Turismo

Gli orsi d’Abruzzo, un esempio per il rilancio del turismo

Chi visita Villalago, in questi giorni, può partecipare a una festa. Al tramonto e all’alba, da un mese, decine o centinaia di persone si radunano sulla strada che collega l’abitato con il Lago di Scanno. Al tramonto, soprattutto nel fine-settimana, ci sono centinaia di persone. All’alba, che in questo periodo arriva intorno alle 5, i numeri sono minori. 

La folla comprende fotografi e cameraman attrezzati con teleobiettivi potenti, e protagonisti delle battaglie per salvare l’Appennino. Ci sono le guide ambientali e gli accompagnatori di media montagna abruzzesi, che portano i loro clienti a realizzare senza sforzo delle immagini sorprendenti. Non mancano i curiosi che tornano in auto dal lago, gli uomini del paese appena arrivati dal bar, le famiglie con i loro bambini. A due passi dai costosi teleobiettivi Nikon e Canon, e dai raffinati binocoli Swarowski, c’è chi fotografa o filma con il cellulare, e chi guarda con piccoli binocoli colorati. La festa è aperta e inclusiva. 

Il motivo dell’affluenza, com’è noto, è uno spettacolo unico. Un’orsa, da quasi un mese, visita i prati e i boschi in vista delle case di Villalago, e ai piedi dei ripidi boschi del Monte Argatone. La sua meta preferita sono gli alberi di ciliegio selvatico che crescono a un centinaio di metri dall’abitato, dove si arrampica nonostante la mole, e dove fa delle scorpacciate. In altri momenti, l’orsa rovescia le pietre che interrompono i prati, e si rimpinza di formiche e altri insetti. 

Insieme alla mamma, trottano sui prati e si arrampicano sugli alberi quattro orsacchiotti, ed è un evento straordinario. Le femmine della specie, che partoriscono ogni due o tre anni, mettono normalmente al mondo uno o due cuccioli. Tre gemelli sono un evento molto raro, celebrato dagli animalisti e dai Parchi.

Questo è il primo caso conosciuto di un’orsa con quattro cuccioli” ha spiegato Luciano Sammarone, direttore del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, in un comunicato del 25 maggio, quando la famigliola è stata vista per la prima volta dai guardiaparco e dai carabinieri forestali. Il 2019 per l’orso marsicano è stato un anno da record, con 20 cuccioli censiti, e il 2020 sembra ancora migliore. Non dobbiamo abbassare la guardia, ma la specie-simbolo dell’Appennino sta bene, e sta allargando il suo territorio ad altre zone”.

Il ruolo del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise in questa vicenda merita una riflessione. Il territorio di Scanno, che grazie al centro storico e al lago è tra le mete più note dell’Abruzzo montano, è dentro ai confini del Parco solo per una piccola parte, tra Passo Godi, l’altopiano del Ferroio (incluso nella Riserva integrale) e i 2253 metri del Monte Marsicano. Il Comune di Villalago, nel cui territorio gli orsi si affacciano ogni anno, è invece fuori dell’area protetta. Fa parte della Zona di Protezione Esterna, nella quale però il direttore Sammarone, come i tecnici e le guardie dell’Ente, non ha di fatto giurisdizione.

Si può pensare che il Parco debba essere ampliato, ma intanto c’è una considerazione da fare. Il sindaco Fernando Gatta, nelle sue ordinanze a tutela dell’orsa e degli orsacchiotti, ha fatto tutto quello che serviva. Citando il PATOM, il Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano, e varie leggi dello Stato, sono state chiuse alle auto e ai pedoni alcune strade. E’ proibito avvicinarsi agli orsi a meno di 300 metri di distanza, alimentarli, puntare verso di loro delle luci. E Villalago continua a vivere. La mattina del 29 giugno, all’inizio della “strada degli orsi”, hanno iniziato ad aprire le bancarelle del mercato settimanale, e mamma orsa e i suoi cuccioli sono rimasti tranquilli sui ciliegi. 

Da fine maggio, sulla strada tra il Lago di Scanno e il paese, guardiaparco e carabinieri forestali sorvegliano fotografi e curiosi. Nessuno, però, imbocca le strade proibite, o lascia l’asfalto per avvicinarsi agli animali. I provvedimenti del sindaco Gatta e il buonsenso impediscono comportamenti sbagliati. I tutori dell’ordine sorridono, ed è una buona notizia anche questa.  

Poi ci sono delle altre considerazioni da fare, e la prima è il paragone con gli orsi e la gente del Trentino. Certo, come ricordava lo zoologo Paolo Forconi, “l’orso marsicano non è pericoloso per l’uomo, mentre quello alpino lo può essere”, e quindi delle strategie d’intervento ci vogliono. Ma gli interventi di Maurizio Fugatti, esponente della Lega Nord e presidente della Provincia di Trento, che sembra capace di pensare agli orsi solo in termini di fucili e di gabbie, viste da Villalago sembrano cose di un altro pianeta. 

Va detto che nell’Appennino centrale la situazione non è ovunque uguale a quella di Villalago. Nel Lazio, come abbiamo raccontato più volte, la Regione governata da Nicola Zingaretti non ha seguito l’invito del Consiglio di Stato, e ha nuovamente autorizzato la caccia nella Zona di Protezione Esterna del Parco. 

Da fine agosto, a Settefrati e nei comuni vicini, qualche orso potrebbe essere ferito o ucciso dai fucili. Come denunciava lo zoologo Luigi Boitani, alle riunioni del PATOM, i funzionari della Regione Lazio spesso non si presentano proprio. Zingaretti, com’è noto, è anche segretario del Partito Democratico, e in questi giorni i media raccontano di una possibile “svolta verde” del PD. Come questo sia compatibile con i fucili di Settefrati è difficile capire. 

Il successo anche “turistico” degli orsi potrebbe servire da esempio a chi, sull’Appennino e sulle Alpi, pensa al turismo solo in termini di sforbiciate ai Parchi e di nuovi impianti di risalita, ad alto costo e ad altissimo impatto sull’ambiente. Fotografi ed escursionisti non pagano skipass ma ci sono. Gli orsi, e con loro i cervi e i camosci, attirano visitatori più degli scempi. E non costano nulla, se non qualche euro per risarcire dei danni. Prima di tornare a casa, andiamo tutti a bere e a mangiare nei bar e nelle trattorie di Villalago” diceva ad alta voce domenica sera Alessio Petretti, avvocato, fotografo naturalista e storico esponente del WWF. Aveva perfettamente ragione.

In un’Italia dove la politica e i media si sono dimenticati dell’ambiente, e trattano Parchi animali come fastidi o nemici, l’idea della tutela dell’ambiente deve ripartire dal basso. La presenza dell’orsa e dei suoi cuccioli deve aiutare la gente di Villalago, e portare euro nelle casse degli esercizi commerciali già provati dal COVID-19. Si chiama ecoturismo, può funzionare anche a Ovindoli e a Leonessa. E perfino a Settefrati.     

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2 Commenti

  1. Meno male che qualcuno (e tanto meglio che sia del peso di Ardito) informa il Paese che non c’è solo “l’opzione Fugatti”, che c’è sempre un’alternativa possibile. Sarà un’alternativa ardua (quella dell’ecoturismo in contrapposizione al turismo di massa), una strada tutta in salita (quella di imparare&insegnare a rispettare l’ambiente naturale ed i suoi abitanti selvatici) ma comunque sarà una bella strada! Ognuno di noi può fare ogni giorno una piccola mossa “illuminata” verso la direzione giusta e nel nostro piccolo sentirci soddisfatti di partecipare ad una gran bella idea. Viva Villalago, i suoi abitanti ed i suoi amministratori.
    Andrea G.

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