Rifugi

Riapre l’Abruzzo, riaprono (ma solo in in parte) i rifugi

L’Abruzzo, come le altre regioni, riapre. E gli appassionati di montagna del Lazio, delle Marche e del resto d’Italia possono finalmente tornare sui sentieri e sulle pareti del Gran Sasso, della Majella e del Velino. Nel Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise si potranno nuovamente ammirare fioriture, camosci, camosci e faggete. Per lupi e orsi, come sempre, ci vorrà un po’ di fortuna. 

Il ritorno di turisti, camminatori e alpinisti è una boccata di ossigeno per tutti gli operatori economici della montagna abruzzese. Tra loro, naturalmente, sono i gestori dei rifugi, privati e del Club Alpino Italiano, che possono tornare a lavorare rispettando le regole imposte dal Covid-19. 

Abbiamo riaperto la settimana scorsa, d’ora in poi nei weekend ci saremo. In piena estate apriremo anche in settimana” spiega Cesidio Pandolfi, ideatore delle escursioni di bearwatching, che gestisce l’Ecorifugio Cicerana, nel Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, con la cooperativa Ecotur di Pescasseroli. Certo, le nuove regole ci complicano il lavoro, e riducono i margini di guadagno. Possiamo far entrare nel rifugio non più di una dozzina di persone a mangiare, e al massimo quattro (invece di una ventina) per la notte. Però abbiamo acquistato un attrezzo per sanificare rapidamente. Appena avremo il permesso del Parco, potremo sistemare qualche tenda, e far dormire gli escursionisti anche lì”. Buone notizie, oltre che dalla Cicerana, arrivano da due rifugi di media quota del Gran Sasso, quello del Lago Racollo, sulla piana di Campo Imperatore, e il rifugio Cima Alta nei pressi dei Prati di Tivo. Tutti e due si raggiungono in auto, intorno a entrambi è possibile campeggiare. Se non piove, a queste quote, si mangia piacevolmente fuori. 

Contrasta con queste buone notizie la difficile situazione del Duca degli Abruzzi e del Franchetti, 2388 e 2423 metri, i due storici rifugi del Gran Sasso di proprietà della Sezione di Roma del CAI. “Il Franchetti è minuscolo, ha venti posti-letto in una sola camerata. Sanificare materassi, cuscini e coperte è impossibilespiega il gestore Luca Mazzoleni. A tutela degli ospiti, e di noi che lavoriamo nel rifugio, saremo in grado di fornire solo servizio di bar e ristoro, dalla mattina alla sera. All’interno potranno entrare a mangiare dalle 6 a 8 persone, qualcuna di più se ci sono dei gruppi familiari. Gli altri staranno in terrazza”.

La decisione di non consentire i pernottamenti nei due rifugi è stata presa dai gestori d’accordo con la Sezione di Roma del CAI, e con il suo presidente Daniele Funicelli. “I rapporti sono stati correttissimi, sia con il Club Alpino sia con la Regione Abruzzo, che dopo un incontro con l’Associazione dei gestori ha emanato un regolamento dettagliato” prosegue Mazzoleni. In caso di temporale potremo far entrare più persone del normale, con l’obbligo di avere la mascherina e sospendendo il servizio di ristoro” prosegue Mazzoleni. “Per la notte si potrà entrare solo in caso di emergenza comprovata, e solo se il Soccorso Alpino non sarà in grado di ricondurre a valle in serata gli escursionisti in difficoltà”.

E’ un po’ diversa, invece, la situazione del rifugio Vincenzo Sebastiani, sul massiccio del Velino, gestito da Eleonora Saggioro e dalla cooperativa Equorifugio. Già prima dell’epidemia di Covid-19, erano previsti dei lavori importanti, che avrebbero causato la chiusura del rifugio per buona parte dell’estate 2020. 

Al contrario del Franchetti e del Duca, il terreno intorno al rifugio Sebastiani consente di piazzare qualche tenda. Negli anni scorsi, per aumentare la capienza, che è di soli 13 posti-letto, Eleonora e le sue colleghe ne avevano sistemata qualcuna. “Anche noi, come gli altri due rifugi del CAI Roma, nella prossima estate non saremo in grado di ospitare gli escursionisti per la notte” spiega Saggioro. “Per il resto, siamo vincolati ai tempi del cantiere. Nei primi weekend di giugno, fino all’inizio dei lavori, ci saremo. Poi speriamo di riaprire ad agosto, con il rifugio rimesso a nuovo”. La nostra non è una scelta facile, ma ci teniamo a essere al nostro posto. Sarà una prova di maturità per noi, che lavoreremo in condizioni difficili, e per i frequentatori del rifugio, che dovranno andare in montagna più preparati di prima” prosegue Eleonora Saggioro. 

A saltare, tra giugno e settembre, saranno anche gli eventi che per anni hanno fatto del Sebastiani un punto di riferimento culturale. Per concerti, presentazioni di libri, serate di osservazione delle stelle, l’appuntamento è all’estate del 2021. 

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