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Parco Sirente-Velino, preoccupa la riduzione di 8000 ettari voluta dalla Giunta regionale dell’Abruzzo

Le montagne e la natura d’Abruzzo, in questi giorni, sembrano andare di moda. Lunghe file di escursionisti si snodano tra Campo Imperatore e il Corno Grande, in Val Fondillo nel Parco d’Abruzzo e Molise, tra l’Arapietra e il rifugio Franchetti. Lo stesso accade alla Majella, ai piedi del Sirente, in molte località della Laga. Tra i rifugi, chiuso per lavori il Sebastiani del Velino, vengono presi d’assalto il Franchetti e il Duca degli Abruzzi (in entrambi, causa il COVID, non si può pernottare), ma anche strutture a quote più basse come l’Ecorifugio Cicerana nel PNALM, i rifugi Cima Alta e Racollo sui due versanti del Gran Sasso, il nuovissimo rifugio del Ceppo, al margine del Bosco Martese, sulla Laga. 

L’afflusso a Campo Imperatore, alla Majelletta e accanto al Lago di Scanno dimostra che la montagna attira anche chi non vuol camminare. A Villalago, da un mese e mezzo, continua l’afflusso di fotografi e curiosi attratti dall’orsa e dai suoi quattro cuccioli che continuano a farsi vedere ogni giorno dal paese e dalle strade. A Fara San Martino, sul versante orientale della Majella, la riapertura sabato 4 luglio delle Gole ha riaperto agli escursionisti allenati la lunga via verso il Monte Amaro, e ai turisti la possibilità di visitare l’abbazia di San Martino in Valle. Per le settimane centrali dell’estate, in molte località di montagna dell’Abruzzo, è quasi impossibile trovare una camera in alberghi, agriturismi e bed & breakfast. 

In una situazione come questa, e dopo un inverno dove la mancanza di neve e poi il COVID-19 hanno quasi azzerato il business dello sci, sarebbe logico attendersi un rilancio dei Parchi. L’esperienza insegna che per promuovere le aree protette, e per aumentare l’offerta di sentieri, centri-visita e rifugi bastano degli investimenti limitati.

Invece, dalla Regione e dal mondo politico abruzzese arrivano dei segnali diversi. Nello scorso ottobre Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila, ha lanciato un progetto per nuovi impianti di risalita tra Monte Cristo, la Scindarella e Campo Imperatore. Sul versante teramano del massiccio, si torna a parlare di un collegamento stradale tra Isola del Gran Sasso e i Prati di Tivo.

Il Parco del Sirente-Velino

Le notizie più preoccupanti arrivano dal Sirente e dal Velino, i due massicci tutelati dall’unico Parco regionale abruzzese, che nel 2019 ha festeggiato i trent’anni di vita. Un’area protetta a portata di mano dalle città dell’Abruzzo e da Roma, estesa su oltre 56.000 ettari, dov’è stato reintrodotto con successo il camoscio, dove cervi, lupi e grifoni godono di buona salute, dove l’orso si affaccia con sempre maggiore frequenza. 

“Il turismo ha segnato il nostro territorio, ma siamo una grande scuola di natura. E le seconde case sull’Altopiano delle Rocche, che hanno segnato il paesaggio, sono un aiuto per rilanciare il territorio dopo la crisi causata dal COVID” mi ha spiegato qualche settimana fa Igino Chiuchiarelli, commissario del Parco Sirente-Velino, che ho intervistato per il numero di Meridiani Montagne dedicato alla Marsica e ai suoi Parchi. 

Invece, lo scorso 20 giugno la Giunta regionale guidata da Marco Marsilio ha annunciato un provvedimento che preoccupa. E’ stato Emanuele Imprudente, vicepresidente della Giunta, a presentare il progetto di legge per la “Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente-Velino, e revisione dei confini”, che sarà discusso a breve dal Consiglio regionale dell’Abruzzo. Il documento parla di rivedere il funzionamento del Parco, e di una sua nuova governance, per usare una parola oggi di moda. Il punto centrale, però, è la riperimetrazione dell’area protetta, che dovrebbe essere ridotta di circa 8.000 ettari, oltre il 14% della superficie complessiva. 

Gran parte del taglio previsto è in valle dell’Aterno, a bassa quota, dove il contenzioso principale riguarda la caccia. Tagli al perimetro del Parco, però, sono previsti anche sull’Altopiano delle Rocche, il cuore turistico dell’area protetta, dove si continua a progettare l’ampliamento della zona sciistica di Ovindoli-Magnola. Certo, il progetto presentato dal vicepresidente Imprudente era annunciato. La revisione dei confini era stata messa in cantiere da Donato Di Matteo, assessore ai Lavori Pubblici nella precedente legislatura regionale, quando governava il centro-sinistra di Luciano D’Alfonso e poi di Giovanni Lolli. Il provvedimento era stato richiesto da tempo da molti sindaci della Valle Subequana. 

Pesa sulla situazione anche il lungo abbandono istituzionale del Parco, che nella sua storia è stato commissariato più volte, che dispone di un personale ridotto all’osso, non ha ancora un Piano, e ha sempre ricevuto dei finanziamenti molto inferiori a quelli dei Parchi nazionali vicini. 

La posizione della associazioni ambientaliste

Venerdì 3 luglio, all’Aquila, i rappresentanti di 18 associazioni ambientaliste (tra queste il WWF, la LIPU, Italia Nostra, l’Ente Nazionale Protezione Animali, Federtrek e il CAI), in una conferenza-stampa, hanno chiesto alla Regione Abruzzo “un ripensamento sulla decisione miope di tagliare il perimetro del Parco regionale Sirente Velino”. La petizione online lanciata dalle associazioni contro la riperimetrazione del parco, in 10 giorni ha superato le 11.000 firme. “L’Abruzzo è conosciuto e per la sua natura protetta e ben conservata, le persone chiedono che questa natura non venga compromessa da scelte politiche che appartengono al passato” spiegano WWF, CAI e le altre associazioni promotrici. La Giunta Marsilio non perda l’occasione per cambiare rotta e per iniziare un percorso di rilancio del Parco Sirente-Velino. E’ paradossale che proprio l’Abruzzo, la Regione delle aree protette, vada a compromettere il suo unico Parco regionale, invece di farne un modello da seguire e un esempio di buone pratiche. Si punti a una gestione innovativa, basata sulla conservazione e sul dialogo con le comunità locali“.

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2 Commenti

  1. – Nello scorso ottobre Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila, ha lanciato un progetto per nuovi impianti di risalita tra Monte Cristo, la Scindarella e Campo Imperatore… omissis
    GLI IMPIANTI DI RISALITA DI MONTECRISTO (1920 m), sono chiusi dal 1970 per: investimenti sbagliati, speculazione e abbandono. Da qualche anno la neve ce n’è poca per i cambiamenti climatici. Ci si riprova, meglio se con sodi pubblici?
    – Tagli al perimetro del Parco, però, sono previsti anche sull’Altopiano delle Rocche, il cuore turistico dell’area protetta, dove si continua a progettare l’ampliamento della zona sciistica di Ovindoli-Magnola… omissis
    Anche qui stesso discorso. Poca neve ma, costruire altri impianti di risalita!
    Insomma, era meglio far conoscere il motivo del lungo commissariamento del parco regionale SIRENTE VELINO e lasciare riposare la montagna, dall’assalto del cemento e ferro.

  2. Non deturperanno mai il nostro territorio!!!io mi chiedo ma chi cavolo ha votato questa gente???ma cosa cavolo puo portare di positivo alla nostra regione uno partito allo sbando come la lega??? Senza un vero leader, senza una vera linea politica, un partito senza senso, pensateci quando andrete a votare di nuovo per la nostra regione. A livello nazionale fate ció che volete, ma l Abruzzo please, NON TOCCATELO

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