. Finché nn si comincia a far pagare gli interventi evitabili sarà sempre peggio e chi avrà davvero bisogno potrebbe nn esser soccorso in tempo.. il meteo lo si sa eppure la gente è andata lo stesso “tanto c’è il soccorso”.. l’orario lo si sa eppure la gente va avanti lo stesso “tanto c’è il soccorso”.. la gente nn si informa, non è preparata e nemmeno attrezzata convinta che basta leggere due righe su internet..

    Senza contare che chi chiama lo fa per tornare a casa intero e nn mette in preventivo che fa rischiare la vita a decine e decine di persone che devono andare in suo soccorso..

    Se tutti gli interventi fossero a pagamento e poi una selezione di guide valuta se azzerare il pagamento sarebbe molto ma molto meglio..

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